martedì 14 giugno 2016

Le ho mai raccontato del vento del Nord

Emmi vorrebbe disdire l'abbonamento a una rivista. E invece la sua e-mail finisce nella casella di posta di Leo. Una risposta tira l'altra ed Emmi e Leo diventano amici di penna di tastiera. Decidono di non parlare l'uno all'altra di niente di concreto su loro stessi, non si parla dell'aspetto o della famiglia, non si parla del lavoro o della casa. Si resta sul vago, si parla di tutto e niente. 
I due arrivano presto a parlare di incontrarsi, ma trovano sempre il modo di evitarlo. Diciamo che si incontrano in maniere indirette e intanto si scrivono con sempre maggiore assiduità. Si cercano quando non si sentono leggono, si prendono in giro, si offendono ma tornano sempre a scriversi.
Fin dalle prime pagine si può immaginare come si evolverà questo rapporto epistolare. Ma non sono tanto sicura si possa prevedere come decide l'autore di farlo finire. 

Durante la lettura ho oscillato tra momenti di divertimento e attimi di intensa irritazione verso questi personaggi che mai e poi mai agiscono come farei io se mi trovassi nella loro situazione. Verso la metà del libro mi stavano decisamente sulle balle e, per ripicca nei loro confronti, mi sono dedicata per settimane ad altre letture. Poi ho ripreso in mano la loro storia e, merito della forma dialogica senza lattosio (cioè altamente digeribile), sono volata prima dell'ora di cena a un finale che mi è piaciuto tantissimo. Sappiatelo: esiste un seguito. Penso che, nonostante l'irritazione residua, in futuro leggerò anche quello, perché Emmi e Leo tutto sommato sono simpatici e vorrei sapere che fine (effettiva) fanno.

Un vero peccato per le mail, cioè le lettere brevi (quando non brevissime) si leggono che è una meraviglia, scivolano via proprio, solo che non sono introdotte dall'indirizzo del mittente e questo fa sì che nei dialoghi serrati si perda un attimo di vista chi dei due sta scrivendo cosa e per recuperare il filo del discorso bisogna tornare indietro di qualche riga per fare mente locale e capire dal contenuto della mail iniziale chi ha iniziato la conversazione. Laborioso e inutile, se si pensa che si poteva risolvere con un piccolo accorgimento.
Altro peccato: le mail sono precedute dal tempo di attesa percepito dagli interlocutori, cioè all'inizio di ogni lettera è indicato genericamente dodici minuti dopo, tre giorni dopo, il mattino dopo etc. senza indicare effettivamente la data e l'ora di ricezione della mail. In questo modo è difficile capire quanti mesi dura la corrispondenza o a che ora della giornata vengono scritte le lettere (una lettera che giunge nel cuore della notte ha un significato diverso da una lettera inviata nel bel mezzo del pomeriggio). Il lettore non ha nessun elemento esterno ai contenuti delle lettere per sapere chi sta parlando, quando, cos'è successo nel "mondo reale" tra una mail e l'altra, come anche per conoscere i personaggi secondari, sempre descritti con gli occhi di Leo ed Emmi. L'intero mondo di Le ho mai raccontato del vento del Nord è filtrato attraverso le loro parole e tutto quello che il lettore può fare è leggere tra le righe per capire quello che i due NON si dicono tra di loro, ma che emerge ugualmente per volontà dell'autore.

Una lettura scorrevole e poco impegnativa che esplora il romanzo epistolare dell'era moderna.

P.S. Sì, effettivamente il titolo del libro è una domanda, anche se non c'è il punto interrogativo XD

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