sabato 1 novembre 2014

Mietitore d'anime

Qualche giorno fa ho finito di rileggere Mietitore d'anime, libro primo della serie Otherkin di Eve Silver. L'avevo già letto tre annetti fa, fermandomi a questo primo volume, anche perché forse non mi aveva completamente convinto. 
Dopo tutto questo tempo mi ricordavo poco e niente della trama (più niente che poco), giusto che c'entravano delle creature sovrannaturali e che i protagonisti maschili di ogni libro del ciclo sono fratelli (già nel primo volume compaiono tutti e quattro, perciò avevo capito l'andazzo), quindi è una sorta di saga familiare.
La serie è così composta:
  1. Mietitore d'anime (Sins of the Heart): si incentra su Dagan Krayl, il fratello maggiore dei quattro;
  2. Anima nera (Sins of the Soul): in cui il protagonista è Alastor;
  3. I peccati dell'anima (Sins of the Flesh): dove Malthus la fa da padrone;
  4. Profezia dell'anima (Body of Sin): storia di Lokan.
Esiste inoltre un racconto pubblicato soltanto negli Stati Uniti e in formato digitale intitolato Sin's Daughter che funge da prequel della serie.


In breve la trama di Mietitore d'anime.
Dagan Krayl è il figlio maggiore di Sutekh (alias Seth), una delle tante divinità che si spartiscono gli inferi. In quanto prole del dio è un mietitore d'anime, va a caccia di anime malvagie da offrire in pasto all'infernale genitore.
Mentre è in cerca di due anime nere, in un edificio abbandonato e fatiscente trova la giovane Roxy legata come un salame. Dopo aver estirpato il cuore (letteralmente) ai suoi sequestratori, aiuta la ragazza, la conforta (a suo modo) e le consiglia di farsi una bella vita, evitando accuratamente le figlie di Aset (alias Iside, che di certo non ama Seth, poiché le ha fatto a fettine il marito), ricevendo in cambio un morso bello profondo.

Dieci anni più tardi Roxy è proprio diventata una figlia di Aset, una setta segretissima di devote alla dea. Nell'ultimo decennio Roxy è stata tormentata dal ricordo di Dagan, da torbidi sogni con il  biondo mietitore protagonista e da una fortissima brama di sangue. Il sangue di Dagan assaggiato tanti anni prima a causa del morso l'ha trasformata in qualcosa di diverso da un essere umano e per questo lei odia Dagan tanto quanto lo desidera, per non parlare del fatto che, essendo ora una seguace di Iside, i fedelissimi di Seth vanno considerati nemici.

Nel frattempo il mietitore indaga sulla morte del fratello minore Lokan, di cui non si trovano né il corpo né l'anima. Ma se i mietitori sono immortali, come è possibile che Lokan sia stato ucciso? E chi l'ha ammazzato?
Le indagini portano Dagan sulle tracce di Roxy ed entrambi sulla pista che conduce al tempio dei Setnakht  di Toronto. Ma perché degli umani seguaci di Sutekh dovrebbero essere coinvolti nella morte di suo figlio? Cosa sanno le figlie di Aset di cui Roxy è all'oscuro?





Per quale misterioso motivo le edizioni italiane 
cambiano sempre copertina (come anche i titoli) 
proponendo immagini che fanno venir voglia 
di lasciare il libro sullo scaffale per vergogna 
di mostrarlo all'edicolante?
Ai posteri l'ardua sentenza.








Vediamo un po'. La trama si sviluppa molto lentamente. Leggendo mi sono spessa chiesta quando finalmente Roxy e Dagan si sarebbero incontrati e ho dovuto aspettare fino alla metà del libro per vederli interagire. Suona un tantino esasperante per un paranormal romance (non che dovessero saltarsi addosso dopo tre righe...), ma - respiro profondo - bisogna avere pazienza e aspettare.

Sapendo che il secondo capitolo della saga, Anima nera, ha per protagonista una coppia diversa, immagino che la storia di Dagan e Roxy si interrompa qui o, al massimo, che si accenni a loro marginalmente nei titoli successivi (d'altro canto con quattro fratelli resta tutto in famiglia u_u).
Invece gli intrighi infernali che riguardano la morte di Lokan proseguono di certo perché, pur dando qualche risposta al milione di quesiti che pone il libro, giunti all'ultima pagina ci si rende conto che non viene alla luce tutta la storia e che il mistero è lungi dall'essere risolto.

Io ho trovato noiosette le scene con i Setnakht, che mi hanno un po' ricordato i passaggi narrati dal punto di vista dei membri della Lessening Society nel ciclo della Confraternita del pugnale nero di J.R. Ward. Tutto un blaterare che dovrebbe rendere il racconto più accattivante inserendo il punto di vista degli antagonisti, ma che in realtà è solo brodo allungato senza valore per il procedere della trama. Per me è aria fritta.

Tutto sommato i personaggi si potevano approfondire ulteriormente. Non che non abbiano carattere, ma io proprio non sono riuscita ad affezionarmi perché di loro si racconta così poco! Vabbè, Roxy proprio non mi piace, con quel suo cercare di fare la dura a tutti i costi. Baby, ti batti contro il soprannaturale! Quasi ogni pg che incontri è più forte, più veloce e più letale di te, inutile prendersi per i fondelli sfoderando coltelli da cucina -_-

Molte ripetizioni. Non nel lessico o nella struttura dei paragrafi, semplicemente molte informazioni sulle piste da seguire e sui risultati ottenuti vengono reiterate varie volte nel corso del libro. Mi rendo conto che non sempre un lettore può ricordare tutti i dettagli e che una rinfrescata alla memoria non fa male, ma ripetere più volte le stesse cose equivale a filler: è spazio sprecato sulla carta e rallenta la trama perché non è essenziale. Blaterare e brodo esattamente come dicevo qualche paragrafo più su.

 ATTENZIONE SPOILER!
La scena finale prima dell'epilogo per me ha poco senso. Dopo duecento e passa pagine in cui Calliope, la figlia di Aset di grado superiore a cui risponde Roxy, è un personaggio talmente secondario che di lei si sa quasi solo il nome, ecco che spunta questa scena in cui le dinamiche tra Roxy e Dagan tirano fuori di tutto e di più per il lettore sulla psicologia di Calliope. Prima era un'ombra incerta relegata alla visione periferica e all'improvviso, senza motivo apparente, diventa un personaggio fondamentale per capire l'evoluzione di Roxy. Cara Calliope, dove ti eri cacciata finora? 
Mi è sembrato fuori luogo. Una storia ben calibrata si sarebbe dipanata a poco a poco in maniera equilibrata, dando al lettore un tot di informazioni in un flusso costante. Tirare fuori il coniglio dal cilindro all'ultimo secondo sa tanto di opportunismo, di espediente raffazzonato e di deus ex machina. Salvataggio in corner.
FINE SPOILER


Non proprio da buttare, ma meno di mediocre. Il mistero sulla morte di Lokan è interessante e credo sarà l'unico motivo (oltre al fare la conoscenza del resto della famiglia Krayl) che mi convincerà a prendere in mano i volumi successivi nella speranza di arrivare in fondo a questa storia. Sottotono rispetto al panorama dei paranormal romance pubblicati ad oggi in Italia, che sono molti e ben pochi tra questi possono dirsi brillanti. Una lettura veloce per riempire il tempo tra testi migliori.

Books everywhere! Part V

Ebbene sì. Io me ne vado in vacanza in montagna e sono più interessata a esplorare le librerie del circondario che i sentieri turistici. Sono più una tipa di città con una fobia assurda per aracnidi e insetti, ergo l'aria fresca e il paesaggio mi sono in genere di scarso conforto. Ma i libri sono tutta un'altra storia! Quale miglior modo di dirottare il denaro destinato ai souvenirs se non quello di spenderlo in risme di carta stampata e rilegata?

Perciò, con quasi due mesi di ritardo sulla tabella di marcia (Xb), ecco qua i miei acquisti montani:





Le parole chiave sono Gibson e cyberpunk. Anni fa lessi Aidoru di questo autore e non mi dispiacque. Da allora cerco di ripercorrere la genesi di un genere, quello cyberpunk, che è quasi nato con me negli anni '80.
Questa raccolta di racconti è difficilotta da trovare, non essendo più in commercio. L'ultima edizione italiana risale al 1999. Contiene il racconto Johnny Mnemonic, da cui è stato tratto l'omonimo film con Keanu Reeves (protagonista di un film cyberpunk ben prima di Matrix).







Questo non era un libro che cercavo. Manco sapevo che esistesse prima di trovarlo in questo fantastico negozietto dell'usato fuori mano. E allora perché l'ho comprato? Di sicuro la copertina non invita a scucire il portafogli. MA! Ma a me Candace Camp va a genio. Finora ho letto sette dei suoi romanzi e mi sono piaciuti tutti e visto che vengono perlopiù pubblicati in edicola, in pratica bisogna aspettare le ristampe o buttarsi sull'usato. Ergo quando ne trovo uno me lo tengo stretto.





Incuriosita dalla fama di Jim Thompson, di cui ho cominciato a sentir parlare solo negli ultimi anni grazie alla pubblicazione di alcune sue opere da parte di Fanucci. Leggiucchiando le trame qua e là avevo deciso che Colpo di spugna sembrava la più promettente, ma anche Jim Thompson non è tanto facile da reperire in libreria dalle mie parti. Quindi, io abito in una città (non grandissima ma pur sempre una città) e il libro che cerco non c'è in nessuna libreria, ma finisco in un paesino montano con un'unica cartolibreria nel raggio di chilometri e zac! ecco il mio libro. Logico, no?








Per completezza, avendo già letto la saga. E perché Bree Tanner sembra abbastanza sfigata da essere interessante XD



Dopo aver letto Una storia semplice, Il giorno della civetta ci sta. Passo da un libro minore a uno dei principali dell'autore ed è una cosa che faccio spesso, perché i titoloni famosi (quando non proprio i capolavori) hanno una certa fama, e tutta questa fama fa paura. Se di un libro si parla tanto e volano i giudizi positivi, temo sempre di crearmi troppe aspettative e di rimanere poi delusa dalla lettura. Infatti mi è capitato di leggere libri di cui non sapevo niente, comprati un po' a caso e con scarsa convinzione, e proprio perché da loro non mi aspettavo altro che una lettura piacevole ma senza impegno poi mi sono ritrovata con una storia appassionante tra le mani e mi sono stupita di quanto mi siano piaciuti. Quindi, invece di buttarmi a pesce sui titoli più noti, approccio l'autore piano piano con qualcosa di minore per vedere prima se è di mio gusto. Piccoli passi.






Tutti adorano Lo scudo di Talos. O perlomeno tutti quelli che amano Manfredi mi hanno detto di aver adorato in particolare Lo scudo di Talos.
Un mucchio di anni fa lessi Il faraone delle sabbie, mi piacque ma non mi entusiasmò. Diamo una seconda occasione a Manfredi e vediamo di cosa è capace.










Come suggeriscono la copertina, il commentino in basso a sinistra e la trama sul retro, direi che questo è un romanzo rosa con ambientazione fantastica. Sembra moooooolto scontato, ma a me va bene un po' tutto e con questo acquisto mi levo una certa curiosità, perché ricordo gli anni in cui ritrovavo sempre questo libricino in libreria e sono stata più volte tentata dal basso prezzo senza però mai decidermi ad acquistarlo. Mi son tolta lo sfizio finalmente.




Tutto iniziò grazie a Vin Diesel u_u
E alla fantascienza. Perché Vin Diesel in un film di fantascienza mi suonava bene (fan di Riddick? :) ). Il film in questione era Babylon A.D. che scoprii essere tratto dal romanzo Babylon Babies del qui presente Maurice Dantec.
Le radici del male non era in programma, ma dopo aver acquistato gli altri libri di Dantec pubblicati in Italia, pure questo mi faceva un po' gola, anche perché ha l'aria di un thriller intrigante e ne ho letto commenti positivi. Dantec, andata!










Parte di una tetralogia, riempio i buchi nella mia collezione per poter leggere la saga senza intoppi.





Me lo sono ritrovato tra i piedi decine di volte nel corso degli anni senza mai degnarlo di uno sguardo. Quel titolo simil-Thackeray però mi era rimasto in testa. Perciò diciamo pure che anche con questo acquisto mi sono tolta lo sfizio e ho esorcizzato l'ombra di questo eterno incomprato che mi perseguitava da tempo insinuandosi nella mia wishlist di soppiatto. Caro Tom Wolfe, vedremo se vali la pena, ma spero proprio di sì.







Un acquisto d'impulso. La trama sul retro mi ispira da morire e non vedo l'ora di leggerlo. Mi ha un pochino ricordato la storia di Terra rossa e pioggia scrosciante di Vikram Chandra (poi di sicuro non c'entrerà una pippa XD).













Sto attualmente leggendo La straniera e, insomma, visto che mi sta piacendo era meglio avere il seguito subito a portata di mano, non si sa mai :)




Il nome Jeanette Winterson mi diceva qualcosa. Un altro di quei nomi in cui mi è capitato spesso di imbattermi andanzo a zonzo per librerie ma che non ho mai considerato come possibili letture. Mi sono tornati in mente altri titoli dei suoi romanzi, come Non ci sono solo le arance e Scritto sul corpo. La vera differenza con questo acquisto l'ha fatta l'ambientazione futuristica. Non mi aspetto la fantascienza di tutti i giorni, per niente. Ma lo stesso collocare la storia in un futuro mi ha fatto venir voglia di provare.





Durante la settimana in montagna ho letto con piacere il mio terzo Grisham, ossia L'uomo della pioggia. Finita la lettura ero entusiasta e decisa a leggerne altri. Grisham è stato così tanto acquistato, letto e rivenduto che in ogni libreria dell'usato in cui ho messo piede c'era sempre qualcosa di suo, c'è solo l'imbarazzo della scelta. E io ho scelto questo (così poi posso riguardarmi per bene il film u_u).






Infine un'autrice italiana. Mai letto niente di Maria Bellonci. Sicuramente nome che avevo già sentito ma di lei non sapevo niente di niente. Ma tra le tante cose per cui ho un debole, c'è anche la storia rinascimentale di tante casate nobili italiane. Un'occasione per assimilare un po' di storia in forma romanzata.






Una vacanza montanara di tutto rispetto, no?