tag:blogger.com,1999:blog-40541253876214434952024-03-05T21:24:22.037+01:00BluebookFargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.comBlogger42125tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-47965675491754871522018-05-12T17:55:00.000+02:002018-05-12T17:55:15.873+02:00Babbo Natale porta libri - 2017<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><b style="font-size: x-large;">Q</b>uesto post doveva uscire mesi fa. Per settimane la bozza è rimasta a prendere muffa senza che riuscissi a darle una forma decente. Oggi mi sono detta: "ora o mai più!", perciò ecco qua i miei libri natalizi.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgUG7afQub5ap07pYrv1blyhgk6BTEeZwrLdDo4MEwKuHIYN3pOOpJ9rL1tFahnNNFJxIxh1NkncCwY8DORwooJQCKTyENJNYYoZTNkbsIlVPZsygDYkn0UUqct5CwZyzIQHfI5Q38mw/s1600/318226-Books-With-Blurry-Christmas-Tree-In-The-Background.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="441" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgUG7afQub5ap07pYrv1blyhgk6BTEeZwrLdDo4MEwKuHIYN3pOOpJ9rL1tFahnNNFJxIxh1NkncCwY8DORwooJQCKTyENJNYYoZTNkbsIlVPZsygDYkn0UUqct5CwZyzIQHfI5Q38mw/s320/318226-Books-With-Blurry-Christmas-Tree-In-The-Background.jpg" width="235" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b>E</b></span>ro davvero convinta che quest'anno Babbo Natale non mi avrebbe portato nessun libro. Tutti sanno che ho tonnellate di libri da leggere e che non ho spazio dove mettere libri nuovi (ma ne compro avanti lo stesso), nessuno mi ha chiesto niente, e di solito qualche suggerimento lo chiedono. Ma quest'anno, o meglio l'anno scorso ormai, nada. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>i solito sotto l'albero non manca mai un autoregalo che finisce inevitabilmente per essere un libro, giusto per andare sul sicuro e avere la certezza che nel momento cruciale, dopo la mezzanotte della vigilia, avrò qualcosa di bello da scartare e per cui essere entusiasta: è la mia personale tradizione natalizia e la porto avanti da quando andavo ancora a scuola. Quest'anno, però, a dicembre ero fusa, stanca, stressata, con troppa roba da fare e poco tempo per farla, qualsiasi viaggio in libreria si trasformava in un toccata e fuga insoddisfacente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: large;"><b>O</b></span>vviamente mi sono ridotta a fare quasi tutti i regali di Natale sabato 23. Cinque ore di avanti e indietro per il centro città e di dentro e fuori da una dozzina di negozi, di cui la metà erano librerie, perché regalare libri mi piace e mi piace ancora di più vedere che poi i regali sono azzeccati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Temendo, appunto, di non ricevere alcun libro, ho pensato attentamente a cosa regalarmi, peccato che una grossa fetta della mia wishlist librosa sia fuori commercio. Ormai era tardi per comprare qualcosa on-line se speravo di avere qualche pacchetto da scartare sotto l'albero, così ho fatto una cernita in base alla reperibilità dei testi e sono uscita di casa con la mia bella lista. Dato che il tempo era ormai agli sgoccioli e che gli altri lettori della città avevano già arraffato il possibile svuotando gli scaffali, diversi dei titoli che cercavo latitavano. Sono ugualmente riuscita a trovare un paio di cosette che hanno proprio migliorato il mio Natale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a prima è <i>Nella casa del pianista</i> di Jan Brokken. Se la giocava con <i>Bagliori a San Pietroburgo</i> e <i>Anime baltiche</i>, dello stesso autore, perché è qualche mese che leggo commenti sempre positivi sui libri di Brokken e mi interessa ampliare le mie letture nel campo della non-fiction, che fosse edito da Iperborea poi era un plus. Vinta l'indecisione mi sono votata alla ricerca di questa biografia del giovane pianista Yuri Egorov, nella speranza di affiancare l'ascolto dei brani alla lettura del libro. Purtroppo non ho trovato l'edizione con la copertina che speravo, ma, dopo ore in piedi e sei librerie alle spalle, ho deciso che non era importante e ho colto l'occasione. Attualmente è in lettura e mi pare valga proprio la spesa.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj-DcWXoExecc1HRki7mpkvGmWTyK7ofjPa1I_jC9uaeZEJHqQ6A-k76xn38pxPyUihIllhyphenhyphenBH6tgIXhul8Qz5B8mgqpnmXsXmlvcLn8UKPaVq985LZHdtiNgsn_Ohxl2uTWRBSwj3Ozo/s1600/Nella+casa+del+pianista.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1432" data-original-width="718" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj-DcWXoExecc1HRki7mpkvGmWTyK7ofjPa1I_jC9uaeZEJHqQ6A-k76xn38pxPyUihIllhyphenhyphenBH6tgIXhul8Qz5B8mgqpnmXsXmlvcLn8UKPaVq985LZHdtiNgsn_Ohxl2uTWRBSwj3Ozo/s320/Nella+casa+del+pianista.jpg" width="160" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;"><i>La copertina che ho trovato</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;"><i> con la foto di Egorov</i></span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwXNzRXsppg_z6wNn1xoZCMNcF4QWptOGtwZVEva30mTmNtkkzPgfm-MxSPgNJHrrN076EwJFZSJOjD8Jc5t4pm5boe1lqdnTZsiyt9i6-QBlKYZ2P2y4C1xoI0wT4UmCHo6kMOJb5nxk/s1600/Nella+casa+del+pianista+-+quella+bella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="240" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwXNzRXsppg_z6wNn1xoZCMNcF4QWptOGtwZVEva30mTmNtkkzPgfm-MxSPgNJHrrN076EwJFZSJOjD8Jc5t4pm5boe1lqdnTZsiyt9i6-QBlKYZ2P2y4C1xoI0wT4UmCHo6kMOJb5nxk/s320/Nella+casa+del+pianista+-+quella+bella.jpg" width="160" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La copertina che volevo <br />ma non era destino avessi</i></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a seconda è il <i>Dizionario dei luoghi letterari immaginari</i> stilato da Anna Ferrari. L'avevo adocchiato all'inizio di dicembre ed ero tornata a sbavare in libreria almeno un altro paio di volte prima di decidere che era l'autoregalo che volevo assolutamente sotto l'albero. Il dizionario è bello ricco, pieno di luoghi descritti o nominati in opere secondarie o sconosciute, oltre ovviamente ai must del caso, ad esempio la voce <i>Inferno</i> occupa la bellezza di 26 colonne! Oltre ai luoghi geografici, comprende anche mezzi di trasporto, come il Nautilus di Verne, gruppi di persone, come il Circolo Pickwick di Dickens, e chissà cos'altro che non ho ancora notato. Sarà infinita fonte di curiosità letteraria e sprone alla lettura *u*</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiErZbg9qgrZJWMy09dvp7T0OkLUuacgb8ufY565Nteki6IPm-MfZAcbj-lJTJeEccprvrX2LcKQUV3UpS6RFME6tpSeM-aI8Og28yVY-CREAaf8exAQOngiAl6ZfZSWA9b36HPVqmzj0/s1600/Dizionario+dei+luoghi+letterari+immaginari.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1425" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiErZbg9qgrZJWMy09dvp7T0OkLUuacgb8ufY565Nteki6IPm-MfZAcbj-lJTJeEccprvrX2LcKQUV3UpS6RFME6tpSeM-aI8Og28yVY-CREAaf8exAQOngiAl6ZfZSWA9b36HPVqmzj0/s320/Dizionario+dei+luoghi+letterari+immaginari.jpg" width="224" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>lla fine, quando meno me l'aspettavo, dei libri Babbo Natale li ha portati lo stesso. Ho ricevuto un romanzo, una graphic novel e una cosa divertente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il romanzo è <i>Il serpente dell'Essex</i> di Sarah Perry. La stupenda copertina è bilanciata dagli orribili commenti sul retro, roba altisonante come:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i>«Se Charles Dickens e Bram Stoker si fossero riuniti per
scrivere il grande romanzo vittoriano, mi chiedo se avrebbero superato Il
serpente dell’Essex. Sarah Perry si afferma come una delle migliori scrittrici
inglesi di oggi».</i><br />
John Burnside</blockquote>
<div class="MsoNormal">
<o:p> e</o:p></div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>«Per l’originalità, la ricchezza della prosa e la profondità
nella caratterizzazione dei personaggi è improbabile che possa esserci un libro
migliore, quest’anno».</i><br />
Sunday Times</blockquote>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Giusto perché Neri Pozza non voleva sbilanciarsi -_-'</div>
<div style="text-align: justify;">
E' un romanzo storico di ambientazione vittoriana. Dalla seconda di copertina ha l'aria di un mystery e la cosa non mi dispiace. Dubito sarà all'altezza dei commenti entusiastici e molto fasulli, ma nulla toglie che possa essere una lettura piacevole. Staremo a vedere.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_WvOWRbVNSYZG4BOxTc2EyLogjvgTnQzTqATAO7PpEOAzDkJQobqI4Lkruxr579tt9cUqU6-ExLFxFGa1E0Tl49SKeZCEZ-Swjm_CKZ8UdS3CvkDpUhTlARR3TMZec6gG3Tpz7sF6Qfc/s1600/il+serpente+dell%2527Essex.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="644" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_WvOWRbVNSYZG4BOxTc2EyLogjvgTnQzTqATAO7PpEOAzDkJQobqI4Lkruxr579tt9cUqU6-ExLFxFGa1E0Tl49SKeZCEZ-Swjm_CKZ8UdS3CvkDpUhTlARR3TMZec6gG3Tpz7sF6Qfc/s400/il+serpente+dell%2527Essex.jpg" width="257" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a graphic novel è <i>Jane Austen</i> di Manuela Santoni. Me l'ha regalato un'amica con cui condivido un interesse per i classici. Ovviamente LEI adora Jane Austen. Io sono nel limbo: anni fa iniziai <i>Orgoglio e pregiudizio</i> e dopo poco più di 100 pagine mi sentivo davvero irritata. Sul momento pensai fosse l'ironia pungente, ma riflettendoci su mi sono accorta che ci sono altri libri fortemente ironici che invece ho apprezzato. Forse è il fatto che l'ironia austeniana non risparmia nessuno, facendo sembrare tutti i personaggi (tranne Elizabeth e Darcy) degli emeriti imbecilli.<br />
Quella volta accantonai la lettura ripromettendomi di provarci ancora con qualche altro titolo della Austen, magari <i>Persuasione</i>. Non ho ancora ripreso in mano niente di suo e non sono propensa nell'immediato futuro, ciò non toglie che il regalo mi abbia fatto piacere e che la biografia della scrittrice mi interessi anche se non sono ancora stata in grado di apprezzarne l'opera.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhumomkkjG25nMqH6t8-nIMx0JlYPdAZk8TUhSwrOrKF3ZsyG5FA7z4TvHPFhoN6fBMjU8HXtdzaeBt4dWnOZ8Qkvgw9Y36ORMK_l_C9kb2cN1gqaxQ1510Ni3Rs_6tPYqfkqZyPptl46I/s1600/Jane+Austen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1449" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhumomkkjG25nMqH6t8-nIMx0JlYPdAZk8TUhSwrOrKF3ZsyG5FA7z4TvHPFhoN6fBMjU8HXtdzaeBt4dWnOZ8Qkvgw9Y36ORMK_l_C9kb2cN1gqaxQ1510Ni3Rs_6tPYqfkqZyPptl46I/s400/Jane+Austen.jpg" width="275" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>nfine ho ricevuto un libretto intitolato <i>Non ho parole</i>. E' una raccolta di parole, frasi, modi di dire intraducibili in lingue diverse da quella di origine. E' l'evidenza di quanto il linguaggio influenzi la cultura e il modo di pensare, perché dare un nome a qualcosa significa ritenerlo importante abbastanza da essere menzionato, mentre, se un concetto non ha un corrispettivo linguistico in una lingua diversa da quella in cui è nato, è probabile che nella "nuova" (nel senso di altra, di diversa da quella di origine) cultura non esista proprio quell'idea. Un bell'esperimento che sa essere anche divertente.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx05CUB_LOHlnS_mVaQR8XmOP4DBhnKh6qzLoMOwv0MwSrbo6l18maPZKF9U4ZCDA7WWLjEIRQMO-r_sIjj6v5iYet7r-67ZrAPOkds9hhiYOtOw8-jLWbsxLXLD9pUbpcTK_dlZrFSuU/s1600/Non+ho+parole.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1560" data-original-width="1001" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx05CUB_LOHlnS_mVaQR8XmOP4DBhnKh6qzLoMOwv0MwSrbo6l18maPZKF9U4ZCDA7WWLjEIRQMO-r_sIjj6v5iYet7r-67ZrAPOkds9hhiYOtOw8-jLWbsxLXLD9pUbpcTK_dlZrFSuU/s400/Non+ho+parole.jpg" width="256" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>nsomma, io nei regali librosi a dicembre non ci speravo quasi più e invece sono finita con un buon bottino e un mucchio di roba da scartare. Grazie Babbo Natale!<br />
<br /></div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-12392981571003398362018-02-14T14:53:00.000+01:002018-09-20T12:29:35.381+02:00Novecento<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o sempre sentito parlare molto di Alessandro Baricco. Di solito i commentatori si dividono in due nette categorie: gli estimatori e i detrattori. Gli estimatori sembra lo amino per la capacità evocativa e le atmosfere un tantino surreali, i detrattori lo demoliscono per le frasi ad impatto e gli aforismi facili. Ammetto di non aver letto nessuna delle sue opere maggiori, come <i>City</i>, <i>Castelli di rabbia</i> o il celebre <i>Oceano mare</i>, ma, per quel poco che ho letto, mi sa proprio che non rientro in nessuna delle due categorie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>T</b></span>anti anni fa lessi <i>Seta</i>. Ricordo pochissimo di quel libro perché lo lessi in fretta (è scorrevole e molto breve) ed è passato molto tempo. Però ricordo che mi piacque e che lo riposi nel cassetto mentale in cui avevo già archiviato <i>Neve</i> di Maxence Fermine e <i>La ragazza color dell'alba</i> di Alev Lytle Croutier: in tutti e tre questi romanzi brevi ci sono atmosfere favolistiche, impalpabili e degli uomini che fanno viaggi in luoghi esotici e che si innamorano di una bellezza dall'aura misteriosa. Insomma, <i>Seta</i> mi era piaciuto e il mio primo incontro con Baricco andò bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>nni prima avevo visto <i>La leggenda del pianista sull'oceano</i> e me ne ero innamorata. Lo sono tutt'ora: mi ricordo le battute, gli sguardi e le musiche, e quelle tre ore di film mi sembrano troppo corte ogni volta che lo riguardo. Dato il mio smisurato amore per questa pellicola, avevo ovviamente deciso di leggere il monologo di Baricco da cui è tratta, ma andava sempre a finire che, dopo un giro in libreria, non lo compravo mai perché trovavo qualcosa di difficilmente reperibile che era proprio il caso di arraffare appena possibile, mentre <i>Novecento</i>, con i suoi 6,50€ e le copie onnipresenti su ogni scaffale veniva rimandato e rimandato, "tanto posso leggerlo quando voglio".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>n giovedì di fine settembre dell'anno scorso scopro che <i>Novecento</i> verrà rappresentato nella mia città, a prezzo scontatissimo e fuori cartellone, nell'ambito di un evento particolare. Non faccio neanche in tempo a pensare che vorrei andare a vederlo, che la mattina dopo ho già i biglietti in mano. Lo spettacolo è domenica sera, siamo venerdì e <i>Novecento</i> è un libercolo sottilissimo. Volo alla Feltrinelli in pausa pranzo, arraffo una copia e comincio a leggerla davanti a un bicchiere di latte macchiato.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwxfBFk7duud3XEDJTqBstHI4iR7JCOgyMcy3PecKuEc5glTHGdoDXnhQGj5k9jVa2cMlhnDE3kEZSCH9g-vSpu5ufEP33MO_ib09KPjUa-aXv4li_TO7Q9zl7bSt4mNlNv9yrb27f8E/s1600/novecento+copertine+vecchia+e+nuova.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="548" data-original-width="717" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwxfBFk7duud3XEDJTqBstHI4iR7JCOgyMcy3PecKuEc5glTHGdoDXnhQGj5k9jVa2cMlhnDE3kEZSCH9g-vSpu5ufEP33MO_ib09KPjUa-aXv4li_TO7Q9zl7bSt4mNlNv9yrb27f8E/s400/novecento+copertine+vecchia+e+nuova.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vecchia e nuova copertina Feltrinelli</i></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ll'inizio è impossibile non leggerlo con in testa le voci dei doppiatori del film e rivedere nella mente tutte quelle scene memorabili con Tim Roth e Pruitt Vince, ma con lo scorrere delle pagine mi slego dalla pellicola e il monologo acquista un suo personale carattere.<br />
Cos'ha di bello <i>Novecento</i>? A me personalmente piacciono l'ambientazione (prima metà del XX secolo), il linguaggio tipico del parlato (espressioni come "non son buono" per dire non sono capace, ripetizioni, dislocazioni, digressioni, riformulazioni) e l'intimità che si crea tra il lettore (spettatore nelle intenzioni originali) e il narratore, Max Tooney. E anche la nostalgia. E' una storia nostalgica perché sono i ricordi di Max, raccontati da Max stesso, dei suoi anni passati a suonare la tromba a bordo del Virginian, transatlantico, tra il 1927 e il 1933. E' la sua giovinezza raccontata a chi presta orecchio e il racconto della sua amicizia con Novecento, pianista sopra le righe, di una bravura incommensurabile. Novecento è il fulcro del racconto di Max, lo vediamo come lo vedeva lui, come lo ricorda lui, una creatura strana, piovuta da un altro pianeta quasi, un uomo fuori dagli schemi che deve aver profondamente cambiato Max (anche se noi di Max non sappiamo quasi niente al di fuori di quei sei anni sul Virginian). E' un ricordo dolceamaro e forse anche un epitaffio per la persona più importante della sua vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>mmetto però, che i detrattori di Baricco un po' hanno ragione, perché tutte quelle frasi furbette, buttate lì come se fossero spontanee, effettivamente ci sono e hanno dato fastidio anche a me. Ad esempio:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. </i>(p.13) </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Laggiù, in sala macchine, quella notte, Novecento e io diventammo amici. Per la pelle. E per sempre. Passammo tutto il tempo a contare quanto poteva fare in dollari tutto quello che avevamo rotto. E più il conto saliva, più ridevamo. E se io ci ripenso, mi sembra che era quella cosa lì, essere felici. O una cosa del genere.</i> (p.31) </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Andavo di fantasia, e di ricordi, è quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti, non c'è più nient'altro. Un trucco da poveri, ma funziona sempre. </i>(p.53)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l monologo mi è piaciuto comunque e l'ho letto in un soffio. Male non ha fatto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a messa in scena a teatro invece non mi è particolarmente piaciuta. La scenografia si è limitata a una vela al centro del palcoscenico e due sedie ai lati. Max, interpretato da Antonello Avallone, recitava con una vocina buffa, impostata. Di tanto in tanto partivano in sottofondo brani della colonna sonora del film, stupendi, perché Ennio Morricone non serve neanche spiegarlo, ma talvolta fuori luogo. Ad esempio, durante il duello con Jelly Roll Morton, Max parla dell'esecuzione di sei brani: tre fasi del duello per un brano a testa per ogni sfidante, quindi nel round 1 prima suona Jelly Roll Morton e poi Novecento, round 2 JRM-900, round3 JRM-900 = 6 brani in totale. Parte il racconto del duello e, in corrispondenza del primo brano, si sente la musica del film suonata da Jelly Roll. Segue il secondo brano e si spargono le note suonate da Novecento. Poi prosegue il racconto ma la musica tace, per tornare infine, brevemente, in corrispondenza dell'ultimo brano che decreta la vittoria di Novecento. Perché? Perché far sentire solo <i>la metà</i> dei brani mentre vengono <i>tutti</i> raccontati? La musica, volendo, c'era. Il tempo per inserirla pure. O tutti i brani o nessuno sembrava una scelta troppo radicale? Vabbè.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qua sotto la sfida completa:</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/F4VrSBe3Er0/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/F4VrSBe3Er0?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ncora peggio: interi brani sono stati tagliati dalla rappresentazione. Ora, non dico che uno non può tagliare, ma dev'esserci un motivo di sorta. <i>Novecento</i> è un monologo davvero breve anche da mettere in scena, un'oretta scarsa (nel mio caso 45 minuti), che reale bisogno c'era di tagliare delle parti? In particolare è stato tagliato un brano (effettivamente non fondamentale per la storia, non contiene fatti) che è il mio preferito: quello sui quadri che cadono quando meno te lo aspetti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eccolo qua: </div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/G9-7n5UE-84/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/G9-7n5UE-84?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>nsomma, è stato interessante vedere <i>Novecento</i> rappresentato a teatro dopo averlo già sperimentato nell'ambito del cinema e della letteratura, però non ho granché apprezzato la messa in scena. Mi sa che non riuscirò a rivederlo a teatro tanto presto, però, se in futuro mi capitasse di nuovo l'occasione, un pensierino ce lo farei ;)</div>
<br /></div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-24893142575039907472017-12-26T14:35:00.003+01:002017-12-26T14:58:30.427+01:00The Greatest Showman<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">D</span></b>ue parole su <i>The Greatest Showman</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Premettiamo che: </div>
<div style="text-align: justify;">
1- non disdegno affatto i film musicali. Non sono innamorata pazza del <i>Fantasma dell'opera</i>, come spesso capita agli amanti dei musical, ma da <i>Tutti insieme appassionatamente</i> a <i>Moulin Rouge</i>, da <i>Anna e il re</i> a <i>Into the Woods </i>(ne avevo parlato <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2015/04/into-woods.html" target="_blank">qui</a>), apprezzo una buona fetta del genere e sì, so pure le canzoni a memoria XD</div>
<div style="text-align: justify;">
2- non ho ancora visto <i>Les Miserables</i>, perché il piano è di non spoilerarmi Hugo, quindi sapevo che Hugh Jackman non è male ma non me l'ero mai ascoltato per bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>etto questo, <i>The Greatest Showman</i> mi è piaciuto con riserva. E' la storia molto riassunta e davvero molto molto "romanzata" di P.T. Barnum, imprenditore americano che nell'Ottocento mise su un circo, anzi il freak show più vario e famoso del secolo. Il talento di Barnum era il marketing e grazie alle sue idee geniali riuscì ad emergere passando da figlio di un sarto a businessman abbastanza ricco da ricostruire il suo circo più di una volta a causa di incendi. Insomma, l'elogio dell'America come terra delle opportunità per chi ha abbastanza fegato e furbizia da far fruttare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>e mie riserve riguardano il finale semplicistico, affrettato e molto buonista, ma soprattutto le musiche che, pur essendo belle e orecchiabili, suonano proprio scritte a tavolino con una formuletta per sfornare hit da popstar. Giuro, mi sono piaciute, ma non hanno quell'unicità che spesso contraddistingue le musiche di musical prestati al cinema dal teatro (perché <i>The Greatest Showman</i> è esclusivamente un film). Belle ma furbette, ecco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>onostante le riserve, il film è piacevole, scorre bene e Hugh Jackman è bravo. L'ambientazione e i costumi risaltano e c'è pure la love story, cosa volere di più?</div>
<div style="text-align: justify;">
Se qualcuno se lo guarda, mi spiega esattamente quale diavolo è il ruolo di Zac Efron nello show di Barnum? Voglio dire, a livello di trama è un pg fondamentale, ma effettivamente là nello spettacolo che cavolo faceva? XD<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>V</b></span>i lascio la ost, giudicate da voi:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/NyVYXRD1Ans/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/NyVYXRD1Ans?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-82442588402989889492017-07-10T20:41:00.000+02:002017-07-10T20:41:34.146+02:00Il lapis del falegname<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">N</span></b>el cuore della notte, in
un bordello della Galizia, Maria da Visitaçao, insonne, ascolta la
storia di Herbal. Lui è un uomo taciturno e riservato, ma quella
notte le racconta dell'infanzia cresciuta in una famiglia povera,
dell'innamoramento a prima vista della bella Marisa Mallo, degli anni
da secondino nelle carceri durante la guerra civile. Le parla del
dottor Da Barca, giovane idealista repubblicano la cui strada
incrociò quella di Herbal durante la guerra.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
All'epoca erano uno
carceriere e l'altro prigioniero. Il dottore, incarcerato come tanti
altri per motivi politici, emanava dignità e saggezza a dispetto
della sua giovane età. Gli altri carcerati lo rispettavano, fuori la
bella Marisa lo aspettava con ansia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In quegli anni da
nazionalista, Herbal seguiva i consigli che la vocina del pittore gli
sussurrava all'orecchio, lo stesso pittore amico del dottor Da Barca
che Herbal aveva fucilato assieme alle altre guardie nel lontano
1938.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><b><span style="font-size: large;">I</span></b>l pittore era tutto
d'un pezzo, spiegò Herbal a Maria da Visitaçao. E fu uno dei primi
che arrestammo. E' un tipo molto pericoloso, aveva detto il sergente Landesa. Pericoloso? Ma se non è capace neppure di schiacciare una
formica. Che volete saperne voialtri! Aveva ribattuto, enigmatico. E'
l'autore dei manifesti, quello che dipinge le idee.</i> (p.21)</blockquote>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>essuno, nemmeno lo
stesso Da Barca, ha mai saputo del legame tra il pittore, il dottore,
Marisa ed Herbal. Scivola fuori come una confessione dalla bocca di
Herbal alle orecchie della triste Maria, molti anni dopo la fine
della guerra.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>T</b></span>ra le distrazioni dei
“passeggiatori” notturni c'era quella della morte rimandata. A
volte, tra i prigionieri scelti per essere assassinati, ne
sopravviveva qualcuno cui toccava una pallottola a salve. E tale
fortuna, quel frammento di vita concesso dalla sorte, rendeva tutto
più drammatico, prima e dopo. Prima, perché una flebile e
capricciosa speranza squilibrava come un strada acciottolata la
solidarietà dei condannati legati in fila indiana. E dopo, perché
colui che tornava in galera testimoniava l'orrore con lo spavento del
suo sguardo.</i> (p.50)</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbDTGTjxo0oaD7h_iH7tg9h_jrV0ktBVvps_lgaLrC9gPwaTtWjh0hbyQoOurX_hn9ue3wwAD6JQRm4OFzzJAvbNjXj61Xi_3Xaio3Mw_Sx7OdtFIaVOcfBNi5_JHP_hrzbUUHMxpqK08/s1600/El+lapiz+del+carpintero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="924" data-original-width="592" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbDTGTjxo0oaD7h_iH7tg9h_jrV0ktBVvps_lgaLrC9gPwaTtWjh0hbyQoOurX_hn9ue3wwAD6JQRm4OFzzJAvbNjXj61Xi_3Xaio3Mw_Sx7OdtFIaVOcfBNi5_JHP_hrzbUUHMxpqK08/s640/El+lapiz+del+carpintero.jpg" width="410" /></a></div>
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><b><span style="font-size: large;">I</span></b>l lapis del falegname</i> è
un libercolo di Manuel Rivas tanto smilzo quanto forte. E' fatto di pagine poetiche e
malinconiche che raccontano questo legame di odio-amore di Herbal per
il dottor Da Barca.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Herbal odia il dottore.
Lo invidia perché viene da una buona famiglia, perché ha studiato,
per la sua aria intellettuale, perché è riuscito a conquistare
proprio l'amore della bella Marisa, perché si è guadagnato il
rispetto dei suoi compagni di prigionia.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Però prova anche
ammirazione nei suoi confronti. Per la sua fedeltà alla causa
repubblicana, per la sua rettitudine, per la sua intelligenza e
cultura e per la sua pacatezza.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E di questa parte
fondamentale che ha svolto nella vita di una guardia, il dottore non
ha mai saputo né mai saprà niente.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">E'</span></b> un romanzo, una
confessione, una liberazione e una testimonianza. E' la guerra civile
spagnola con più realismo di quanto potrebbe trasmetterne un libro
di storia. Davvero bello e, perché no?, anche struggente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<blockquote class="tr_bq" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><b><span style="font-size: large;">E</span></b> in carcere i
detenuti formarono anche un'orchestra. Tra loro c'erano diversi
musicisti di buon livello, i migliori delle Mari<span style="font-family: "times new roman" , serif;">ñ</span>as,
che durante il periodo della Repubblica era una zona rinomata per le
feste da ballo. Perlopiù erano anarchici e amavano i boleri
romantici, con la malinconia dello splendore perduto. Non avevano
strumenti, e così suonavano con il soffio e con le mani. Il
trombone, il sassofono, la tromba. Ognuno creava il suo strumento
nell'aria. Le percussioni erano invece autentiche. </i>[...]<i> Pepe Sánchez cantava. Lo avevano arrestato assieme a varie dozzine di fuggiaschi nelle stive di un peschereccio, sul punto di salpare per la Francia. Sánchez aveva il dono della voce e, quando cantava in cortile, i carcerati guardavano la città che si stagliava in alto, perché la prigione sorgeva in un avvallamento tra il faro e la città, come per dire non sapete cosa vi perdete. In quel momento, ognuno di loro avrebbe pagato per stare dove si trovava. Nella garitta, Herbal posava il fucile, appoggiava la testa sulla pietra sporgente e chiudeva gli occhi come fosse il custode di un teatro d'opera. </i>(p.63)</blockquote>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-32707314080053651702017-03-25T16:36:00.003+01:002017-03-25T16:39:21.006+01:00Bilancio 2016<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b style="font-size: x-large;">A</b>d anno ormai inoltrato, sembra tardi per fare una stima delle letture di quello precedente, ma sento la necessità di tirare le somme e fare il punto della situazione, che è quella riportata qui sotto.</span><br />
<span style="font-size: small;"><br /></span>
<span style="font-size: medium;"><b style="font-size: x-large;">S</b></span>ono bravissima a fare piani che poi non seguo. L'avevo detto che i <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2016/01/bilancio-2015-letture-2016.html" target="_blank">progetti di lettura del 2016</a> erano utopici. Ma rileggendo il bilancio dello scorso anno, mi sono stupita nel constatare che sono riuscita a tener fede a qualcuno dei miei propositi. Inaudito!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o letto di più, o almeno così mi dicono le statistiche di aNobii. Non molto di più, ma comunque più titoli e più pagine degli ultimi tre anni. Not bad, considerando che lavoro full time e mi sembra di non avere neanche il tempo di respirare. Come avrò fatto? Chi lo sa.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o iniziato il 2016 acquistando un taccuino e scribacchiandoci sopra le mie prime impressioni su quello che leggevo. E' andato tutto bene fino ad aprile, quando ho smesso di usarlo con regolarità e, come si può notare, ho anche accantonato il bloggo poco dopo, almeno ufficialmente, perché ho diverse bozze che aspettano una sistemata prima della pubblicazione.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o l'impressione di aver recuperato il gusto per la saggistica. Non ho finito di leggere niente in particolare, ma per mesi mi ha tenuto compagnia un saggio di Giovanni Pettinato sulla scoperta di Ebla che, benché probabilmente poco aggiornato (è del 1986), nondimeno è straordinariamente interessante e abbastanza scorrevole. Ormai mi manca poco per finirlo e spero di avere occasione di parlarne più avanti. Il mio incontro con Pettinato mi ha fatto venir voglia di rispolverare tutti quei saggi che in passato avevo comprato spinta dalla curiosità per l'argomento, ma che non avevo ancora mai letto seriamente perché, appunto, erano saggi.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>nche l'anno scorso non ho letto manco uno Shakespeare, però ho letto Cicerone e mi è piaciuto.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>er quanto riguarda il proposito di approfondire gli autori asiatici, la letteratura americana contemporanea, il fantasy e la sci-fi, ho iniziato l'anno leggendo <i>Anima</i> di Natsume Soseki, ho continuato con <i>La neve cade sui cedri</i> di David Guterson, ho proseguito il ciclo di Emily Gee con <i>The Fire Prince</i> e ho scoperto la stupenda scrittura di John Wyndham con <i>I trasfigurati</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho riempito un po' di lacune con Stevenson, Zweig, Byron, C.S. Lewis. Ho letto qualche paginetta di Steinbeck, Grossman e Donna Tartt. Ho iniziato un Dickens. Ho letto più autori italiani del solito, ho letto poesia e ho iniziato delle raccolte di racconti, categorie che in genere leggo di rado.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>S</b></span>e ho incontrato qualche libro veramente brutto, penso di averlo accantonato senza remore e di non essere rimasta delusa perché non mi aspettavo niente. Leggo ancora un sacco di roba easy, perché ho davvero bisogno di rilassarmi e non pensare più volte di quante vorrei, ma, comfort books esclusi (una quantità spaventosa), tutto quello che ho letto mi è piaciuto e farei molta fatica a indicare il titolo più significativo del 2016. Ho preferito Michele Mari o Guterson? Manuel Rivas o Wyndham? Emily Gee o Massimo Cuomo? Non lo so, li ho adorati tutti e non posso far altro che ringraziare gli autori e il mio intuito per i libri che mi porta, il più delle volte, proprio dove voglio andare.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhOPGi-CPhCu6Etcx_g43PKkwU2UwMVwq_ANLt5P4liI8s8Dkr65t2Qgg8sne8JnreJS3gPScKfJmzhfb8fWvexrL0Wy6pERFeMJ3Kr6nLEUe-bskOA_Zxk4RYKduwfXGKdQBg5lbMy8s/s1600/11002509_10153107177634634_4692166907428723713_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhOPGi-CPhCu6Etcx_g43PKkwU2UwMVwq_ANLt5P4liI8s8Dkr65t2Qgg8sne8JnreJS3gPScKfJmzhfb8fWvexrL0Wy6pERFeMJ3Kr6nLEUe-bskOA_Zxk4RYKduwfXGKdQBg5lbMy8s/s400/11002509_10153107177634634_4692166907428723713_n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Personalmente rimpiazzerei il caffè con del caffellatte e aggiungerei <br />qualche punto in più di Intelligent conversation, perché è davvero <br />un bene raro e io ne ho bisogno come l'aria.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<b><span style="font-size: large;">M</span></b>i pare di aver iniziato l'anno abbastanza bene, tenendo già fede a qualcuno dei nuovi propositi, che, tutto sommato, assomigliano a quelli dell'anno scorso, anche se spero di riuscire a concentrarmi di più sul riempire le lacune in materia di letteratura classica. Detto questo, mi metto al lavoro!</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-12533439532595215092017-02-05T19:04:00.000+01:002017-12-26T14:52:22.999+01:00L'isola del tesoro<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o sempre seguito un percorso di lettura molto diverso da quello dei miei coetanei. Come ho raccontato <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2016/02/nuovo-book-tag-parte-1-di-3.html" target="_blank">qui</a>, durante le elementari tutti leggevano <i>Vampiretto</i> e io invece no; alle medie ricordo le mie compagne di scuola parlare di <i>Harry Potter</i>, mentre io ci sono arrivata qualche anno più tardi; verso la fine delle superiori c'è stata un'ondata e diversi amici lessero, a distanza di pochi mesi gli uni dagli altri, <i>1984</i> e <i>Il ritratto di Dorian Gray</i>, mentre io di quel periodo ricordo con entusiasmo Huysmans, Tanizaki, Salgari. Ecco perché sto cercando di recuperare tutte quelle letture che in genere si fanno da ragazzi e che io ho saltato a piè pari.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>no di questi libri è indubbiamente <i>L'isola del tesoro</i>, con cui ho fatto finalmente conoscenza l'anno scorso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjymy1BVBEkH5dG4eYli4LMCEky3VPlQZbJEG5r1qfw1OD-WVt_PYGANJZOQpjmNQMfc4v_sBlxEt4n-j_AkMaQB5fiPvW4ehlVuuICLsFvAy32MC_RVWmDHag6auPCSOuoAmWnzV0_91A/s1600/IsolaDelTesoro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjymy1BVBEkH5dG4eYli4LMCEky3VPlQZbJEG5r1qfw1OD-WVt_PYGANJZOQpjmNQMfc4v_sBlxEt4n-j_AkMaQB5fiPvW4ehlVuuICLsFvAy32MC_RVWmDHag6auPCSOuoAmWnzV0_91A/s400/IsolaDelTesoro.jpg" width="242" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Robert Louis Stevenson, </i>L'isola del tesoro<i>,<br /> Milano, Garzanti, 2007.</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>nche se avevo già letto Stevenson molti anni fa (<i>La freccia nera</i> e non mi ricordo quasi più niente), mi sono stupita di cinque cose:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>1</b></span>- la grande capacità di Stevenson di caratterizzare i personaggi tramite i dialoghi. Ancor più delle descrizioni fisiche, il loro modo di parlare fa capire immediatamente il tipo di persona che si ha di fronte: </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
preciso ed essenziale il pragmatico dottor Livesey:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>E</b></span>ssere stato soldato significa qualcosa, ma ancor di più essere un medico. Nel nostro lavoro non c'è tempo per i tentennamenti.</i> (p.115)</blockquote>
conciso e senza peli sulla lingua il capitano Smollett:<br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"B</b></span>enissimo", disse il capitano. "Ora stammi a sentire tu. Se verrete uno alla volta, disarmati, mi impegno a mettervi tutti ai ferri e a riportarvi in Inghilterra dove avrete un regolare processo. Se non lo fate, il mio nome è Alexander Smollett, ho issato la bandiera del mio sovrano, e vi vedrò tutti in fondo al mare. Voi non riuscirete a trovare il tesoro. Non sapete governare la nave, perché tra voi non ce n'è uno che sappia governare una nave. Non riuscirete a sconfiggerci: Gray, lì, se l'è svignata in barba a cinque dei vostri. La tua nave è bloccata, capitano Silver; sei stato sbattuto dal vento sugli scogli e te ne accorgerai. Questo è quanto ho da dirti; e queste sono le ultime parole gentili che avrai da me; perché, in nome del cielo, la prossima volta che ti incontro ti ficcherò una pallottola nella schiena."</i> (p.139)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
sempre pronto a minacciare o a ingraziarsi gli altri quel carismatico voltagabbana di Silver:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"S</b></span>ta a sentire, però; tu sei giovane, certo, ma sei furbo come una volpe. L'ho capito appena t'ho visto, e ti voglio parlare da uomo a uomo".</i><br />
<i>Potete immaginare come mi sentii all'udire questo abominevole vecchio mascalzone adularlo con le stesse parole che aveva usato con me. Se avessi potuto, credo che l'avrei ucciso attraverso il barile. Intanto continuava, senza immaginare che ci fosse qualcuno ad ascoltare.</i><br />
<i>"Senti com'è con i gentiluomini di ventura. Fanno una vita dura e rischiano la forca, ma mangiano e bevono come galli da combattimento, e alla fine una crociera in tasca mica hanno due spiccioli, macché: centinaia di sterline, hanno. Certo, per lo più se ne vanno tutte in rum e un po' di bella vita, poi di nuovo in mare con addosso solo la camicia. Ma io non faccio così. Io metto via tutto. Un po' qui, un po' là, e mai troppo da nessuna parte, per non destare sospetti; ora ho cinquant'anni, e ascolta quello che ti dico: quando torno da questo viaggio mi metto a vivere di rendita. [...] E come ho cominciato? Da marinaio semplice, come te!".</i><br />
<i>[...]</i><br />
<i>"I gentiluomini di ventura", ribattè il cuoco, "di regola si fidano poco tra di loro, e fanno bene, ci puoi scommettere. Ma io ho un mio sistema, eccome se ce l'ho. Se un compagno - uno che mi conosce, voglio dire - molla il cavo dell'ancora, si ritrova all'altro mondo, lontano dal vecchio John. Ce nerano certi che avevano paura di Pew, e certi che avevano paura di Flint; ma Flint, lui, aveva paura di me. Proprio così, paura - e sì che era un tipo orgoglioso. Era la ciurma più turbolenta che si sia mai vista su una nave, quella di Flint; il diavolo in persona avrebbe avuto paura ad andare per mare con loro. Bene, ora ti dico una cosa - io non sono uno che si vanta e tu stesso hai visto quanto sia di compagnia - : ma, quando ero io il timoniere, i vecchi bucanieri di Flint erano a dir poco degli </i>agnellini<i>. Insomma, sulla nave del vecchio John puoi stare tranquillo".</i><br />
<i>"Be', sai che ti dico?", replicò il ragazzo, "prima di parlare con te, John, questa storia non mi piaceva per niente, ma ora, qua la mano".</i><br />
<i>"Sei una ragazzo coraggioso, e sei anche sveglio", rispose Silver, stringendogli la mano con una stretta così vigorosa da far tremare tutto il barile, "e non ho mai visto un ragazzo più portato a diventare un gentiluomo di ventura".</i><br />
<i>A questo punto avevo cominciato a capire il significato di quei termini. Chiaramente, per </i>gentiluomo di ventura<i> intendevano né più nè meno che un comune pirata, e la scenetta che mi era capitato di sentire non era che l'atto finale della corruzione di uno dei marinai onesti - forse l'ultimo rimasto a bordo.</i> (pp.77-78)</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"S</b></span>tammi bene a sentire, Jim Hawkins", disse, sussurrando con una voce appena udibile, "sei ad un passo dalla morte e, cosa ben peggiore, dalla tortura. Mi faranno fuori. Ma, bada bene, io ti difenderò qualsiasi cosa dovesse accadere. Non ci avevo pensato per niente, prima; no, finché non hai parlato in quel modo. Ero disperato all'idea di perdere tutto quel gruzzolo e di finire per giunta impiccato. Ma ho capito che sei in gamba. Mi sono detto: tu da' una mano a Jim Hawkins, John, e Hawkins la darà a te. Tu sei la sua ultima carta e, per tutti i fulmini, John, lui è la tua! Schiena a schiena, dico io. Tu salvi il tuo testimone e lui ti salverà il collo!".</i> (p.195)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
ingenuo e positivo lo Squire Trelawney:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>H</b></span>o acquistato la nave che è già stata armata. [...] L'ho avuta attraverso il mio vecchio amico Blandly, il quale si è rivelato in tutto e per tutto un gran brav'uomo. Questo tipo formidabile ha letteralmente lavorato come uno schiavo nel mio interesse, così come, si può dire, hanno fatto tutti a Bristol, appena hanno avuto sentore di quale fosse il porto verso cui faremo vela - vale a dire il tesoro.<br />[...]<br />Blandly in persona ha trovato la Hispaniola e, conducendo le trattative in modo assolutamente ammirevole, l'ha avuta per una sciocchezza. Vi sono persone a Bristol che nutrono assurdi pregiudizi contro Blandly. Giungono addirittura a sostenere che questo onest'uomo per i soldi farebbe qualsiasi cosa, che era lui il proprietario della Hispaniola e che me l'ha venduta ad un prezzo ridicolmente alto: una smaccata calunnia.[...]<br />Era l'equipaggio, invece, a preoccuparmi. [...] dopo un gran penare ero riuscito a metterne insieme non più di una mezza dozzina, finché il più incredibile colpo di fortuna non mi ha fatto trovare proprio l'uomo che ci voleva.<br />Me ne stavo sulla banchina quando, per puro caso, mi sono messo a chiacchierare con lui. Ho scoperto così che un tempo era stato marinaio, che aveva una taverna, che a Bristol conosceva tutta la gente di mare e che a terra ci aveva rimesso la salute e voleva un buon impiego come cuoco per tornare a navigare. Quella mattina, disse, si era trascinato fin lì zoppicando per sentire l'odore di salmastro.<br />Mi sono terribilmente commosso - lo stesso sarebbe accaduto a voi - e, per pure compassione, l'ho ingaggiato su due piedi come cuoco di bordo. Si chiama Long John Silver e ha perso una gamba, m questa io la considero una nota di merito, dato che l'ha perduta servendo il suo paese, sotto l'immortale Hawke. Non ha una pensione, Livesey. Rendetevi conto in che tempi esecrandi viviamo!<br />Ebbene, credevo di aver trovato solo un cuoco, invece ho scoperto un intero equipaggio. Tra Silver e me in pochi giorni abbiamo riunito una compagnia dei più coriacei lupi di mare che si possa immaginare - non belli da vedere ma, a giudicare dalle facce, gente dallo spirito veramente indomito. Dico, potremmo affrontare una fregata.<br />Long John si è anche sbarazzato di due dei sei o sette che avevo già ingaggiato. Gli è bastato un minuto per convincermi che erano proprio il tipo di lavativi d'acqua dolce da cui bisognava tenersi alla larga in un'avventura così impegnativa.</i> (p.52-53)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
mentre lo stralunato Ben Gunn parla con frasi spezzate, confuse e ripetute:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"A</b></span>llora, compagno, com'è che ti chiami?".<br />"Jim", gli dissi.<br />"Jim, Jim", fa lui, apparentemente molto soddisfatto. "Bene, allora Jim, la mia vita è stata così turbolenta che arrossiresti solo a sentirla. Ecco, per esempio: tu, a vedermi, non diresti che ho avuto una madre pia, non è vero?", domandò.<br />"Be', no, non particolarmente", risposi.<br />"E invece sì", disse lui, "lo era - e molto. [...] Ma è stata la provvidenza a farmi finire qui. Su quest'isola deserta ho potuto riflettere a lungo, e sono tornato ad essere devoto. Non mi pescherai più ad assaggiare del rum; a parte, ovviamente, un dito, così, alla salute, alla prima occasione. Sono deciso ad essere buono, e so come farò. E, Jim", aggiunse guardandosi intorno e proseguendo con un filo di voce, "sono ricco".<br />Ero ormai convinto che quel poveretto fosse impazzito per la solitudine e immagino che questa convinzione mi si leggesse in faccia, visto che continuava a ripetere, sempre più accalorato, la stessa frase:<br />"Ricco! ricco! ti dico"<br />[...]<br />"Be', Jim, tre anni sono stato qui e non un boccone di cibo da cristiani in tutto questo tempo. Ma ora, guarda; guardami. Ti sembro un marinaio semplice? No, dirai. E infatti non lo ero, dico io".<br />E così dicendo strizzò l'occhio e mi diede un pizzicotto forte.<br />"Basta che tu dica queste parole al tuo Cavaliere, Jim", continuò, "proprio queste parole qui: 'e infatti non lo era'. Per tre anni è stato l'unico uomo su quest'isola, notte e giorno, con la pioggia e col sole; e qualche volta, magari, si inventava una preghiera (dirai tu), e qualche volta, magari, pensava alla sua vecchia madre, se era viva (dirai tu) - per lo più il tempo di Gunn (questo è quello che dirai) - per lo più il suo tempo era occupato da un'altra questione. E poi gli darai un pizzotto, come questo".<br />E mi pizzicò di nuovo in modo fin troppo amichevole.<br />"Poi", continuò, "poi prendi e gli dici così: Gunn è un brav'uomo (tu dirai), e si fida ben oltremodo più - 'ben oltremodo', ricordati - di un gentiluomo nato che di questi gentiluomini di ventura, essendolo stato anche lui".<br />"Va bene", dissi, "non ho capito una sola parola di quello che avete detto."</i> (pp.105-108)</blockquote>
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<br /></div>
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<span style="font-size: large;"><b>2</b></span>- l'enorme influenza che ha avuto questo romanzo sull'immaginario collettivo relativo alle avventure piratesche. Mappe con croci rosse e tesori nascosti, gente di mare con ogni sorta di handicap fisico (a partire dalla gamba mancante), isole sperdute in climi caldi, il pappagallo come animale domestico, l'indole insubordinata, avida e lazzarona dei pirati, le grandi quantità di alcolici che consumano (rum compreso). E' assurdo pensare a quanto di stevensioniano ci sia nell'idea che oggi abbiamo dei pirati, sembra quasi che li abbia inventati lui!</div>
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<br /></div>
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<span style="font-size: large; font-weight: bold;">3</span>- il modo in cui i personaggi parlano di Flint e di Silver. Flint, defunto capitano della ciurma che ora segue Silver, era grandemente temuto. La sua collera era di certo micidiale (si suppone che da solo abbia fatto fuori ben sei dei suoi uomini solo per nascondere per bene il tesoro senza lasciare testimoni). Tutti lo odiavano, non ce n'è uno che si dispiaccia per la sua orrenda dipartita e il rispetto che gli usavano in vita era dovuto al timore delle ripercussioni in caso avessero osato sfidarlo o contraddirlo (un tipo di rispetto che non vale niente perché muta in rivolta alla prima difficoltà e non a caso il pappagallo di Silver si chiama Capitan Flint). Eppure Flint temeva Silver, di grado inferiore. Le caratteristiche principali di quest'ultimo sono la furbizia e soprattutto il carisma: è un trasformista in grado di convincere le persone con pantomine, parole e grandi doti d'attore, è in grado di salvare la pellaccia capovolgendo a suo vantaggio ogni situazione. Sembra destinato a seguire le orme di Flint, ma il suo essere pieno di risorse lo esenta da tale destino.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"I</b></span>mmagino che abbiate sentito parlare di questo Flint?"<br />"Sentito parlare!" esclamò il Cavaliere. "Sentite parlare, dite! Era il bucaniere più sanguinario che abbia mai solcato i sette mari. In confronto a Flint, Barbanera era un bambino. Gli spagnoli avevano una tale paura di lui che, vi dico, a volte ero orgoglioso che fosse inglese. Ho visto con questi miei occhi, al largo di Trinidad, le sue vele di gabbia, e quel codardo figlio di una botte di rum che comandava la nave su cui viaggiavo rientrò - capite, amico mio?, rientrò a Port of Spain".</i> (p.43)</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"N</b></span>on è un uomo qualunque, Barbecue", mi disse il timoniere. "Da giovane ha studiato, e quando vuole sa parlare come un libro stampato. E che coraggio! Un leone non è niente a confronto di Long John! Io l'ho visto agguantare quattro uomini e sbattergli le teste una contro l'altra - e lui disarmato".<br />Tutta la ciurma lo rispettava e gli ubbidiva. Aveva la capacità di saper parlare con tutti e di trovare il modo per rendersi utile a ciascuno.</i> (p.72)</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"A</b></span>h, Flint - quello sì che aveva cervello! A parte il rum, non s'è mai visto nessuno come lui. Non aveva paura di nessuno, quello, a parte Silver - eh, Silver era al suo livello". </i>(p.129)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>noltre, la grande amicizia tra Silver e Jim, di cui avevo sentito parlare in più di un'occasione, semplicemente non c'è, Jim e Silver non sono amici, si parano le spalle quando necessario e solo perché non c'è altro modo di restare vivi. In compenso entrambi nutrono ammirazione per il coraggio dell'altro. Questo non mi impedisce di adorare comunque <i>Il pianeta del tesoro</i> della Disney, dove l'amicizia tra Silver e Jimbo c'è eccome ed è, anzi, cardine della storia (e trasformare Ben Gunn in un robot svitato è stato un colpo di genio u_u);</div>
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<br /></div>
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<span style="font-size: large;"><b>4</b></span>- Jim Hawkins, o meglio il modo in cui gli altri personaggi lo trattano. Tecnicamente Jim è un ragazzino, avrà 13 o 14 anni. E' sveglio e pieno d'iniziativa e spirito d'osservazione. E' lui che trova la mappa, che avverte dell'arrivo dei pirati, che scopre per primo l'ammutinamento, che dà retta a Ben Gunn, che smaschera la natura mutevole di Silver. E' vero, fa tutte queste cose, ma è pur sempre un ragazzino, quasi un bambino, eppure gli altri personaggi, tutti adulti, lo trattano da loro pari: Jim è da subito coinvolto nella spedizione per il ritrovamento del tesoro, non ci sono mai dubbi sul fatto che lui partirà con Livesey e Trelawney abbandonando la madre e il lavoro alla locanda per un'avventura rischiosa per mare, da cui non si sa se né quando tornerà. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"S</b></span>e abbiamo l'indizio di cui parlate, armo una nave nel porto di Bristol, prendo con me voi e il nostro Hawkins e avrò quel tesoro, dovessi metterci un anno per trovarlo".</i> (p.43)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>T</b></span>utte le lettere con le quali viene organizzata la partenza sono indirizzate anche a Jim, è parte attiva della spedizione. Nessuno dubita della sua discrezione o della sua capacità di mantenere i segreti, in primis il luogo di sepoltura del tesoro. Nessuno pensa che trascinarsi dietro un ragazzino in un viaggio lungo e arduo sia un peso, né che Jim sarà inutile o starà tra le scatole dei "grandi". </div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"Q</b></span>uesto giovane Hawkins è un tipo in gamba, mi sembra di capire".</i> (p.42)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>ella parola di Jim ci si può fidare: quando rivela ll'ammutinamento al dottor Livesey, al cavalier Trelawney e al capitano Smollett, non c'è né uno che non si fidi di lui, anzi, si fidano ciecamente di quello che riuscirà a scoprire. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"J</b></span>im, qui", disse il dottore, "può aiutarci meglio di chiunque altro. Gli uomini di fidano di lui, e lui ha spirito d'osservazione".<br />"Hawkins, ho in te una fiducia prodigiosa", aggiunse il Cavaliere.</i> (p.88)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E</b></span>, come già detto al punto precedente, anche Silver ammira il suo coraggio, lo reputa un avversario di tutto rispetto. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Nessuno, nell'intero libro, si comporta con Jim come fosse un bambino, lo trattano tutti da adulto responsabile. Sarà uno dei motivi per cui generazioni di ragazzini hanno adorato questo libro (oltre alla massiccia dose di rischio e avventura che nella vita reale non avrebbero mai potuto gustare)?</div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>"O</b></span>ra, Hawkins, spiegalo tu al capitano com'è andata. Tu sei solo un ragazzo, certo, ma sei un tipo sveglio. L'ho capito appena sei entrato".</i> (p.60)</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>L</b></span>'idea di dubitare di Hawkins non ci sfiorò nemmeno; piuttosto, temevamo per la sua vita.</i> (p.113)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>5</b></span>- il clima dell'isola. Attingendo al succitato immaginario piratesco, pensavo ingenuamente che l'isola del tesoro si trovasse da qualche parte in America centrale o comunque nella fascia tropicale, con grandi caldi afosi, palmizi ed entroterra ricoperti di foresta pluviale. Ora, effettivamente, in una delle ultime pagine viene citata l'America meridionale (senza comunque offrire una collocazione precisa dell'isola), ma gli altri indizi del romanzo fanno pensare a tutt'altra location.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Mi sono divertita a mettere insieme tutto quello che si sa dell'isola per immaginare dove potrebbe trovarsi:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
- non si sa quanto dura il viaggio, sicuramente diversi giorni, ma non abbastanza da decimare abbondanti provviste di cibo, acqua dolce e alcolici, anzi, Trelawney tiene un barile sempre rifornito di mele sul ponte della nave in modo che chiunque ne voglia possa servirsi a suo piacimento, quindi il cibo non è razionato, non marcisce e dura ben oltre lo sbarco sull'isola, così come rum e vino, anche se i pirati ne tracannano in quantità;</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
- la geografia dell'isola prevede colline boscose, un monte e ampie zone acquitrinose (zeppe di zanzare e di malaria);</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
- alla fauna e alla flora dell'isola vanno ascritti anatre selvatiche, capre e serpenti a sonagli; giunchi, salici, abeti, querce castagnole, pini e lecci. Praticamente niente di tropicale tranne le spiagge sabbiose e quelle le abbiamo anche noi europei.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Ma allora dove sta l'isola? Abbastanza lontano da dover navigare per diversi giorni e da sapere che non si trova lungo rotte commerciali, in un posto abbastanza caldo da far sudare i personaggi ma non nella fascia equatoriale, altrimenti non ci sarebbe quel tipo di vegetazione. Forse non dall'altra parte del globo rispetto a Bristol, dove ha inizio il viaggio.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La butto là: potrebbe essere un'isoletta delle Azzorre, magari. Lassù nell'Atlantico, abbastanza vicino all'Europa. Sterili ragionamenti of course, ma mi sono divertita lo stesso a speculare XD</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq3kue6qB08Bng1Xfy6qNOQ2RoT5-KfjPteolyL2tAxGgp7B6rzqxvBMrJ6CenSh7RvFw2bIV-Lh90o3kpQ0t4AabIeMBo9cvT-hnrjN-2peB4yP7HQejId7UNdIby4DupEZWT6HpGzic/s1600/jolly+roger.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq3kue6qB08Bng1Xfy6qNOQ2RoT5-KfjPteolyL2tAxGgp7B6rzqxvBMrJ6CenSh7RvFw2bIV-Lh90o3kpQ0t4AabIeMBo9cvT-hnrjN-2peB4yP7HQejId7UNdIby4DupEZWT6HpGzic/s320/jolly+roger.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>Q</b></span>uanto a lui, bevve un lungo sorso e parlò con inaspettata solennità.<br />"Per trent'anni", disse, "ho solcato i mari, e ho visto il bene e il male, il meglio e il peggio, il tempo buono e quello cattivo, le scorte esaurirsi e, subito, saltar fuori i coltelli, e non so che altro. Ebbene, ti dirò, non ho mai visto nulla di buono venire dalla bontà. Chi mena per primo, questo mi piace; i morti non mordono; così la vedo - amen, così sia".</i> (p.175)</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>na breve e divertente avventura con ben più di quindici uomini e una sola bottiglia di rum :)</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-14276925635088064642017-01-22T23:20:00.000+01:002017-12-26T14:57:43.004+01:00Il processo di Verre<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>n realtà non avevo alcuna intenzione di tuffarmi in Cicerone. Ho il mio bel mucchio di classici latini da smaltire e Cicero, qui, non era nella lista. Però l'avevo comprato lo stesso, un libretto sottile (pp.127) che costava due lire. Il testo di cui si parla è <i>Il processo di Verre. Orazioni I e II</i>, in <i>I classici del pensiero libero. Greci e latini</i>, pubblicato nel 2012 come inserto del <i>Corriere della sera</i> e ripreso dall'edizione Rizzoli. Testo a fronte, traduzione di Nino Marinone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs85aYIv_gPMrCBjEfBzeSjF5tTSK3n8WKgNww8CEYdShQen9vDkSd9Y9lweKqaROb3QN8Zm888XlhjqkznR7OZ_Ad9cDEA52Iv4pkOMvgZhAiLo0gQsJeiyB7RjLzmjcPpmssQU4sDhY/s1600/il+processo+di+Verre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs85aYIv_gPMrCBjEfBzeSjF5tTSK3n8WKgNww8CEYdShQen9vDkSd9Y9lweKqaROb3QN8Zm888XlhjqkznR7OZ_Ad9cDEA52Iv4pkOMvgZhAiLo0gQsJeiyB7RjLzmjcPpmssQU4sDhY/s640/il+processo+di+Verre.jpg" width="412" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>al 73 al 71 a.C. Gaio Verre fu propretore della Sicilia. Durante i suoi tre anni di governo quella provincia andò in malora: estorsioni a scapito dei cittadini, torture, processi e condanne a random, spoglio di templi e monumenti cittadini, incuria di città, flotte ed esercito, esili, stupri e quanto di peggio si possa immaginare. Roba al livello del Catilina di Sallustio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 70 a.C. Cicerone accetta di rappresentare il popolo della provincia in una causa contro Verre su grande insistenza dei siciliani, che lo conoscevano perché era stato questore laggiù cinque anni prima.</div>
<div style="text-align: justify;">
All'epoca Cicerone era giovane (36 anni) ma già noto per aver vinto delle cause di un certo rilievo, sempre però nel ruolo di difensore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>a subito Verre fa ostruzione. Si prende a difesa un avvocato di grido, Quinto Ortensio Ortalo e, per guadagnare tempo, manda un altro avvocato, Quinto Cecilio (un signor nessuno per noi oggi), a reclamare la causa per sé, adducendo come motivazioni l'essere siciliano, al contrario di Cicerone, l'essere stato personalmente offeso da Verre (chiaramente non abbastanza da rifiutare il suo denaro) e di essere stato questore sotto Verre, quindi conosceva i suoi metodi e le sue colpe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l libretto di cui vi parlo contiene questa <i>divinatio</i> con cui Cicerone si dovette guadagnare il diritto ad accusare Verre. Inutile dire che la causa venne assegnata a lui e che se c'è qualcuno che sa come offendere e distruggere gli altri con grazia ed equilibrio, quello è Cicerone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><b><span style="font-size: large;">"</span></b><span style="font-size: large;"><b>M</b></span>a tu, Cecilio, che possibilità hai? in quale occasione o in quale faccenda hai dato agli altri qualche prova, non solo, ma ti sei assunto una responsabilità personale? Non ti viene in mente quale difficoltà comporti sostenere un processo penale? esporre l'intera vita di un altro, e presentarla non solo alla mente dei giudici ma anche alla vista e alla considerazione di tutti? difendere il benessere degli alleati, gli interessi delle province, la forza delle leggi, la serietà dell'amministrazione giudiziaria? Apprendi da me, poiché questa è la prima volta che ti si presenta l'occasione di imparare, quante doti deve avere chi accusa un altro"</i> (p.25)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>'S</b></span>to sfigatissimo Cecilio, lo fa a brandelli e trova anche il modo di vantarsi della propria bravura e integrità!</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>"C</b></span>apisco quanto sia insidiosa e difficile la situazione in cui mi trovo; infatti ogni forma di presunzione è odiosa, ma in particolare è certo la più fastidiosa quella a proposito dell'ingegno e dell'eloquenza. Perciò non dico nulla del mio ingegno: non c'è nulla che io possa dire, né, se ci fosse, lo direi; infatti, o mi basta l'opinione che si ha di me, qualunque essa sia, oppure, se è scarsa, non posso accrescerla facendone menzione."</i> (p. 31)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>na volta vinto il patrocinio della causa, Verre, diciamo pure cagato in braghe, comincia a spargere mazzette a destra e a manca senza pudore. Boicotta la scelta dei giudici, le date del processo, la candidatura di Cicerone a edile, compra o intimidisce testimoni e cerca perfino di corrompere Cicerone stesso! 'mazza che faccia tosta!</div>
<div style="text-align: justify;">
Al nostro avvocato vengono assegnati 110 giorni di tempo per raccogliere prove e preparare l'accusa. Durante quell'inverno particolarmente freddo, Cicerone parte per la Sicilia e in soli 50 giorni se la gira tutta a piedi a caccia di testimoni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tornato a Roma il dibattimento viene continuamente rimandato, anche perché tra l'estate e l'autunno c'erano un sacco di festività durante le quali i processi erano sospesi. Dopo aver fatto i salti mortali per ottenere una giuria composta da uomini integerrimi, si rischiava di finire nell'anno successivo e sarebbe stato un grosso problema, visto che con il cambio d'anno venivano anche sostituite diverse cariche pubbliche, ci sarebbe stato un cambio di giurati e quelli nuovi sarebbero stati quasi sicuramente corrotti dal denaro di Verre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">P</span></b>er giungere al dunque in fretta, Cicerone, invece di esporre le sue tesi a più riprese, rischiando continue interruzioni, punta il tutto per tutto in un unico discorso breve ma incisivo. Questa <i>Actio Prima</i> costituisce la seconda parte del mio libretto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>"V</b></span>i farò una confessione, giudici. Gaio Verre, è vero, mi ha teso molti agguati per terra e per mare: li ho respinti in parte con la mia attenzione, in parte per interessamento devoto e cortese di amici. Tuttavia non mi è mai sembrato di affrontare un rischio così grave e non sono mai stato tanto spaventato come ora al momento del processo. E non mi impressiona tanto l'aspettazione per la mia accusa e l'affluenza di sì grande folla (circostanze che mi rendono nervoso) quanto le scellerate insidie di costui, che egli tenta di mettere in atto contemporaneamente contro di me, contro di voi, contro il pretore, contro gli alleati, contro le nazioni estere, contro la classe senzatoriale, contro il prestigio stesso del senato. Egli infatti va ripetendo queste dichiarazioni: avrebbe da temere chi avesse sottratto quanto bastava a lui solo, ma lui ha rubato tanto che può bastare a molti; non esiste probità così integra che il denaro non possa travolgere, non esiste luogo tanto fortificato che esso non possa espugnare."</i> (p. 71)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>"Q</b></span>uesto è il processo in cui voi giudicherete l'imputato, il popolo romano giudicherà voi. Con quest'uomo si stabilità se è possibile, con una giuria formata da senatori, condannare un individuo gravemente colpevole e molto danaroso"</i> (p. 111)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span> questo discorso seguirono nove giorni di testimonianze dei crimini di Verre. L'imputato perse ogni speranza di assoluzione e, ancor prima della fine del processo, pensò bene di far sparire gran parte delle sue ricchezze e di darsi all'esilio volontario. Cicerone vinse la causa, ma il risarcimento che Verre dovette pagare furono briciole in confronto a quanto aveva estorto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il resto delle argomentazioni preparate da Cicerone non fu mai pronunciato in aula e l'<i>Actio Secunda</i>, comprendente altri cinque discorsi, vide la luce solo sui manoscritti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGJ5Y-NxDwIVZens9zr_aE67cAAwCCnylDzP2GFj-ZlGbCl69RlQMZ92SYQSnTOaHix_c2PJ_yOWWT7W1oNJX4bDP9x07h1ZVylyZjDOLlDOHFDIPPmXVZPtdY6IxGHOKyDICuPoJ1iss/s1600/il+processo+di+Verre+edizioni+BUR.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="443" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGJ5Y-NxDwIVZens9zr_aE67cAAwCCnylDzP2GFj-ZlGbCl69RlQMZ92SYQSnTOaHix_c2PJ_yOWWT7W1oNJX4bDP9x07h1ZVylyZjDOLlDOHFDIPPmXVZPtdY6IxGHOKyDICuPoJ1iss/s640/il+processo+di+Verre+edizioni+BUR.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px;"><i>Vecchia e nuova copertina dell'edizione BUR contenente sia l'</i>Actio Prima<i> che l'</i>Actio Secunda.</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>O</b></span>ra, tranne brevi passaggi per curiosità linguistica e deformazione personale, ho letto il testo in traduzione italiana, perché il mio latino non è mai stato abbastanza buono da tradurre ad occhio e per non perdere il filo del discorso durante la lettura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche con una miriade di subordinate la chiarezza del discorso è mirabile e la quantità e l'uso delle figure retoriche fanno paura: ripetizione, climax, preterizione, prolessi, domande retorche, expolitio e chissà che altro mi sono persa ad aver letto in italiano!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span> scuola Cicerone è un obbligo, versioni su versioni di testi giudiziari che, assieme ai rapporti di guerra di Cesare, possono rendere le ore di latino tedio infinito, al pari della mole di tabelle di declinazioni e coniugazioni da memorizzare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però poi arrivano i momenti come questo: è la seconda volta che mi ricredo su un autore studiato a scuola, a pezzi, per dovere. Non che Cicerone quella volta mi stesse proprio sulle balle (ma Manzoni sì), ma non era nemmeno interessante quanto un poeta o un narratore. Rivalutare e finalmente riuscire a vedere ciò che c'è di bello dove prima sembrava tutta palude dà un sacco di soddisfazione. Vale la pena dare seconde chances, provare per credere :D</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-90675978095966858012017-01-14T10:08:00.000+01:002017-01-22T18:22:19.391+01:00Nuovo Book Tag - Parte 3 (di 3)<span style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b>S</b></span>ono sei mesi che non metto mano al bloggo. Mea culpa. Non ho pubblicato niente ma ho lavorato ad alcuni post ancora in bozza, che finora non ho trovato il tempo/la voglia di ultimare. Il piano è quello di pubblicarli tutti nel 2017, spero proprio a un ritmo più rapido di un post ogni 180 giorni -_-'</span><br />
<span style="text-align: justify;">Il nuovo piano d'azione inzia con una fine, quella del book tag in tre parti che avevo iniziato <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2016/02/nuovo-book-tag-parte-1-di-3.html" target="_blank">qui</a> e proseguito <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2016/03/nuovo-book-tag-parte-2-di-3.html" target="_blank">qui</a>. Enjoy the reading!</span><br />
<b style="text-align: justify;"><b><br /></b></b>
<b style="text-align: justify;"><b><br /></b></b>
<b style="text-align: justify;"><b>Porti i libri dappertutto o li tieni al sicuro in casa?</b></b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>ipende da com'è fatto il libro. Libri con copertine morbide o molto sottili tendono a rovinarsi facilmente se scarrozzati di qua e di là in borsa, quindi preferisco lasciarli a casa. Libri con copertina rigida posso portarli in giro senza problemi, se hanno la sovracoperta, quella resta a casa ad aspettarli, tanto la metto comunque da parte quando comincio a leggere un libro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi porto sempre in ufficio un libro o due (sottili, altrimenti pesano) da poter leggere durante la pausa pranzo e, per evitare che gli angoli si pieghino e le copertine si graffino, dentro alla borsa li tengo in un sacchetto di plastica resistente. Proprio per la questione del trasporto ho differenziato la lista dei wannaread in "libri che posso portare in giro" e "libri da leggere a casa", così quando finisco un titolo ho già una rosa di candidati distinti per delicatezza dell'edizione, per così dire. Gli Einaudi Stile Libero, i Tea, i Neri Pozza, gli Oscar classici e i Bestsellers si rovinano alla velocità della luce, perciò se ne stanno buoni buoni a casuccia ad aspettare il mio ritorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho degli e-book anche nel cellulare. No, non ho proprio alcun problema a leggere su uno schermo tanto piccolo; no, non mi disturba la retroilluminazione (se è per quello leggo pure fanfiction al pc e, tranne periodi di forte stress agli occhi, in genere non mi fa né caldo né freddo); no, i caratteri minuscoli non sono un ostacolo, i lemmi del mio vocabolario hanno le stesse dimensioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, non ho problemi a portarmi in giro i libri, ma preferisco che non debbano subire maltrattamenti per la mia voglia di leggerli XD</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>S</b></span>e escludiamo i libri regalati che ho effettivamente scelto da me (perché mi hanno regalato un buono da spendere in libreria o perché individuati da una lista di titoli che mi era stata richiesta), i regali veri sono a sorpresa. Chiariamoci: regalare un titolo a sorpresa è molto più difficile che in altro modo, ma io apprezzo qualsiasi tipo di regalo libroso, se non altro per il pensiero (molto meglio se mi regalate libri invece di cianfrusaglie).<br />
Detto questo, le soprese migliori penso siano arrivate da mia madre. In vita mia mi avrà regalato sì e no tre libri, lei non legge narrativa, è più una che sfoglia guide di viaggio, per lei i libri senza fotografie hanno poco senso e non ha mai capito la mia passione per la lettura. Però un anno (sarà stato il 2003) per San Nicolò mi regalò un pacchetto con <i>Eragon</i> cartonato e mousepad con illustrazione di copertina. Ora, a casa mia non c'è la tradizione di farsi regali per San Nicolò, ci buttiamo anima e corpo sul Natale per quello, quindi era già strano che mi avesse fatto un regalo, ma lei scelse un libro e per di più un fantasy, genere che adoro. Sarà stato un caso? Aveva visto il cofanetto regalo e aveva pensato che per una festa ci stava bene? L'avrebbe preso lo stesso se nel cofanetto ci fosse stao un giallo o un libro di altro genere? Probabilmente sì, ma non importa, anche se <i>Eragon</i> non rientra tra i miei libri preferiti, anzi, non ho nemmeno finito di leggerlo, fu ugualmente una bellissima sorpresa.<br />
Tempo dopo la mamma fece di nuovo la stessa cosa, solo che stavolta mi regalò per Natale il volume 3 del <i>Ciclo di Belgariad</i> di David Eddings. Okay, era l'ultimo volume di un ciclo che non avevo nemmeno ancora comprato, ma era un libro fantasy e tanto mi bastava.<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ltri regali degni di nota sono stati:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7guV1CTisxu4O219m2zt2QEQhoJ7uTr0nIneKHXXZntgLb8qv_SSzLAHQAEx58dGR4DSknxJjIYUTYQkxqeRN1K1902mEtpcCfbblJnsS1O9LPk6YElQj-ifSx-Gz-hXSLd7cxGDD5OI/s1600/il+mago.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7guV1CTisxu4O219m2zt2QEQhoJ7uTr0nIneKHXXZntgLb8qv_SSzLAHQAEx58dGR4DSknxJjIYUTYQkxqeRN1K1902mEtpcCfbblJnsS1O9LPk6YElQj-ifSx-Gz-hXSLd7cxGDD5OI/s200/il+mago.jpg" width="121" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<br />
<i><span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l mago</i> di Ursula LeGuin, emerso come per magia da un borsone di libri giunto a me da amici di amici di amici che volevano disfarsene. Nel resto della borsa c'erano gialli e libri avventurosi per ragazzi, questo era l'unico fantasy, il primo che lessi e il primo che amai;<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfroxVOMzYZSD8CurCOyBZ0a8xe_T8PN3f_oJ7-3z6dcKynk45mEHtUCvmcC8y4mPuxfmy6BKbkQeov888C1Q8kd6rDoP2ykwugCQSN-w1F3nqjZu0u-Uf0_4YPH1-BySr6x5IKG2KH3s/s1600/elogio+della+matrigna.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfroxVOMzYZSD8CurCOyBZ0a8xe_T8PN3f_oJ7-3z6dcKynk45mEHtUCvmcC8y4mPuxfmy6BKbkQeov888C1Q8kd6rDoP2ykwugCQSN-w1F3nqjZu0u-Uf0_4YPH1-BySr6x5IKG2KH3s/s200/elogio+della+matrigna.jpg" width="122" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><span style="font-size: large;"><b>E</b></span>logio della matrigna</i> di Mario Vargas Llosa. Non era neanche lontanamente in wishlist, mi interessava poco e per molto tempo lo tenni lì senza leggerlo. Poi lo aprii e ringraziai di nuovo chi me l'ha regalato;<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuYOxtG6LEZUUki8hxfng_UNYcwGVWIahGkIyx2pH8wJSq2udUncTF-e1BS-f0VrssbH-9uZCw5FRlbYozU0AAYteoWNmQzbM22fum56wdwss7vONDum5sQLy9DNqeakGDwXU77Rp5QFs/s1600/le+lettere+di+berlicche.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuYOxtG6LEZUUki8hxfng_UNYcwGVWIahGkIyx2pH8wJSq2udUncTF-e1BS-f0VrssbH-9uZCw5FRlbYozU0AAYteoWNmQzbM22fum56wdwss7vONDum5sQLy9DNqeakGDwXU77Rp5QFs/s200/le+lettere+di+berlicche.jpg" width="127" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><span style="font-size: large;"><b>L</b></span>e lettere di Berlicche</i> di Charles Lewis. Come sopra: non mi interessava per niente, io non l'avrei mai comprato, anche perché <i>Il nipote del mago</i>, sempre di Lewis, non mi era piaciuto granché ed era un autore che non avevo intenzione di approfondire. Ma l'ho letto il mese scorso e l'ho trovato molto interessante, urge secondo ringraziamento anche per questo libro;<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisieQRgnuNAS0KlFcrJ-hwZTqWcq58yGjVGN4LG5pESEZix8XfwewbmlN39TEB6Kbpe_tSI2W6knfG7Xlbum4AZLYlHICHnNw5reX01-DpJV8iIqowhUExhypuxmIonfd1Rpn3a64SIBU/s1600/spada+nella+tempesta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisieQRgnuNAS0KlFcrJ-hwZTqWcq58yGjVGN4LG5pESEZix8XfwewbmlN39TEB6Kbpe_tSI2W6knfG7Xlbum4AZLYlHICHnNw5reX01-DpJV8iIqowhUExhypuxmIonfd1Rpn3a64SIBU/s200/spada+nella+tempesta.jpg" width="129" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><span style="font-size: large;"><b>S</b></span>pada nella tempesta</i> di David Gemmell. Il giorno del mio compleanno di qualche anno fa scartai un pezzo di cartone con su scritto questo titolo. Mi spiegarono che il libro doveva ancora arrivare perché, essendo fuori catalogo, era stato acquistato su eBay ed era in viaggio verso la sua destinazione finale. La maggior parte della gente esce il giorno prima e va in libreria a cercare qualcosa da regalare, quindi lottare con la scarsa reperibilità di un titolo è un regalo più che gradito (poi, ancora una volta, un fantasy);<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAMkOrSlcsSQsjpKVyT4VtaMIQLioibPTjO-E6gbOue0dIrc7RP_fYE5EkYfnqljp0ISJJPdmw_VCDno1xtJEBSDUa1XOCaRdmhyphenhyphenMsGMMHKVIo0HrEW9FoWzRQlw2za6hyphenhyphenFzIbaO3Y8C8/s1600/Possessionbookjacket.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAMkOrSlcsSQsjpKVyT4VtaMIQLioibPTjO-E6gbOue0dIrc7RP_fYE5EkYfnqljp0ISJJPdmw_VCDno1xtJEBSDUa1XOCaRdmhyphenhyphenMsGMMHKVIo0HrEW9FoWzRQlw2za6hyphenhyphenFzIbaO3Y8C8/s200/Possessionbookjacket.jpg" width="126" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><span style="font-size: large;"><b>P</b></span>ossession. A Romance</i> di Antonia Byatt. Si tratta dell'edizione in lingua inglese di uno dei miei libri preferiti. Un'amica l'ha scovato in una libreria dell'usato in Francia e, trattandosi di una bella edizione (tascabile e con una copertina stupenda), sapendo che è un libro che ho amato e che leggo anche in inglese, la mia amica ha pensato a me e mi ha fatto veramente felice :)<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>R</b></span>icapitolando, i migliori libri regalati sono tali perché A- il libro mi è piaciuto contrariamente alle mie previsioni, o B- il libro può essermi piaciuto o meno ma la persona che me l'ha regalato ha fatto uno sforzo per farmi contenta.<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Come scegli un libro da regalare?</b><br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>R</b></span>egola numero 1: pensare alla persona che leggerà il libro. Non scelgo libri a caso ma cerco di selezionare titoli che potrebbero interessare alla persona cui sono destinati. Quali sono i suoi interessi? Che lavoro fa/cosa studia? Ha degli hobby? Agisce secondo una qualche filosofia di vita? In che modo pensa? Sarebbe in grado di apprezzare qualcosa che non conosce o è meglio andare sul sicuro e scegliere argomenti o autori che già conosce? Dipende.<br />
Un po' di esempi.<br />
Mio padre adora lo sfavillio delle nuove tecnologie. Tutto ciò che sembra minimale e futuristico ha un ascendente su di lui, non importa quanto possa essere inutile, se è nuovo gli piace. Ecco perché apprezza la fantascienza. Ma non sci-fi qualunque (genere vastissimo), a lui piace la fantascienza avventurosa, perché concepisce la letteratura e il cinema solo come intrattenimenti e niente più, quindi ovviamente non gli regalerò mai Stanislaw Lem. In compenso gli è piaciuto il ciclo di Tschai di Jack Vance.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmhAyp-_nCwM_vPnKNnZTUQoH5sdCE2LdYDGbJh9Bjf4OrK7lbwKpAg6yQI_6zfTXAljKmLKNrQSxANMefx32CGeKg0nyPxCne9GNmeblIrYBsepwkRcbVZdGTOqTo8ckwM2iT6uR5WGQ/s1600/ciclo+di+Tschai.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmhAyp-_nCwM_vPnKNnZTUQoH5sdCE2LdYDGbJh9Bjf4OrK7lbwKpAg6yQI_6zfTXAljKmLKNrQSxANMefx32CGeKg0nyPxCne9GNmeblIrYBsepwkRcbVZdGTOqTo8ckwM2iT6uR5WGQ/s640/ciclo+di+Tschai.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>M</b></span>ia zia è innamorata dei romanzi storici. Più che gli affreschi di un'epoca, le piacciono le biografie, seguire la vita di uno o pochi altri protagonisti il più a lungo possibile. Ancora meglio se il libro è incentrato su una donna o se tratta anche della condizione femminile. Quindi in genere le regalo storici o biografie romanzate con protagoniste donne (ce ne sono a tonnellate nel catalogo Neri Pozza). La maggior parte delle volte ci ho azzeccato.<br />
Mia madre non è una gran lettrice. A lei piacciono le piante, i viaggi e negli ultimi anni ha sviluppato un interesse per i musei e le mostre d'arte. Non avendo compiuto studi umanistici, l'arte per lei è un argomento sconosciuto ma affascinante, comincia a volerne sapere di più. Questo Natale le ho regalato un libro illustrato su Monet (che a me neache piace) che riunisce la sua passione per i fiori e i giardini (è andata anche in visita a Giverny) a quella per gli impressionisti. Regalo apprezzatissimo.<br />
Ad amici che scrivono poesie ho regalato poesie, a chi si interessa di Oriente e questioni internazionali ho regalato la testimonianza di una ragazza fuggita dalla Corea del Nord (Park YeonMi <i><a href="http://www.marieclaire.it/var/marieclaire/storage/images/bozze/intervista-a-yeonmi-park-per-la-autobiografia-la-mia-lotta-per-la-liberta/cover-di-la-mia-lotta-per-la-liberta/24118260-1-ita-IT/Cover-di-La-mia-lotta-per-la-liberta_image_ini_620x465_downonly.jpg" target="_blank">La mia lotta per la libertà</a></i>), a un amico patito di filosofia (e che ha già letto molto sull'argomento) e amante della sci-fi ho regalato <i>Frankenstein</i> di Mary Shelley (e lui in cambio mi ha regalato <i>Le lettere di Berlicche</i>). Tutti regali che hanno riscosso successo, quindi direi che il mio metodo funziona.<br />
Chiaramente bisogna tener conto di un altro paio di fattori. Per primo la disponibilità del libro: se non è in commercio è necessario ingegnarsi per regalare il libro giusto. O si cambia titolo, o si cerca usato oppure (non l'ho ancora mai fatto, ma per certi titoli e certe persone sarei tentata) si sceglie un libro libero da copyright e lo si stampa e rilega, davvero bello se si sceglie un testo prenovecentesco, così si regala una sorta di ristampa anastatica personalizzata e resta solo da scegliere una copertina in accordo con caratteri e impaginazione. Un'idea azzardata ma di grande effetto.<br />
Poi io ho una grande fortuna: sono in grado di farmi un'idea abbastanza chiara del libro (del tenore, dell'atmosfera) senza aver effettivamente letto il testo. Magari leggo un estratto o raccolgo informazioni, leggo commenti e recensioni e, da tutto questo, riesco a capire se il libro potrebbe piacere non solo a me, ma anche ai destinatari del regalo. Quindi riesco a regalare anche libri che non ho letto. E piacciono. Yay!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando un libro ha delle note le leggi o le salti?</b><br />
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>e note si leggono. Sempre. Innanzitutto è meglio distinguere tra diversi tipi di note.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLSHKTKK7zCyC-i1cO1KMXqtm1lIXJB8sNhPME9qPM2jISaWRST_WE-d7otFypEU5_gMAanmTmw1_QGC5x_K5OIDB0aILJv-WW_p4yzN4NY-6c5LLjx83rWqw2_OSZfAz7sMxv5fDq8U/s1600/Studi+su+Dante+02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLSHKTKK7zCyC-i1cO1KMXqtm1lIXJB8sNhPME9qPM2jISaWRST_WE-d7otFypEU5_gMAanmTmw1_QGC5x_K5OIDB0aILJv-WW_p4yzN4NY-6c5LLjx83rWqw2_OSZfAz7sMxv5fDq8U/s200/Studi+su+Dante+02.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Romano Guardini,</i> Studi su Dante<i>, <br />Brescia, Morcelliana, 2008, p.164</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>C</b></span>i sono le note con riferimenti bibliografici: sì, quelle le leggo. La bibliografia è fondamentale se il libro mi sta piacendo e voglio approfondire l'argomento. Prima dell'università non avevo compreso appieno l'utilità di queste informazioni, ma, dopo aver scritto due tesi, posso dire che sono oro colato.<br />
<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvFWf0KgdB69Vge2wRN0IPMtGjlpzUDcVo56KfJwALnC_FTI7L6DEatz_IMPS9FNPwWIUZdreFpsueg9wyLrN1ezMrKHXkGLCggn0i3vXM6aTbTMC-dyiHxhZNsk7HpbHbjiTXajpFUok/s1600/Strange+%2526+Norrell02.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvFWf0KgdB69Vge2wRN0IPMtGjlpzUDcVo56KfJwALnC_FTI7L6DEatz_IMPS9FNPwWIUZdreFpsueg9wyLrN1ezMrKHXkGLCggn0i3vXM6aTbTMC-dyiHxhZNsk7HpbHbjiTXajpFUok/s200/Strange+%2526+Norrell02.jpg" width="121" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: center;">
<i style="font-size: 12.8px;">Susanna Clarke, </i><span style="font-size: 12.8px;">Jonathan </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;">Strange & il Signor Norrell</span><i style="font-size: 12.8px;">,</i></div>
<i><div style="text-align: center;">
<i style="font-size: 12.8px;">Milano, TEA, 2007, p.349</i></div>
</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">C</span></b>i sono le note con le spiegazioni del testo, di solito aggiunte dal traduttore o dal curatore: anche quelle le leggo. Non sempre le spiegazioni sono utili, a volte le note dicono cose scontate o risapute (almeno per me), ma come faccio a saperlo se non leggo la nota per intero? Ergo, me le leggo e, se sono fortunata, mi raccontano qualcosa di nuovo che non so.<br />
<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWOBLFd6ubxtUN5OLuaNPpBBTZLC8IQCwFQUEamUm_TzO9nvEHdJe8oOLtV87G-L7pAPtEIInhLo9qO9BdZmPsDGh5-TOQ7EL7VOzNwqDXICDBMkm1fTUHiuw8OLSUyoeGVVOOKw1vml4/s1600/Cantari+antichi+02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWOBLFd6ubxtUN5OLuaNPpBBTZLC8IQCwFQUEamUm_TzO9nvEHdJe8oOLtV87G-L7pAPtEIInhLo9qO9BdZmPsDGh5-TOQ7EL7VOzNwqDXICDBMkm1fTUHiuw8OLSUyoeGVVOOKw1vml4/s200/Cantari+antichi+02.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: center;">
<i style="font-size: 12.8px;">Domenico De Robertis, </i><span style="font-size: 12.8px;">Cantari </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;">antichi</span><i style="font-size: 12.8px;">, in </i><span style="font-size: 12.8px;">Studi di filologia </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;">italiana</span><i style="font-size: 12.8px;">, XXVIII, 1970, p.113</i></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>C</b></span>i sono le note con le varianti lessicali (mi riferisco alle edizioni critiche). Inutili per la stragrande maggioranza dei lettori, funzionali se si intende leggere l'opera con un approccio critico, per ricostruire il testo nella sua forma originale, o comunque quella più vicina all'intenzione dell'autore, spogliandolo di errori di traduzione, stampa, copiatura. In genere queste note non mi interessano, ma quando vedo l'apice della nota, finisco sempre per buttare l'occhio a fondo pagina (o alla fine del testo) per vedere se ci trovo qualcosa di stimolante.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>oi ci sono le finte note, o meglio note scritte dall'autore che sono parte integrante del testo. Il contenuto della nota è un approfondimento, quindi materiale importante per la comprensione dell'opera nel suo insieme, non si tratta di roba "a parte", non è un surplus sorvolabile, ma un altro pezzetto di libro che, per motivi di organizzazione del testo, creazione del punto di vista etc., l'autore ha ritenuto saggio infilare da qualche altra parte.<br />
Esempio perfetto di questo tipo sono le note di <i>Jonathan Strange & il Signor Norrell</i> di Susanna Clarke: alcune note propongono aneddoti sui personaggi oppure fiabe o leggende create per dare profondità all'universo di John Uskglass. Sono tra le parti più belle di un libro fantastico, saltarle sarebbe sacrilegio (per di più alcune sono molto lunghe, anche due o tre pagine, quindi è chiaro che sono importanti ed è il caso di leggerle).<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAGOUS_Atzi2JP2TWhllulrrdvS-3Yb1xv6uKfXjjYq_xGjuH7yp_1FnqncCnT6x02v8l-zNCCX5oWMQAY0iPga7efDnxBeMz6cADNKe7a0F9PLcpU270iZhOvqXKEyfxLV_id9jW0RA4/s1600/Strange+%2526+Norrell+aneddoto+02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAGOUS_Atzi2JP2TWhllulrrdvS-3Yb1xv6uKfXjjYq_xGjuH7yp_1FnqncCnT6x02v8l-zNCCX5oWMQAY0iPga7efDnxBeMz6cADNKe7a0F9PLcpU270iZhOvqXKEyfxLV_id9jW0RA4/s320/Strange+%2526+Norrell+aneddoto+02.jpg" width="193" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Jonathan Strange & il Signor Norrell<i>, op. cit., p. 284.<br />Un esempio degli aneddoti e delle fiabe che la <br />Clarke ha inserito in nota per arricchire l'opera.</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAHFVTLxA-2hI1XzL4Ul7puRNVqzUATvsifIpkHBsnuDlpytv1-dE5wlUtjft_3qe3tx65xa3xY6-EKIra8tBOQkwPNxEwvL-Kl3hyphenhyphenj4qr2bFSTJ1vNdDjgx4Yt8xSKIqojWq7Vs_sTQo/s1600/Strange+%2526+Norrell+nota+02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAHFVTLxA-2hI1XzL4Ul7puRNVqzUATvsifIpkHBsnuDlpytv1-dE5wlUtjft_3qe3tx65xa3xY6-EKIra8tBOQkwPNxEwvL-Kl3hyphenhyphenj4qr2bFSTJ1vNdDjgx4Yt8xSKIqojWq7Vs_sTQo/s320/Strange+%2526+Norrell+nota+02.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Jonathan Strange & il Signor Norrell<i>, op. cit., pp.428-429.<br />La Clarke ha anche creato una finta bibliografia <br />a supporto del suo mondo magico </i>*u*</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Leggi eventuali prefazioni o postfazioni o le salti?</b><br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>on ho la sensazione di aver finito di leggere il libro se non leggo tutto, ma proprio tutto. Leggo il frontespizio, il colophon, l'indice, le note bio-bibliografiche, le introduzioni e quindi anche prefazioni e postfazioni. Però prefazioni e introduzioni spesso e volentieri sono zeppe di spoiler, specialmente nel caso di classici della letteratura (dove si trovano anticipazioni sul finale perfino nella sinossi in quarta di copertina), perciò le leggo per ultime; una volta finita l'opera, torno indietro e recupero quello che avevo saltato in precedenza. Non solo per gli spoiler, che rovinano la lettura (e, peraltro, non è affatto detto che, poiché un libro è un noto classico, il lettore ne conosca la trama, i personaggi o il finale), ma anche perché introduzioni e prefazioni offrono un'interpretazione del testo o una chiave di lettura. Io preferisco leggere il libro e farmi un'idea mia prima di affrontare quelle degli altri (e magari poi condividerle o farle mie), non voglio essere influenzata ancora prima di avere la possibilità di riflettere personalmente su quanto letto. E' un po' come guardare il film prima di leggere il libro: ci si preclude la possibilità di immaginare storia, ambienti e personaggi a modo proprio e si adottano quelli degli altri. Invece di godere di due diverse versioni (che in partica diventano due storie differenti), ci si limita a una soltanto, perdendosi metà del divertimento.<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>E</b></span>cco, avevo due cosette da dire ed è stato divertente dirle. Intanto buon anno, lettori!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-30716727115223058762016-06-27T20:22:00.001+02:002017-01-14T10:05:14.392+01:00Batman v Superman: Dawn of Justice<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><b style="font-size: x-large;">A</b>vevo scritto questo post settimane fa e me l'ero tenuto tra le bozze pensando di rifinirlo nei giorni seguenti, ma poi il tempo mi è mancato e alla fine ve lo cuccate così come mi era venuto fuori di getto pochi giorni dopo aver visto il film. Quindi, bando agli indugi, oggi si parla di</span> <i>Batman v Superman: Dawn of Justice</i>.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyd2Yve114wm9_tD3YLd2V_gG2Yu2GFEpCADYSa9HyAxezweYrCio5_EGxGBWzZxcObItL5hJWwLGEaVIG8-yVizR6ymJ8uFVhwtV6zZ_oWAmQ6LnONLOgBJA0JiLMFHzGTxTn0NjpBDM/s1600/Batman+v+Superman+02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyd2Yve114wm9_tD3YLd2V_gG2Yu2GFEpCADYSa9HyAxezweYrCio5_EGxGBWzZxcObItL5hJWwLGEaVIG8-yVizR6ymJ8uFVhwtV6zZ_oWAmQ6LnONLOgBJA0JiLMFHzGTxTn0NjpBDM/s640/Batman+v+Superman+02.jpg" width="444" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>F</b></span>in dal suo annuncio questo film ha scatenato polemiche e previsioni fataliste. Per non parlare di quando Ben Affleck è entrato a far parte del cast nel ruolo di Batman. Non uno dei commenti pre-film che ho sentito/letto sembrava promettere bene e in effetti i crossover possono essere un problema spinoso, questo film in particolare ha dovuto affrontare tutta una serie di fattori sfavorevoli alla sua produzione. <br />
Innanzitutto è una trasposizione, che implica sempre un cambio di linguaggio, qui da quello del fumetto a quello del cinema. Gli adattamenti sono in genere accusati di scarsa fedeltà all'originale e una fetta degli spettatori sono fan fedeli al marchio che possono percepire ogni opera derivata come copia sbiadita o stravolta di un originale perfetto. Occhio ai puristi, fanno paura!<br />
Dopodiché, bisogna ricordare che sia Batman che Superman hanno una lunga storia alle spalle, hanno valanghe di albi, di animazioni, di reinterpretazioni e di altri film che nel corso tempo hanno contribuito a istituire una tradizione sui rispettivi personaggi, un filone che ha selezionato le informazioni da tralasciare, quelle da tramandare e che ha accolto parte delle innovazioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Infine l'unione di due opere parzialmente distinte (condividono lo stesso universo ma presentano personaggi, ambientazioni, toni differenti) deve trovare un punto di raccordo che funga da base comune e deve soddisfare due diversi fandom, oltre al pubblico che si interessa per la prima volta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, era un progetto che partiva svantaggiato rispetto a un film con una sceneggiatura originale. Da qui le previsioni catastrofiche.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>etto questo, anch'io mi aspettavo una schifezza, anche perché, diciamoci la verità, l'esperienza recente di crossover della Marvel, <i>The Avengers</i> e il suo seguito, è risultata ottima per il botteghino ma pessima per qualità. Certamente anch'io sono andata a vederli al cinema pagando il biglietto, ma non mi aspettavo bei film (e non li ho avuti). Volevo togliermi la curiosità sorta con tutto quell'hype (pubblicitari bastardi) e godermi scene d'azione, combattimenti ed effetti speciali sullo schermone, dove rendono meglio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lo spiraglio di luce: mi sa che sono una delle poche persone a cui <i>Man of Steel</i> è piaciuto, quindi qualche speranza per me c'era, e non ho mai avuto niente contro Ben Affleck (a questo proposito è giusto dire che a me è piaciuto anche <i>Daredevil</i> e pure quello, oggettivamente, è una patacca, anche se il Director's Cut lo migliora di molto).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Q</b></span>uindi, senza ulteriore indugio dico che <i>Batman v Superman</i> non è così malaccio. Come ho detto più su, pensavo peggio. Molto peggio. Forse complice del giudizio è stata anche la visione, un paio di giorni prima, de <i>Il cacciatore e la regina di ghiaccio</i>, e quello sì che era urendo, proprio mal fatto e noioso.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Y7FLgSvDI6eWaeXsNzq6umDFUwTSbc3M4VulSTQaJVlJi3YftYzgvgqTaJ7_wEzUYdtfUnkpr_1F6y5KJUTCbwCI-JpRpgKocZW6F_I84T8DVVB4b6OX6ZjBwWigIrD-WRnh5J7kY-o/s1600/Batman+v+Superman+08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Y7FLgSvDI6eWaeXsNzq6umDFUwTSbc3M4VulSTQaJVlJi3YftYzgvgqTaJ7_wEzUYdtfUnkpr_1F6y5KJUTCbwCI-JpRpgKocZW6F_I84T8DVVB4b6OX6ZjBwWigIrD-WRnh5J7kY-o/s640/Batman+v+Superman+08.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l film si apre con una sequenza ambientata durante l'infanzia di Bruce Wayne in cui si alternano il flashback del funerale dei genitori e quello della loro morte. Seguono le vicende urbane di Bruce durante il combattimento devastante tra Superman e Zod, che collega il film alla pellicola precedente. Da qui la trama si sviluppa lentamente, portando in scena la quotidianità del rapporto tra Clark e Lois, l'impatto che l'esistenza di Superman, e più in generale quella di specie aliene ostili, ha avuto sull'opinione pubblica mondiale nonché sulla politica e la rabbia e la frustrazione di Bruce/Batman, già esistenti ma acuite a causa della sua umana impotenza di fronte alla distruzione incontrollata portata dagli extra-terrestri.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvYnAmy5FK3VSXVrnxv4F9KI-xxvrNWl93dgzQJicw4SC-UnhzXYIo-rT53wl3FyWaGKVxI98VOQr3qXFYb0nLXD41aTM4PZg-Oo_UXpaFLGay1BHbsE9u5tLUUuR3Vezbp3ZwmTINbYc/s1600/Superman-Batman-v-Superman-F.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvYnAmy5FK3VSXVrnxv4F9KI-xxvrNWl93dgzQJicw4SC-UnhzXYIo-rT53wl3FyWaGKVxI98VOQr3qXFYb0nLXD41aTM4PZg-Oo_UXpaFLGay1BHbsE9u5tLUUuR3Vezbp3ZwmTINbYc/s640/Superman-Batman-v-Superman-F.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>F</b></span>ugacemente compare Diana Prince, la cui vicenda si intreccia per caso a quella di Bruce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti gli scontri sono relegati nella seconda metà del film, che cambia ritmo diventando molto più dinamico. Sulla trama non dico altro per non fare spoiler e comunque mi sarebbe impossibile un paragone con i fumetti perché, non essendo fan né di Superman, né di Batman, né di Wonder Woman, conosco le loro storie individuali solo superficialmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l pregio maggiore del film è Hanz Zimmer, o meglio, la sua colonna sonora, che riprende i temi di <i>Man of Steel</i> (di cui pure mi avevano colpito le musiche). Gustatevela <a href="https://youtu.be/77DOTx6y1os?list=PLBKadB95sF44vjNzNABcYoF_7ae6lAgJM" target="_blank">qua</a> perché merita.<br />
Per il resto ho trovato che Ben Affleck stesse piuttosto bene nei panni di Bruce Wayne, un po' meno in quelli di Batman, anche perché aveva dei costumi bruttini che lo facevano sembrare grosso (e già non è un giunco di suo).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZqtgaMvRg1sPKIsy7z7U8B1MLzj_N4e2dt-gAU2zlW9tl7CklP6Bx6tI9_N9Q2-tehhEYFSzsn_S_8sYiEJUNg0CEB16-Yd-mq5nUtHm8PeBmPVES1oODQmTrBck9FTfmZlMMw2DehR0/s1600/batman-v-superman-dawn-of-justice-ben-affleck.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZqtgaMvRg1sPKIsy7z7U8B1MLzj_N4e2dt-gAU2zlW9tl7CklP6Bx6tI9_N9Q2-tehhEYFSzsn_S_8sYiEJUNg0CEB16-Yd-mq5nUtHm8PeBmPVES1oODQmTrBck9FTfmZlMMw2DehR0/s640/batman-v-superman-dawn-of-justice-ben-affleck.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>G</b></span>al Gadot, alta e slanciata, non mi pareva una buona scelta per una donna procace e tutta curve come Wonder Woman, ma devo dire che alla fine non sfigura. La mia testa la collega automaticamente a <i>Fast & Furious</i> e a Han, il mio personaggio preferito della saga, quindi proprio non riesce ad essermi antipatica (Han <3 <3 <3 ).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglgUSSPG_AH9yJz4gF7fcIHxhY2sMQqxpmVtAmj8tur-PHLkogEoAnhp2jzvH35lPwKBKnhbUdIjOugDcvrH79ZvFGeLTHHR7EjWxF14Ynhyphenhyphen_2DNaXUKu8jJHa6NF_eJC8dl_wu1TYJWU/s1600/batman-vs-superman-ew-pics-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglgUSSPG_AH9yJz4gF7fcIHxhY2sMQqxpmVtAmj8tur-PHLkogEoAnhp2jzvH35lPwKBKnhbUdIjOugDcvrH79ZvFGeLTHHR7EjWxF14Ynhyphenhyphen_2DNaXUKu8jJHa6NF_eJC8dl_wu1TYJWU/s640/batman-vs-superman-ew-pics-2.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: large;"><b>M</b></span>i è piaciuto Lex Luthor, anche se mi rendo conto che si discosta parecchio dal Lex tradizionale, eppure a me interessa Jesse Eisenberg, mi affascina il suo modo di recitare e spero di vederlo ancora in molti altri progetti.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj21BxAfW_TcPW4vx_ZGkgOBfwLE0h3QeP1mEL4UwiL0g__dZHCIJbF_obIeSDwLYbNTesEULHZWguw-lGH5Kj1LXFpKcPKX-yoVfBp4zpOGOtCi2pAu0Udh0rHQVRIKrn7DCFN0iHbf9I/s1600/7090596_bruce-wayne-meets-clark-kent-in-the-latestbatman_43f5113d_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj21BxAfW_TcPW4vx_ZGkgOBfwLE0h3QeP1mEL4UwiL0g__dZHCIJbF_obIeSDwLYbNTesEULHZWguw-lGH5Kj1LXFpKcPKX-yoVfBp4zpOGOtCi2pAu0Udh0rHQVRIKrn7DCFN0iHbf9I/s640/7090596_bruce-wayne-meets-clark-kent-in-the-latestbatman_43f5113d_m.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>nvece non ho apprezzato l'Alfred di Jeremy Irons, mi è parso quasi arrogante. Holly Hunter fantastica come sempre e ho apprezzato i cameo di Jeffrey Dean Morgan e Lauren Cohan nei panni di Thomas e Martha Wayne.</div>
<div style="text-align: justify;">
Brevissimamente vengono introdotti altri supereroi, gettando le basi per i prossimi film DC: compaiono di sfuggita Aquaman, interpretato da Jason Momoa, Flash e Cyborg. Inoltre Batman conserva nella batcaverna un vecchio costume di Robin:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjexGGdDn48HqumwmOUVD4gXJfyx818nSqlQRZIzh-Bqt0qIJrRDJqGKy5sS_eMpUqSNzYWzgJN0FtEUxElqaus1HMSqHiMllmEKsaXb3RF1v595Ji_5YY-7OKV47IoknmbO7rigB6Rc9Y/s1600/batman-v-superman-dawn-of-justice-03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjexGGdDn48HqumwmOUVD4gXJfyx818nSqlQRZIzh-Bqt0qIJrRDJqGKy5sS_eMpUqSNzYWzgJN0FtEUxElqaus1HMSqHiMllmEKsaXb3RF1v595Ji_5YY-7OKV47IoknmbO7rigB6Rc9Y/s640/batman-v-superman-dawn-of-justice-03.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>M</b></span>i sa che vado controcorrente, ma secondo me questo <i>Dawn of Justice</i> si meritava una guardata. Niente di imperdibile ma mi ha convinto.<br />
<br />
<br /></div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-55271561060442079182016-06-20T00:49:00.001+02:002017-07-10T20:37:28.861+02:00Novella degli scacchi<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span> bordo del piroscafo in viaggio da New York verso Buenos Aires, l'anonimo protagonista della <i>Novella degli scacchi</i> di Stefan Zweig fa la conoscenza di due personalità totalmente opposte, accomunate dal solo interesse per il gioco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da una parte c'è Mirko Centovic, semplice e illetterato, lento e silenzioso al punto da risultare irritante nella sua ostinazione, riscattato solo dall'inspiegabile talento scacchistico (campione del mondo in carica) che sfoggia con spregio; dall'altra c'è il Dr. B., affabile e cortese, ciarliero e nervoso, si immischia per caso in una partita iniziata da altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Neanche a dirlo, i due finiranno a battersi, bianco contro nero, in una partita che non passerà mai alla storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"[...] ma quant'era difficile, anzi, impossibile immaginarsi la vita di un essere umano intellettualmente attivo per il quale il mondo si riduce all'angusto binario del bianco e nero, che nella propria esistenza ricerca i suoi trionfi in un semplice avanti e indietro, destra e sinistra di trentadue pezzi, un essere umano per il quale, in una nuova apertura, muovere prima il Cavallo anziché il Pedone rappresenta già una grande impresa e un misero cantuccio di immortalità nell'angolino di un libro di scacchi - un uomo, un uomo che per dieci, venti, trenta, quarant'anni, senza impazzire, dedica sempre e di continuo tutta la potenza della propria capacità di riflessione al ridicolo compito di mettere all'angolo un re di legno su una tavola di legno!"</i> (pp.46-47).</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvTLR9foI2J58CgdkRcQ8pztlOoXidOjrWLULRJYZHs9A1Bjzi9SX83l2fSzcw1PK2y7GJUzYcOaD9bZOY5zYniNEeMFqPjsJiwJdgqda5-1-Xt8j7VcX3QrPzqU3Zn3XTTRDUUoAvt-M/s1600/978-88-541-6972-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvTLR9foI2J58CgdkRcQ8pztlOoXidOjrWLULRJYZHs9A1Bjzi9SX83l2fSzcw1PK2y7GJUzYcOaD9bZOY5zYniNEeMFqPjsJiwJdgqda5-1-Xt8j7VcX3QrPzqU3Zn3XTTRDUUoAvt-M/s400/978-88-541-6972-2.jpg" width="236" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E'</b></span> una novella breve (un centinaio di paginette) e apparentemente priva di equilibrio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si può dividere in due parti: nella prima e più breve il narratore introduce Centovic, riportando di seconda mano le informazioni acquisite da un altro passeggero della nave che riassume la vita del campione di scacchi dall'infanzia alla fama; nella seconda il Dr. B. racconta in prima persona il suo incontro con gli scacchi, limitandosi a parlare di una sola stagione della sua vita, però con gran dovizia di dettagli e inaspettata intensità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Rozzo contro raffinato, terza contro prima persona, summa superficiale contro particolari e pathos. Il tutto si risolve in un finale quasi anticlimatico, non privo, però, di ironia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>on è esattamente una storia di scacchi. Di scacchi ce ne sono, e parecchi, ma non sono il fulcro della storia, sono un mezzo. Anche se le regole sono quelle che tutti conoscono e lo spazio per giocare si limita pur sempre a sole sessantaquattro caselle, ogni cervello agisce in maniera differente di fronte al gioco degli scacchi e in questo racconto Zweig usa gli scacchi per mettere a nudo due diversi modi di interpretare il mondo, di interagire con la realtà, che più che personaggi diventano tipi umani, emblematici della psicologia di un'intera specie. Centovic rimane l'altro, distante e distaccato; il Dr. B. stimola invece l'empatia del lettore, e alla fine si ha quello che io chiamo l'"effetto alla Dosto" (quando è il libro a leggere il lettore, come capita leggendo, o facendosi leggere, da Dostoevskij): il ritrovare se stessi in personalità totalmente diverse, per il solo fatto di essere umani, di essere fatti e di pensare tutti allo stesso modo (ed è un po' come come la conferma di ciò che già si conosce a cui accennava Calvino parlando del perché i classici della letteratura sono classici).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>robabilmente a suo tempo (composta nel 1942, pubblicata nel 1944) il linguaggio della novella sarà parso ai lettori moderno e un tantino esotico, dato che non mancano termini inglesi come <i>self made man</i>, <i>deck-show</i>, <i>deckchair</i> o <i>remember</i>, già sintomo dell'americanofilia del nostro tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi, dove ci si confronta con un vocabolario zeppo di <i>computer</i>, <i>basket</i>, <i>e-book</i>, <i>snorkeling</i>, <i>T-shirt</i>, quelle poche parole inglesi all'interno della novella mi sono sembrate ancora più moderne, soprattutto se inserite nel linguaggio di Zweig, che suona classico e misurato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>nsomma, a me Zweig è piaciuto :D</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P.</b></span>S. riguardo alla mia edizione, la brevissima introduzione a cura della traduttrice è solo fuffa inutile e la scritta EDIZIONE INTEGRALE in copertina fa davvero ridere per un'opera che non arriva neanche a 130 pagine XD</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>B</b></span>uone letture!</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-60025389172924010752016-06-14T23:53:00.000+02:002017-02-05T18:44:56.850+01:00Le ho mai raccontato del vento del Nord<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E</b></span>mmi vorrebbe disdire l'abbonamento a una rivista. E invece la sua e-mail finisce nella casella di posta di Leo. Una risposta tira l'altra ed Emmi e Leo diventano amici <strike>di penna</strike> di tastiera. Decidono di non parlare l'uno all'altra di niente di concreto su loro stessi, non si parla dell'aspetto o della famiglia, non si parla del lavoro o della casa. Si resta sul vago, si parla di tutto e niente. </div>
<div style="text-align: justify;">
I due arrivano presto a parlare di incontrarsi, ma trovano sempre il modo di evitarlo. Diciamo che si incontrano in maniere indirette e intanto si scrivono con sempre maggiore assiduità. Si cercano quando non si <strike>sentono</strike> leggono, si prendono in giro, si offendono ma tornano sempre a scriversi. <br />
Fin dalle prime pagine si può immaginare come si evolverà questo rapporto epistolare. Ma non sono tanto sicura si possa prevedere come decide l'autore di farlo finire. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA7GW27W4cw76HS2iQbNWZiyAXBjB6RL-oMeetuM0FWIjlvqM2pAO_SvaNU_lRDd_kozOGuElcaTuiilx3FKUnIkaUe8YcFkgvyo7Blf2L662dCiTfDlwlz43pLxb_P0xb9a-8BMAnHlA/s1600/le+ho+mai+raccontato+del+vento+del+nord.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA7GW27W4cw76HS2iQbNWZiyAXBjB6RL-oMeetuM0FWIjlvqM2pAO_SvaNU_lRDd_kozOGuElcaTuiilx3FKUnIkaUe8YcFkgvyo7Blf2L662dCiTfDlwlz43pLxb_P0xb9a-8BMAnHlA/s400/le+ho+mai+raccontato+del+vento+del+nord.jpg" width="258" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>urante la lettura ho oscillato tra momenti di divertimento e attimi di intensa irritazione verso questi personaggi che mai e poi mai agiscono come farei io se mi trovassi nella loro situazione. Verso la metà del libro mi stavano decisamente sulle balle e, per ripicca nei loro confronti, mi sono dedicata per settimane ad altre letture. Poi ho ripreso in mano la loro storia e, merito della forma dialogica senza lattosio (cioè altamente digeribile), sono volata prima dell'ora di cena a un finale che mi è piaciuto tantissimo. Sappiatelo: esiste un seguito. Penso che, nonostante l'irritazione residua, in futuro leggerò anche quello, perché Emmi e Leo tutto sommato sono simpatici e vorrei sapere che fine (effettiva) fanno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>n vero peccato per le mail, cioè le lettere brevi (quando non brevissime) si leggono che è una meraviglia, scivolano via proprio, solo che non sono introdotte dall'indirizzo del mittente e questo fa sì che nei dialoghi serrati si perda un attimo di vista chi dei due sta scrivendo cosa e per recuperare il filo del discorso bisogna tornare indietro di qualche riga per fare mente locale e capire dal contenuto della mail iniziale chi ha iniziato la conversazione. Laborioso e inutile, se si pensa che si poteva risolvere con un piccolo accorgimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altro peccato: le mail sono precedute dal tempo di attesa percepito dagli interlocutori, cioè all'inizio di ogni lettera è indicato genericamente <i>dodici minuti dopo</i>, <i>tre giorni dopo</i>, <i>il mattino dopo</i> etc. senza indicare effettivamente la data e l'ora di ricezione della mail. In questo modo è difficile capire quanti mesi dura la corrispondenza o a che ora della giornata vengono scritte le lettere (una lettera che giunge nel cuore della notte ha un significato diverso da una lettera inviata nel bel mezzo del pomeriggio). Il lettore non ha nessun elemento esterno ai contenuti delle lettere per sapere chi sta parlando, quando, cos'è successo nel "mondo reale" tra una mail e l'altra, come anche per conoscere i personaggi secondari, sempre descritti con gli occhi di Leo ed Emmi. L'intero mondo di <i>Le ho mai raccontato del vento del Nord </i>è filtrato attraverso le loro parole e tutto quello che il lettore può fare è leggere tra le righe per capire quello che i due NON si dicono tra di loro, ma che emerge ugualmente per volontà dell'autore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>na lettura scorrevole e poco impegnativa che esplora il romanzo epistolare dell'era moderna.<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>P.</b></span>S. Sì, effettivamente il titolo del libro è una domanda, anche se non c'è il punto interrogativo XD</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-77841496418369402962016-03-26T16:23:00.002+01:002017-01-14T09:45:09.958+01:00Nuovo Book Tag - Parte 2 (di 3)<b><span style="font-size: large;">E</span></b>cco qua la seconda parte del booktag libroso iniziato <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2016/02/nuovo-book-tag-parte-1-di-3.html" target="_blank">qui</a>. Enjoy!<br />
<br />
<b><br /></b>
<b>11- Di solito quando leggi?</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">N</span></b>on ho un momento prestabilito. Qualche volta leggo appena sveglia, senza essere nemmeno uscita da sotto le coperte ancora, prima di colazione. Meno frequentemente leggo prima di andare a dormire: se poi la lettura mi prende non riesco a mollare il libro e faccio sicuramente tardi quando la mattina dopo ho la sveglia presto -_- <br />
Leggo durante gli spostamenti in autobus e durante la pausa pranzo nei giorni feriali. Se è una giornata libera, posso leggere nel bel mezzo della mattina, del pomeriggio o anche per tutta la notte. Leggo anche durante i pasti, se riesco a trovare un libro che resta aperto alla pagina giusta senza richiudersi (lo so, è scortese, ma la mia non è una famiglia abituata al tradizionale momento del pasto tutti insieme). </div>
<div style="text-align: justify;">
Leggo quando ne ho voglia indipendentemente dall'ora, ma, se ne ho il tempo, tendo a leggere per sessioni abbastanza lunghe (minimo un'oretta) e leggo quasi sempre distesa a letto o sul divano <3</div>
<br />
<br />
<b>12- Presti i libri?</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>C</b></span>erco di evitarlo. Non c'è stata una volta in cui un libro prestato sia tornato indietro nelle condizioni in cui l'avevo visto l'ultima volta. Di solito hanno gli angoli consumati o la costa piena di rughe (cosa che detesto e cerco di non fare perfino con i fumetti). Una volta ho visto un'amica tirare fuori dal suo zaino il mio manuale di storia moderna con la copertina piegata a metà. Mi stavano uscendo gli occhi dalle orbite O_O<br />
D'altra parte l'impulso a prestare un libro quando l'altro sembra sinceramente interessato è forte. Mi fa piacere far conoscere i libri che mi sono piaciuti e condividere l'interesse con altri. E magari poi scambiarci le opinioni. Anche se mi capita di rado con quelli che conosco di persona, perché quasi nessuno legge i titoli che mi interessano e conosco un numero limitato di lettori :(</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<b>13- I tuoi amici e familiari leggono?</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span> miei genitori si chiedono ancora da dove io sia venuta fuori. Nessuno dei due nutre i miei stessi interessi culturali e riesco a far leggere a mio padre un libro ogni paio d'anni quando va bene (ma solo se è fantascienza avventurosa). Mia madre si limita alle guide turistiche e ai manuali illustrati sulle piante, al massimo mi chiede un romanzo rosa o due quando va in vacanza d'estate (ma me li rende in condizioni pietose, cfr. paragrafo precedente).<br />
Gli unici lettori della famiglia siamo io, che ho gusti eclettici, mia zia, che adora tutto ciò che è storico, e mio cugino, che predilige temi di attualità.<br />
Tra i miei amici ci sono diversi lettori, nessuno eclettico quanto me e, chissà perché, quasi nessuno parla spontaneamente delle proprie letture. Le conversazioni librose capitano, ma di solito sono brevi, poco approfondite e perlopiù iniziate da me. Trovo maggiore soddisfazione nel confrontarmi con i lettori on-line, dove posso incontrare lettori accaniti, più varietà di argomenti e opinioni e recensioni approfondite. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'ideale sarebbero lettori in carne ed ossa ma è una razza che sembra andare scomparendo, almeno in Italia.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>14- Quanto ci metti mediamente a leggere un libro?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>ipende dal libro e dal tempo che gli dedico. Un giorno come molti mesi. Oscillo tra le 30 e le 50 pagine all'ora a seconda della scrittura. Un romanzo rosa o un giallo in genere sono poco impegnativi e spesso brevi, perciò li leggo più rapidamente. Un saggio o un romanzo storico sono per me letture pesanti e procedo lentamente, anche se con interesse.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>15- Quando vedi una persona che legge (es. un mezzo pubblico) sbirci il titolo del libro?</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ssolutamente sì. Non posso farne a meno. Sbircio anche i titoli sul giornale o sugli opuscoli. Però poi, da vera bastarda, quando sono io a leggere in pubblico faccio in modo che non si veda mai il titolo ^_^</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>16- Leggi i libri in prestito da amici e biblioteca o solo quelli che possiedi?</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>n passato mi è capitato di leggere libri in prestito ma non mi sono trovata bene. <br />
Intanto devo stare ultrattenta a non rovinare niente (cioè, faccio grande attenzione anche con i miei libri, ma una costa con le rughe, un angolino consumato, una righetta qua e là possono capitare anche con tutta la buona volontà. Se si tratta di roba mia, pazienza, me ne faccio una ragione, ma cerco sempre di restituire quello che prendo in prestito nelle condizioni in cui è arrivato nelle mie mani la prima volta). Poi sono solita sottolineare a matita i passaggi che mi colpiscono di più, cosa che non posso fare se il libro non è mio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che odio di più è, però, avere il tempo contato. I libri della biblioteca di solito si possono tenere un mese (di meno se libri di testi per esami) e, anche se alla scadenza si può rinnovare il prestito (non si può fare se il libro è già stato prenotato da un altro lettore), ho comunque la sensazione di dover leggere di corsa, di avere i giorni contati e mi passa la voglia di leggere. Per i libri prestati da amici non c'è tutta questa fretta ma mi scoccia dovermi continuamente ricordare che non li posso tenere a tempo indefinito e che devo restituirli il prima possibile.<br />
E poi a me piace rileggere, che me ne faccio di un libro in prestito? Ne voglio una copia mia da poter sottolineare e rispolverare a piacimento anche nel cuore della notte. Voglio i libri a portata di mano.<br />
<br />
<br /></div>
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<b>17- Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire?</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>F</b></span>inire i libri a tutti i costi non è un mio imperativo. Leggo se ne ho voglia, quando diventa pesante o costrittivo non è più divertente. Mi capita spesso di iniziare un titolo, poi magari farmi prendere da un altro e seguire quello, e quando ritorno al primo potrebbe essere passato molto tempo e io potrei essermi scordata i dettagli. A quel punto non ha senso andare avanti senza ricordare elementi fondamentali, tanto vale mettere il libro da parte per ricominciarlo più avanti. Perciò ecco che, da lettrice disordinata quale sono, spesso non finisco i libri alla prima lettura. Restano nel limbo del "prima o poi lo riprendo in mano e arrivo fino in fondo" anche per molto tempo. E sono tanti.<br />
Posso fare alcune menzioni speciali a libri che ho iniziato più volte e che non ho mai concluso.<br />
<i> La coscienza di Zeno</i>, per esempio: per due volte sono arrivata al capitolo dell'amante e non sono riuscita ad andare oltre. Colpa dei capitoli interminabili in cui basta fare una pausa per perdere il filo del discorso, che va ripreso rileggendo le tre pagine precedenti. Una lettura a gambero, due passi avanti e uno indietro, due avanti e uno indietro. Interessante ma faticoso.<br />
<i> L'ombra del torturatore</i> di Gene Wolfe: per tre volte mi sono fermata a poche pagine dall'inizio, perché non era mai il momento giusto per quella lettura, che pure mi ispira parecchio e che non vedo l'ora di continuare. Non era il momento giusto, non riuscivo a visualizzare bene le immagini descritte, non mi concentravo. Pura sfortuna. Arriverà il suo momento.<br />
<i> Il mio nome è rosso</i> di Ohran Pamuk: anche questo preso in mano tre volte e mai arrivata neanche alla metà. Quel poco che ho letto mi piace davvero tanto, ma forse la combinazione di momento sbagliato + scrittura lenta e molto dettagliata mi hanno fatto desistere tutte le volte. E' sempre andata a finire che trovavo qualcos'altro di più scorrevole che catturava la mia attenzione.<br />
Stephen King: qualche anno fa ho preso in mano <i>Stagioni diverse</i> perché un secolo prima me ne aveva parlato con entusiasmo una persona e mi era sempre rimasta la curiosità. Ho letto con tranquillità il primo racconto, <i>La redenzione di Shawshank</i>, di cui conoscevo la trama avendo visto e amato il film che ne hanno tratto, e poi, durante una vacanza in montagna, in pochi giorni ho letto il secondo racconto, <i>Un ragazzo sveglio</i>, ma è stato deleterio. King scrive benissimo ed è un maestro nel delineare la psicologia dei personaggi, ma la vicenda narrata è terribile. E' stato come guardare qualcosa di orrorifico e insopportabile, solo che non riuscivo a staccarmi, l'interesse morboso per la vicenda e il finale mi hanno quasi costretta a sbrigarmi ad arrivare alla fine per poterlo chiudere e mettere da parte. E' un racconto davvero molto bello, scritto magistralmente, ma alla fine ero disgustata e sconvolta. Ho messo King in pausa indefinita e non l'ho toccato per oltre due anni. Poi un annetto fa ho pensato di riprovarci con <i>Misery</i>, anche questo ampiamente lodato da qualche conoscenza. A un terzo ho perso interesse anche in quello. Questa volta ero mentalmente preparata, ma lo svolgimento lentissimo e angoscioso mi ha fatto desistere ancora una volta. King, per quanto interessante, rende la lettura una pena infinita, mentre io cerco sollievo alla quotidianità e non stress aggiuntivo. Non si creda che non apprezzo libri di argomento tragico, catastrofico o in generale negativo, descrizioni minuziose di impalamenti (cfr. <i>Il ponte sulla Drina</i> di Andric) e orrori simili non mi hanno lasciato sgradevoli strascichi post-lettura, mentre King mi ha un tantino ricordato la sensazione che ho provato leggendo <i>Le memorie dal sottosuolo</i> di Dostoevskij, con la differenza che Dosto mi ha offerto immedesimazione e sicuramente nuove conoscenze su me stessa. Insomma a fine lettura mi sentivo una merda ma è stato utile; mentre a fine lettura di King volevo solo nascondere il libro dove non potevo vederlo e scordarmi di averlo mai letto.<br />
Da brava masochista penso che farò qualche altro tentativo in futuro, perché sì, me le vado a cercare.</div>
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<br />
<br /></div>
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<b>18- Hai mai comprato un libro solo per la copertina? Cosa ti attrae della copertina?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
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<span style="font-size: large;"><b>S</b></span>arei tentata di rispondere di no, ma invece è probabile di sì, almeno una volta o due nella vita, anche se non saprei indicare con quali titoli mi è successo. Ok, non era proprio SOLO per copertina. Se una copertina mi attrae ma poi leggendo la trama scopro che non mi piace per niente, al massimo mi cerco l'immagine on-line e me la salvo sul pc per rimirarla; se però mi affascina la copertina ma mi sembra interessante anche la sinossi, allora è probabile che compri il libro o lo aggiunga in wishlist. Il punto è che vengo attratta da libri molto diversi tra loro e di solito non prendo cantonate, il mio istinto librario funziona bene e raramente ho da pentirmene, quindi quando scelgo un libro (anche per la copertina) il peggio che mi può succedere è che non mi dispiaccia ma non lo trovi fenomenale. Alla fine le opere che ho trovato davvero belle sono una piccola percentuale rispetto al totale di quelle lette e la maggioranza delle letture non oltrepassa la mediocrità (anobiianamente parlando si attesta sulle tre stelline su cinque), però sono comunque letture utili, per evasione e divertimento ma anche perché permettono alle opere migliori di risaltare di più nel panorama delle mie letture. E poi spesso e volentieri le letture che ho più amato sono state lunghe e faticose e non sono in grado di digerirne troppo di quel tipo in poco tempo, carburo lentamente e ho tempi di elaborazione abbastanza lunghi.<br />
Tornando al nocciolo della questione: la copertina svolge un ruolo importante durante la prima scrematura in libreria. Se vado a comprare senza avere in mente titoli o autori specifici, mi lascio attrarre da ciò che l'occhio nota, quindi dalla copertina. Se poi, documentandomi, scopro che la trama mi ispira, l'autore mi piace o i commenti di lettori che ho letto mi convincono, allora quel primo approccio visivo sarà stato utile a farmi scoprire un libro che probabilmente mi piacerà.<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>C</b></span>osa mi attrae specificamente in una copertina? E' più facile dire cosa NON mi attrae. <br />
Detesto le copertine con immagini di film/serie tv tratte dall'opera, è una mossa smaccatamente commerciale che mi fa sentire la pecora che segue il gregge: se decido di leggere un libro è perché penso possa piacere a me, non perché piace a un mucchio di altra gente. Certo leggere i commenti dei lettori aiuta, ma solo in quanto dalle argomentazioni altrui posso capire se apprezzano le stesse cose che piacciono a me o se abbiamo gusti differenti, filtro i commenti che leggo in base al mio interesse e non scelgo arbitrariamente di seguire il commento di qualcuno che non penso condivida i miei interessi. E sì, leggo anche materiale commerciale (e volentieri) perché il numero di vendite non è un fattore che influisce sulla scelta, non direttamente almeno. Se un libro è molto letto, allora molti ne parlano ed è difficile non inciampare in articoli o commenti a riguardo. Quindi è più probabile, rispetto a un libro oscuro e imbucato, che, sentendo molto parlare di un best seller nasca la curiosità e desideri informarmi, se però poi scopro che non mi interessa, chissenefrega di quanti l'hanno letto/comprato/commentato, non ho intenzione di farlo anch'io.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi attirano le copertine con le foto dell'autore o il suo nome scritto più in grande del titolo. Dà più risalto alla persona che a quello che scrive e, per quanto il contesto in cui è stata scritta un'opera (e questo comprende l'identità dell'autore) sia fondamentale per apprezzarla al meglio, preferisco concentrarmi prima sul testo in sé e secondariamente aggiungere altri fattori all'interpretazione.<br />
Non mi piacciono granché le copertine che copiano altre copertine. Un libro di successo vende e lancia un filone di facsimile; e non è detto che i libri si assomiglino per contenuti, magari fanno solo parte dello stesso genere o hanno qualche elemento in comune oppure la casa editrice ha interesse ad inquadrare un certo titolo in un filone che vende meglio e allora copia la copertina di un libro più venduto. Un esempio al volo: la copertina di <i>Tess dei d'Urberville</i> di Oscar Mondadori che scopiazza quelle di <i>Cinquanta sfumature di grigio</i> (anzi, per la precisione <i>di rosso</i>)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzKIKKVtsDCKVswe_zWVUar-KbC4Vbad-2QmAhxrh4Ta_BOrEkl7cOvh8vfIv9uU1pQruEMOOPY0y4VSqzq3Lsy8ot77bcdYburHOAqpOGs0m9LLM_9cYIEJAzpUrcxgqTsAUP589ttt4/s1600/tess+dei+d%2527urberville.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzKIKKVtsDCKVswe_zWVUar-KbC4Vbad-2QmAhxrh4Ta_BOrEkl7cOvh8vfIv9uU1pQruEMOOPY0y4VSqzq3Lsy8ot77bcdYburHOAqpOGs0m9LLM_9cYIEJAzpUrcxgqTsAUP589ttt4/s320/tess+dei+d%2527urberville.jpg" width="215" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94i6mLpWJVyzxC4PM1rfGyYoQBj_DA2h3bzfvL61A6z7dOIyMn7qXWSiA2_zXxeN9SnmgmR89732Ap5Eda8MtqH8WlBo1rkn2L8e_65JaXFu7wEC2k3pGSYd-o2vXnZzKGi8PQb03Elw/s1600/sfumature.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94i6mLpWJVyzxC4PM1rfGyYoQBj_DA2h3bzfvL61A6z7dOIyMn7qXWSiA2_zXxeN9SnmgmR89732Ap5Eda8MtqH8WlBo1rkn2L8e_65JaXFu7wEC2k3pGSYd-o2vXnZzKGi8PQb03Elw/s320/sfumature.jpg" width="320" /></a></div>
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<b><br /></b>
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<b><br /></b>
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<b><br /></b><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b><br />
<b><span style="font-size: large;">M</span></b>i piacciono molto le illustrazioni dettagliate (soprattutto quelle delle vecchie edizioni fantasy o le edizioni Bemporad di Salgari), ma anche le copertine che giocano col titolo o col contenuto del libro:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5KQ_zNglfU9Bt63CWN0yepl1-LRG7RRAFbFBA03YADQL3fFNUdXXM8pEbZ2O5drbJpxwWPwJcP9xncWwMNzBuXOWCbRPvNMKKNa2dsx0M0XCVGkMaaeOygR_vyqofhgL-PmztApoTA10/s1600/il+conte+di+montecristo+feltrinelli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5KQ_zNglfU9Bt63CWN0yepl1-LRG7RRAFbFBA03YADQL3fFNUdXXM8pEbZ2O5drbJpxwWPwJcP9xncWwMNzBuXOWCbRPvNMKKNa2dsx0M0XCVGkMaaeOygR_vyqofhgL-PmztApoTA10/s200/il+conte+di+montecristo+feltrinelli.jpg" width="126" /></a></div>
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<i>Il conte di Montecristo</i>: una sagoma in controluce con una finestrella con le sbarre che si apre sul petto.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNpU8PNZprRCyI5ghMGaV9ksikd2oFosskiiD4q7hzHNkoniaCLgzO02q1oORJGmh-aHCg65HySpUkS_2Gb-CdRCFPyGTMrjiu9bmX615Oh4b4NtVfb5iLyYu7EfvgUIhIFrZVI5nbjpA/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNpU8PNZprRCyI5ghMGaV9ksikd2oFosskiiD4q7hzHNkoniaCLgzO02q1oORJGmh-aHCg65HySpUkS_2Gb-CdRCFPyGTMrjiu9bmX615Oh4b4NtVfb5iLyYu7EfvgUIhIFrZVI5nbjpA/s200/download.jpg" width="130" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNpU8PNZprRCyI5ghMGaV9ksikd2oFosskiiD4q7hzHNkoniaCLgzO02q1oORJGmh-aHCg65HySpUkS_2Gb-CdRCFPyGTMrjiu9bmX615Oh4b4NtVfb5iLyYu7EfvgUIhIFrZVI5nbjpA/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
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La notte dell'oracolo di Paul Auster: uno scrittore si convince che ciò che scrive diventa reale e si sente oppresso dalla responsabilità del creatore. In copertina diventa uno sfondo nero sul quale risalta una mano aperta da cui sfugge della sabbia. Quale simbolo migliore della mano per indicare la creazione? Nonché tenere qualcosa nel palmo della mano per la responsabilità.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-hklTy6MZWPtJdgoCdRajUYVmRf14U3-O24fId-J-Z8DPyTA5CEpEMHqm1WwnlQrpmzc6fn-CjImUV3821e-wD79OHqV8jeplHZsC2dvRkeeNQM7C7GEqEYht5bfMC8BKO4u2AJhgus/s1600/i+misteri+di+parigi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-hklTy6MZWPtJdgoCdRajUYVmRf14U3-O24fId-J-Z8DPyTA5CEpEMHqm1WwnlQrpmzc6fn-CjImUV3821e-wD79OHqV8jeplHZsC2dvRkeeNQM7C7GEqEYht5bfMC8BKO4u2AJhgus/s200/i+misteri+di+parigi.jpg" width="130" /></a></div>
<b><br /></b>
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<i>I misteri di Parigi</i> di Eugene Sue: una strada lastricata illuminata debolmente dalla luce. Del tramonto? Dell'alba? O è semplicemente un strada stretta dove il sole non batte mai direttamente? In ogni caso suggerisce segreti nascosti.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO1VLWJJl0lnsjqLlH38d2NqsyCI8ngW0F5Oqq7PfxIf3ZT-IlMh-os2DWnGG5k__bWNwygE_hWduMEBGseb1AykGc4IfkpdlyccKwPN4DSkz4qqGl2FX_STt3gQxwJO-b1w8Tte2f4c0/s1600/espiazione+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO1VLWJJl0lnsjqLlH38d2NqsyCI8ngW0F5Oqq7PfxIf3ZT-IlMh-os2DWnGG5k__bWNwygE_hWduMEBGseb1AykGc4IfkpdlyccKwPN4DSkz4qqGl2FX_STt3gQxwJO-b1w8Tte2f4c0/s200/espiazione+%25281%2529.jpg" width="128" /></a></div>
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<i>Espiazione</i> di Ian McEwan: una bambina commette un errore infantile che passerà la vita a tentare di espiare. In copertina c'è questa ragazzina meditabonda a piedi nudi. Forse è persa in pensieri frivoli come tutti i bambini o forse riflette seriamente sull'avvenire, su conseguenze, su quello che sarebbe potuto succedere se. Forse sconta una punizione seduta sulle scale mentre guarda gli altri ragazzini che giocano poco più in là. Rimugina.<br />
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<b><br /></b><b><br /></b><br />
<b><br /></b><b>19 - C'è una casa editrice che ami particolarmente e perché?</b><br />
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Su tutte Fanucci. A quelli di Fanucci perdono i refusi, certe copertine atroci (tipo le più recenti della <i>Spada della Verità</i> o di <i>Mistborn</i>), le saghe iniziate e mai finite (come la riedizione del primo volume del Ciclo di Belgariad pubblicato in TIF Extra con la copertina blu cui non hanno mai fatto seguito i volumi due e tre), la scarsa disponibilità di copie che spariscono alla velocità della luce e la distribuzione che lascia a desiderare, per cui quello che cerco dalle mie parti non si trova mai.<br />
A Fanucci perdono tutto questo perché sono tra i pochi (se non gli unici) a ristampare per le librerie le vecchie glorie del fantasy e della fantascienza, romanzi pubblicati disordinatamente negli anni '70 e '80, e fuori catalogo da decenni (come Michael Moorcock, David Gemmell, Dan Simmons, Harry Turtledove, Jack Vance, Philip Farmer, Frank Herbert).<br />
Li perdono perché cercano di contenere i prezzi di copertina e perché da tempo lavorano per dare risalto in Italia a generi di nicchia e ad autori che meritano. Li adoro per aver scelto Terry Goodkind e Robin Hobb, i cicli minori di Margaret Weis e Tracy Hickman, per Chris Gooding (di cui ho stupendi ricordi d'infanzia), li adoro anche per aver colto la palla al balzo quand'era il momento ed aver pubblicato tanti paranormal romance. Perché hanno scelto di pubblicare l'opera omnia di Philip Dick, per Matt Ruff e per un sacco di autori che non vedo l'ora di leggere.<br />
Ma soprattutto li adoro per il Futuro News, una newsletter cartacea che veniva spedita a casa gratuitamente a chi la richiedeva anni or sono. Quando intravedevo la copertina del Futuro News nella cassetta delle lettere all'improvviso diventava una giornata piena di possibilità, pregustavo il momento in cui avrei potuto strappare via il cellophan e sfogliarmi per bene tutte le anteprime, sbirciare le copertine e consultare attentamente gli elenchi delle pubblicazioni in fondo al volume per segnare a matita i titoli già comprati e quelli da acquistare in futuro. Ancora adesso risfoglio con piacere i vecchi volumi e mi trascino da anni la curiosità su certi titoli (ora di difficile reperibilità). Per anni Fanucci e il suo Futuro News hanno plasmato i miei desideri librari, i miei sogni fuori dall'ordinario, la mia idea del fantastico e del fantascientifico: mi hanno regalato l'immaginazione, per un po', ed è stato un regalo per cui mi sento ancora oggi di ringraziare. Inutile dire che, se abitassi a Roma, passerei i pomeriggi a ciondolare nelle librerie Fanucci.<br />
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Fine della seconda parte del gioco. La terza ed ultima sfilza di risposte è in corso di elaborazione e potrete leggerla prossimamente. Buona Pasqua a tutti! :)</div>
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Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-39995383698747364912016-02-15T11:00:00.000+01:002016-02-15T11:00:58.173+01:00Nuovo Book Tag - Parte 1 (di 3)<div style="text-align: justify;">
Ho trovato un altro giochino libroso. Va da sé che mi piace parlare di libri e delle mie abitudini in relazione ai libri, ma mi piacciono anche quiz e questionari, perciò vado a nozze con questo tipo di giochi personali. </div>
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Mi rifaccio al book tag pubblicato su <a href="http://www.libroinborsa.it/" target="_blank">Libroinborsa</a> e diviso in tre parti causa lunghezza; potete leggerle tutte e tre <a href="http://www.libroinborsa.it/tag-dei-libri-1/" target="_blank">qui</a>, <a href="http://www.libroinborsa.it/tag-dei-libri-2/" target="_blank">qui</a> e <a href="http://www.libroinborsa.it/tag-dei-libri-3/" target="_blank">qui</a>.</div>
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Che la festa cominci!</div>
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<b>1- Come scegli i libri che leggi? Ti fai influenzare dalle recensioni?</b><br />
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Dipende dalle recensioni. Spesso dipende da come sono scritte. Se trovo recensioni corrette e argomentate che spiegano in maniera coerente cosa l'autore della recensione critica e cosa apprezza, allora prendo in considerazione la recensione come seria. Poi però non è detto che se una buona recensione demolisce un libro io decida automaticamente di non leggerlo (o il contrario, una recensione che esalta un titolo non mi spinge necessariamente a leggerlo).<br />
Scelgo basandomi su tanti fattori. Se già conosco l'autore, se mi interessa il genere o l'argomento o l'ambientazione, se il libro è stato pubblicato da una casa editrice o in una collana che ha già pubblicato titoli che mi sono piaciuti. Se gli elementi criticati o apprezzati sono simili a quelli che critico o apprezzo io in altri libri.<br />
Basta un niente per far scattare la curiosità e, nonostante questo, ci sono libri che non mi ispirano per niente e che non ho intenzione di leggere (ciò non toglie che in futuro potrei cambiare idea e leggerli lo stesso). Capita che mi incuriosiscano libri di cui ho molto sentito parlare o che hanno suscitato polemiche: voglio fare esperienza diretta del testo per poter formulare un mio giudizio senza dovermi per forza rifare a quello degli altri.<br />
Al contrario, spesso suggerimenti diretti di conoscenti mi fanno passare la voglia. E' come se mi sentissi forzata a leggere una volta che il titolo è stato suggerito. Se invece il libro viene menzionato casualmente durante una conversazione, allora potrebbe incuriosirmi e magari faccio qualche ricerca per informarmi meglio.<br />
Complicato, I know. Ma davvero scegliere è un processo complesso che il cervello fa in pochissimo tempo, bisogna solo riuscire a stargli dietro.</div>
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<b>2- Dove comperi i libri? Libreria o on-line?</b></div>
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Entrambi. Online sfrutto i remainders, gli sconti e cerco il materiale di difficile reperibilità o fuori catalogo. Mi scoccia ordinare in libreria, dover aspettare notizie e poi dover andare a ritirare; preferisco fare tutti questi passaggi senza un intermediario fisico (umano), faccio gli acquisti per i fatti miei.<br />
Però mi piace anche andare a zonzo per librerie, tenere sempre d'occhio quali titoli posso trovare in quale negozio, saggiare con mano la consistenza del volume cartaceo, la resistenza della copertina o della rilegatura e la qualità della carta. Mi piace tuffarmi tra gli scaffali dell'usato e uscire dal negozio con le mani sporche di polvere ma con nuovi libri nella borsa: è il gusto della ricerca, come anche quello di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato quando si stava cercando tutt'altro.<br />
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<b>3- Aspetti di finire un libro prima di coperarne un altro o hai le scorte?</b></div>
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Montagne di scorte. Pile e pile di roba che ammasso perché mi piace avere scelta, perché compro quando ci sono le occasioni, perché certi titoli spariscono presto dal mercato e, anche se non ho intenzione di leggerli ora, preferisco comprarli subito piuttosto che fare acrobazie più avanti per reperirli. Se non avessi libri in avanzo mi sentirei in trappola, costretta a leggere il solo libro iniziato perché è l'unico che c'è. Una claustrofobia libraria, anzi un'imposizione. Decisamente deterrente alla lettura.<br />
Non ha importanza se alla fine non li leggerò tutti (non c'è neanche da dubitarne), ma l'idea c'è ed è quella che conta e che mi dà l'illusione di poter leggere tutto prima o poi. Uno per volta non fa per me.<br />
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<b>4- Ti fai influenzare dal numero delle pagine quando compri un libro?</b></div>
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Mah, no. Leggo libercoli di meno di 90 pagine come tomi di oltre 1000. Al momento dell'acquisto non fa differenza. Se mi ispira lo compro indipendentemente dalla lunghezza.<br />
Casomai la lunghezza può influenzare il momento in cui leggere un certo libro. Se sono pronta per qualcosa di impegnativo posso buttarmi sui libroni; se ho voglia di qualcosa di veloce o se sono in fase di blocco del lettore, allora è meglio iniziare qualcosa di breve, se non proprio brevissimo.<br />
<br />
<br /></div>
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<b>5- Hai un autore/genere preferito?</b><br />
<br />
Un autore solo no, casomai ci sono alcuni autori od opere che ho adorato, ma limitarsi a uno è troppo restrittivo.<br />
<br />
Se si parla di genere forse dovrei rispondere fantasy. Fantasy in senso ampio, includendo anche una marea di sottogeneri. Fantasy è Robert Howard, come Joan Rowling, come Sherrilyn Kenyon, come Terry Pratchett, come Jacqueline Carey, come il Jonathan Carroll di <i>Mele bianche</i> e <i>Zuppa di vetro</i>, come Neil Gaiman, come Robert Holdstock, come Susanna Clarke, come Michael Ende e potrei continuare per altre venti pagine.<br />
Forse addirittura l'epic fantasy è quello che preferisco. Il più classico dei classici. Ho sentito spesso che molti lettori si annoiano a leggerlo perché "è tutto uguale, sempre la solita storia". Forse è proprio quello che piace a me.<br />
Quando ero piccola e nemmeno sapevo cos'era un genere e men che meno cosa fosse il fantasy, a me piacevano le storie con draghi e magia, carri e cavalli, mantelli e spade, nobili e castelli. Mi piaceva quello. Ogni volta che entravo in una storia così, fosse un libro, un film, un cartone, io mi sentivo a casa. E mi fa ancora lo stesso effetto: è come riconoscere il proprio posto, il posto che ha davvero senso anche se ogni universo narrativo segue regole totalmente diverse. Eppure sono tutti accomunati da quel qualcosa che mi calza a pennello. E' l'aria di casa, di giusto, di confortevole.<br />
<br />
A ruota segue la fantascienza, un gradino subito sotto. Mi autoanalizzo e oso dire che potrebbero essere i miei generi preferiti perché sono quelli più distanti dalla realtà, sono i meno verosimili e quindi esempi principe dell'evasione. Sono il più lontano possibile l'immaginazione possa andare dal qui e ora, più escapismo di così si muore. Ai seguaci di Freud l'ardua sentenza.</div>
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<b>6- Quando è iniziata la tua passione per la lettura?</b></div>
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A casa mia non ci sono grandi lettori. Ci sono lettori occasionali, molto occasionali. Quand'ero bambina non c'erano letture di libri o racconti di fiabe prima di andare a dormire (in compenso c'era una canzoncina sull'uomo nero...).<br />
Quando è iniziata la mia passione per la lettura? Boh. Di sicuro non ricordo un momento preciso. <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWUig3_OkwOZgRXqCMieaduZYZydZ9bB1bDrzsFjebRfRdwKqQBAeDd7KdoIJA-e9vUmNL7aBw1mN-QBzabL810l1AKRbudaO4M64Xa8J1kZMZJS4JsApBkv94Y7m3E18FygldZsvjNhQ/s1600/51DJwLhHCBL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWUig3_OkwOZgRXqCMieaduZYZydZ9bB1bDrzsFjebRfRdwKqQBAeDd7KdoIJA-e9vUmNL7aBw1mN-QBzabL810l1AKRbudaO4M64Xa8J1kZMZJS4JsApBkv94Y7m3E18FygldZsvjNhQ/s320/51DJwLhHCBL.jpg" width="195" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Eccolo qua. Il camaleonte che <br />non riesce a cambiare colore.</i></td></tr>
</tbody></table>
Ricordo di aver ricevuto in regalo dei libri per bambini. Ricordo che avevo il libro di Kamillo Kromo e che all'inizio delle elementari era ancora troppo difficile per me; ricordo di averlo messo da parte pensando che l'avrei letto più avanti, quando sarei stata più brava nella lettura. <br />
Ricordo di aver ricevuto delle borse di libri usati, scarti di altre bambine, di amici di famiglia che facevano spazio a nuovi testi (borse che possiedo tutt'ora, perché una volta che i libri arrivano in mano mia non se ne vanno più).<br />
Ricordo che, quando andavo alle elementari, ogni tanto (una volta al mese? O forse una volta alla settimana, chi lo sa, il tempo scorre in maniera totalmente diversa quando sei bambino) le maestre ci portavano nella biblioteca della scuola. Era un posto stupendo: un grande salone dal soffitto alto, col parquet scricchiolante e tanti armadi di legno di colori diversi a seconda dell'età consigliata per la lettura, e alle pareti erano appesi galeoni pirata, palme e altre scenografie di cartone delle vecchie recite scolastiche. A quel tempo andava di moda <i>Vampiretto</i> e tanti miei amici andavano pazzi per quella serie. Io veleggiavo verso altri lidi, anche se mi è sempre rimasta la curiosità per quei libri che leggevano tutti e che io ho sempre scansato; so che leggerli ora non sarebbe la stessa cosa, ma ogni tanto ci faccio lo stesso un pensierino.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2USgZ4302ZodogkkTsmtPnCUGWIfyMIzKSoIvzWd9AA2qJPdH4dfxkwKLqOBYFUR9VbSVh0719F3C_WN7lgdTUrgjAeaEOp7f4kxu0_gG76eOmacYb0Xb5SJdMyf1ndsKXWI932H-mg/s1600/vampiretto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2USgZ4302ZodogkkTsmtPnCUGWIfyMIzKSoIvzWd9AA2qJPdH4dfxkwKLqOBYFUR9VbSVh0719F3C_WN7lgdTUrgjAeaEOp7f4kxu0_gG76eOmacYb0Xb5SJdMyf1ndsKXWI932H-mg/s320/vampiretto.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vampiretto il maledetto.<br />Questo è il primo libro di <br />una serie di ben venti volumi <br />con le sue avventure.</i></td></tr>
</tbody></table>
Ricordo che quando andavo alle medie, all'inizio di ogni anno, ancora una volta il professore di italiano portava la classe nella biblioteca della scuola, stavolta una stanzetta poco più grande di uno sgabuzzino e senza finestre, e lì ognuno doveva scegliere un libro o due da portare in classe e tenere in un armadio come nostra biblioteca temporanea per l'anno scolastico in corso. Chi voleva poteva portare qualche libro da casa per condividerlo con i compagni, riportandolo a casa a fine anno.<br />
In quel periodo c'erano molte lettrici nella mia classe, spesso parlavano delle loro letture e volavano consigli. Cominciai a sentire un qualche spirito di competizione (io che in realtà non sono per niente competitiva, proprio non mi piacciono le gare) e leggevo anch'io, forse per non essere da meno. <br />
In quegli anni avevo anche un'amica che non aveva la televisione a casa (sua madre era molto severa), in compenso la sua stanza aveva un'intera parete coperta da terra al soffitto con una libreria zeppa di volumi e di giochi. Andavo spesso a pranzo a casa sua e passavo lì il pomeriggio e ogni tanto sceglievo cinque o sei libri da prendere in prestito. Ho letto tanti bei titoli per ragazzi presi da quegli scaffali, soprattutto tanti Salani ed E.L.<br />
La seconda media è stata anche il periodo del mio magico incontro con i fumetti e con il disegno. E' decisamente lettura anche quella e ha cambiato il mio modo di pensare, i miei atteggiamenti, il mio gusto estetico. Ha segnato la mia adolescenza per un decennio a venire.<br />
<br />
Quindi non lo so bene quando è iniziata la mia passione per la lettura. I miei genitori non sono lettori eppure mi sono ritrovata da subito piena di libri. Ho avuto molte occasioni per leggere, per girovagare per biblioteche e librerie e avevo tempo o, meglio, dopo la scuola ovviamente giocavo e facevo i compiti, ma i miei hanno sempre lavorato entrambi e fino all'ora di cena di solito non ci vedevamo, perciò avevo i pomeriggi per fare quello che volevo, magari da amici, magari a casa dei nonni, magari in giro per città, ma il tempo per leggere l'ho sempre avuto.</div>
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<b>7- Leggi un libro alla volta o più libri insieme?</b><br />
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Più libri insieme. Sento il bisogno di avere in ballo più titoli nello stesso periodo, in modo da scegliere di immergermi in un'atmosfera diversa a seconda dell'umore del momento. Per questo di solito sono titoli di generi differenti o con ambientazioni diverse. Mi immergo totalmente e arrivo presto alla saturazione, così poi ho bisogno di cambiare aria, cambiare storia. Quando ho nuovamente voglia della vecchia storia, riprendo in mano il libro che avevo messo da parte. Ovviamente in questo modo ci vuole un po' di tempo in più per finire ogni titolo, sono una lettrice lenta e (spero) attenta e i libri che divoro in poco tempo non sono poi così tanti in un anno. Mi piace prendermi il mio tempo e permettere alla storia di sedimentare nella mente in modo da non dimenticarla subito dopo aver chiuso la copertina (come invece mi capita se leggo veloce). Il più delle volte sono una slow reader. </div>
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<b>8- Se tutti i libri del mondo andassero distrutti e potessi salvarne solo uno, quale sarebbe?</b><br />
<b><br /></b></div>
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Questa è una domanda da un milione di doppi dollari. Dovrei scegliere il mio libro preferito oppure uno che penso sia significativo per l'umanità o per la storia della letteratura? (Mi è proprio tornata in mente la scena di <i>The Day After Tomorrow</i> in cui si parla della Bibbia di Gutenberg, che, per la cronaca, NON sarebbe il libro che salverei).<br />
Sinceramente non so che libro sceglierei, non riesco nemmeno a scegliere un solo titolo tra i favoriti. Ma una cosa la so: se dovessi leggere un solo libro per il resto della mia vita, ne sceglierei uno bello grosso. Inutile girarci attorno: una volta che il libro finisce, la sua storia è finita e non ce n'è altra, bisogna accontentarsi, perché ogni libro è un'opera unica, un'esperienza unica. Un libercolo sottile, per quanto profondo, toccante o importante, non può durarmi tutta la vita. Preferisco piuttosto un librone immenso: più parole e più pagine hanno maggiori probabilità di offrire varietà, sfaccettature, molteplicità di temi, toni, registri, personaggi, situazioni, linguaggi, ambientazioni. Più varietà e meno chiusura, meno noia, probabilmente più materiale su cui riflettere, da analizzare, da assaporare. Non ho niente contro i libri sottili, mi piacciono, ne ho molti e li leggo volentieri, ma se davvero potessi salvarne solo uno e avessi solo quello da rileggermi per il resto della vita, allora ne vorrei uno pieno zeppo di roba, uno ricco che mi tenga occupata fino alla fine dei giorni.</div>
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<b>9- Perché ti piace leggere?</b></div>
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In maniera semplice e onesta, perché non è qui e non è ora. Mi piace leggere perché mentre leggo non sono io, sono qualcun altro, non mi devo occupare di me e dei miei problemi. Posso andare dove la storia mi porta, osservare quello che mi offre, affrontare persone e situazioni in cui sicuramente non mi imbatterò mai nella vita reale. Perché è un mondo parallelo che ha poco a che fare con il mio presente. Anzi, non è un mondo, è un multiverso di interconnessioni, dove ogni libro è un tassello del non qui e del non ora. E' altro e mi piace per questo.</div>
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<b>10- La tua libreria è ordinata secondo un criterio o è in ordine sparso?</b></div>
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<br />
E' organizzata secondo un ordine che ha senso solo per me XD Tengo insieme titoli di un certo genere (ad esempio tengo il grosso dei fantasy nello stesso posto), una determinata collana (gli Einaudi Stile Libero o i classici Newton & Compton, principalmente per questioni di dimensioni e perché è più piacevole esteticamente vedere vicini libri simmetrici), un autore (tengo insieme i libri di Mika Waltari oppure quelli di Paul Auster etc), un ciclo (la saga dei Mitago, le indagini di Montalbano, i volumi della Confraternita del Pugnale Nero...), una lingua straniera (cerco di tenere tutti nello stesso posto i libri in spagnolo o in inglese). Tengo tutti da una parte i saggi che sono stati testi d'esame all'università, più che altro perché li associo tutti a quella fase della mia vita (un po' come i vecchi libri di testo di quando andavo a scuola) e perché così è facile ritrovarli.<br />
I libri singoli che non hanno legami con altri libri sono messi un po' alla rinfusa in base a quanto fortemente sono interessata a leggerli prima di altri. I libri che sono più curiosa di leggere stanno inevitabilmente a portata di mano (poi non è detto che li legga in tempi brevi...), i libri comprati di recente vengono infilati negli spazietti che riesco a trovare qua e là, senza un ordine preciso, i libri che ho letto e che per ora non intendo rileggere sono relegati in scatole, armadi e sul fondo di librerie imbucate.<br />
Più o meno so dove sta un po' tutto, ma i libri sono tanti, qualche volta ho bisogno di riordinare nel tentativo di trovare altro spazio per i libri nuovi. Ogni tanto mi tocca cercare, scavare, spostare per trovare quello che voglio, ma è normale. La mia libreria ha una simmetria tutta mia, funzionale per me sola.<br />
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E con questo chiudo la prima parte del gioco. Nuove risposte ad altre domande librose arriveranno prossimamente :)</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-37515714684748749132016-01-23T11:07:00.000+01:002017-03-25T16:37:38.809+01:00Bilancio 2015 - Letture 2016<div style="text-align: justify;">
Non seguo piani di lettura né reading challenge. Scelgo di leggere quello che mi ispira di più e a fine anno tiro le somme. Ho una lista di categorie a cui ascrivo man mano le letture e poi guardo quali sono le categorie che riempio più facilmente, quali sono vuote da anni, quali vorrei riempire. Ogni tanto ne aggiungo di nuove. Penso ai libri che mi sono più piaciuti, a quelli che non ho amato affatto, a quelli che meriterebbero una rilettura. Faccio un bilancio che comparo a quelli degli anni passati, aNobii è molto utile in questo.</div>
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Nel 2015 aNobii mi dice che ho letto 50 titoli per un totale di 12.074 pagine. Sono numeri che vanno presi con le pinze, perché aNobii tiene in considerazione solo le date di fine lettura e quindi i libri letti per intero; questo vuol dire che un libro iniziato nel 2014 e magari letto per tre quarti in quell'anno, se viene terminato nell'anno successivo verrà ascritto al 2015 e che le letture o riletture parziali, gli spizzichi di capitoli e paragrafi, i libri iniziati e poi abbandonati (anche verso la fine) non rientrano nel calcolo finale. </div>
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Nel complesso i miei numeri dell'anno appena passato non sono male. Considerando che nel 2014 mi sono sentita bloccata e che riuscivo a leggere quasi solo robetta leggera e senza impegno (alias romanzi rosa e m/m), nel 2015 sono un tantino migliorata. Ne leggo ancora molti: li termino in fretta, il lieto fine mi mette di buon umore, sono fantastici per farmi dimenticare per un po' i problemi, intrattenimento puro. E poi sono una romanticona ^\\\^ Però mi è sembrato di starmi riprendendo, molto lentamente come è mio solito.<br />
L'anno nuovo si apre sempre con grandi aspirazioni. I propositi di lettura sono utopici, ma si sa che la speranza è l'ultima a morire, no? E così quest'anno vorrei:</div>
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<li style="text-align: justify;">in generale leggere di più;</li>
<li style="text-align: justify;">riempire le lacune leggendo più classici (anche contemporanei);</li>
<li style="text-align: justify;">approfondire la letteratura contemporanea americana e magari anche quella asiatica (categoria immensa, che ho lasciato volutamente indefinita);</li>
<li style="text-align: justify;">leggere Shakespeare. In passato ho già letto alcune sue opere, ma tante mi mancano e poi andrebbe letto e riletto e riletto ancora;</li>
<li style="text-align: justify;">mettermi il cuore in pace e tornare a leggere saggi come quando studiavo all'università. Li ho sempre trovati letture più impegnative e, quando ero studentessa, avere una scadenza era uno sprone assai salutare per me. Un po' controvoglia e un po' con entusiasmo ho letto saggi che mi hanno stregata e che mi hanno fatto amare argomenti che ora vorrei poter approfondire. Ma io sono sempre stata più per la narrativa e la saggistica per me è pesante, perciò vorrei tornare a fare lo sforzo necessario a digerirla (in tempi non biblici) per poterne sapere di più su una quantità di cose;</li>
<li style="text-align: justify;">scrivere molti più commenti su quello che leggo (anche a beneficio di Bluebook) e vincere pigrizia e stanchezza per potermi segnare appunti e impressioni man mano che procedo con la lettura, senza aspettare la fine del libro come faccio di solito (e poi magari mi scordo roba per strada). A tal proposito mi sono comprata un quadernetto simil-Moleskine con tanto di elastico;</li>
<li style="text-align: justify;">leggere più fantasy e sci-fi. Sono generi che adoro ma negli ultimi anni li ho messi un po' da parte per far spazio ad altro e ora mi mancano. Anche in questo caso ci sono tante pietre miliari che meritano di essere lette e che negli anni ho recuperato senza mai aprire e sarebbe proprio il caso di iniziare a smaltire un po' di roba.</li>
</ul>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhThp3_4FRv1di0PCHBgKqO9UxZ8dxq40PlyOzxz-aYgO-c8K8DuSKlcVPOEcf1te9EudKNiEzQfC4l92hg9D_AEDCB_Yj_oLkftkEOFSow3XY0vYX9JjN7wA0eq6tHBzitrXAnLZmfiTA/s1600/13760_10153195146919634_6998824950981601748_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhThp3_4FRv1di0PCHBgKqO9UxZ8dxq40PlyOzxz-aYgO-c8K8DuSKlcVPOEcf1te9EudKNiEzQfC4l92hg9D_AEDCB_Yj_oLkftkEOFSow3XY0vYX9JjN7wA0eq6tHBzitrXAnLZmfiTA/s1600/13760_10153195146919634_6998824950981601748_n.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ecco. Io non ho né un cane né un gatto, ma le tartarughe vanno bene lo stesso, no?</i></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<div style="text-align: justify;">
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In breve vorrei leggere Philip Roth, Zweig, Dumas, Conrad, Melville, Hugo (assolutamente Hugo), McCarthy, Dickens, Grossman, Harper Lee, Maurensig, Mo Yan, Donna Tartt, <i>Mirroshades</i>, Steinbeck, Joyce Carol Oates, Philipp Meyer, Wilbur Smith (incredibile! Non l'ho mai letto!), Ursula LeGuin, Heinlein, Dostoevskij (prima o poi tutti quelli di Dosto), Eddings, Dan Simmons, Verne, Michael Ende, Yourcenar, Murakami (ci ho già provato due volte, ma magari la terza è quella buona), Pascoli, Wilde, Manzoni (devo trovare il modo di apprezzarlo al di fuori dell'infelice ricordo scolastico dei <i>Promessi sposi</i>), Chrétien de Troyes, Moorcock, Hemingway, Wilkie Collins, Lovecraft, Stevenson (ho letto <i>La freccia nera</i> ma non <i>L'isola del tesoro</i>, possibile?!), Poe, Salgari (dilemma: torno da Sandokan o dal Corsaro Nero?), DFW, Gemmell, Matt Ruff e possibilmente Pynchon. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Vorrei trovare la costanza e la perseveranza di leggere un poema, almeno un paio di raccolte di racconti e qualcosa di Byron, le <i>Rime</i> di Giovanni della Casa e le <i>Operette morali</i> di Leopardi. Vorrei leggere Petronio, Seneca, Apuleio ed Eschilo. Vorrei sapere tutto di tutto sull'indoeuropeo, sugli ittiti, Mitanni, Ebla, l'<i>Epopea di Gilgamesh</i> (ho sempre adorato Enkidu <3). Vorrei dedicarmi allo studio di una lingua che non conosco e alla traduzione di una che conosco. Vorrei tornare a leggere fumetti come una volta. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Vorrei rileggere Lynn Flewelling, Terry Goodking, Lois McMaster Bujold, Robert Holdstock, Raymond Feist, Robin Hobb, Cornelia Funke, Mary Gentle, Bernard Simonay, Ramon del Valle-Inclan, Weiss e Hickman, Ann Marston, Kevin Crossley-Holland, Brian Jacques, Stieg Larsson, Lynda Robinson, Robert Ludlum, Cassandra Clare e poi leggere avanti i rispettivi cicli. </div>
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Se poi trovassi il tempo anche di guardare tanti film e drama e di giocare un po' di videogiochi arretrati non sarebbe male. </div>
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L'avevo detto che i miei propositi erano utopici. Ma a inizio anno non ci sentiamo sempre tutti sulla buona strada? Si sa che chi ben comincia...</div>
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Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-35023156735768273062015-11-23T00:21:00.000+01:002016-04-20T19:41:22.236+02:00I remember you<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>F</b></span>inalmente ho finito di guardare <i>I remember you</i>. Dico finalmente perché l'avevo iniziato a settembre, ero partita sparandomi le puntate tutte di fila e poi ho rallentato nel finale fino a fermarmi a meno di due episodi dalla fine, perché me la volevo gustare per bene senza interruzioni. Prima che arrivasse il momento giusto ci è voluta una vita, ergo finalmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>o ne <strike>parlo</strike> scrivo ma non ho ancora detto cos'è: <i>I remember you</i> (noto anche come <i>Hello monster</i>) è un k-drama di 16 episodi trasmesso tra giugno e agosto 2015, quindi recentissimo. Considerando che evito di guardare le serie on air perché detesto aspettare l'uscita della puntata settimanale, il più delle volte guardo tutto con molto ritardo, ma a furia di sentir parlare di questo drama mi era venuta una curiosità pazzesca.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDl8NWfeJtD9lrIdISxIAdRWQCPqeA5JelaWVP5UVDBh0Txp6g67wsS0ysnBsezpnJoHJVv291BIIQ0Jtgr6oQLbBisP2Oj2-QrzbQyagiwFip5raa2nQb_daLBxtJMcMAHsSIrIV93NQ/s1600/I_Remember_You+20%2525+in+meno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDl8NWfeJtD9lrIdISxIAdRWQCPqeA5JelaWVP5UVDBh0Txp6g67wsS0ysnBsezpnJoHJVv291BIIQ0Jtgr6oQLbBisP2Oj2-QrzbQyagiwFip5raa2nQb_daLBxtJMcMAHsSIrIV93NQ/s640/I_Remember_You+20%2525+in+meno.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>i cosa parla? E' un drama di genere drammatico, anzi un thriller psicologico.</div>
<div style="text-align: justify;">
David Lee è un brillante criminologo che lavora negli Stati Uniti. Dopo tanti anni di assenza, torna in Corea per aiutare la polizia a far luce su una serie di morti curiose. Diventa consulente della squadra omicidi in cui lavora la buffa Cha Ji Ahn, che, David non lo sa, ha sempre avuto un interesse particolare per lui, in pratica lo stalkera fin da quando erano bambini XD<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgus3wcWTy_-ngLnz2hm3xHRfIffSgTd9Fa9hJlMi_HpkO7zIHZ6JF3a0bBef0F1w_d0-YxOHK4QGWjQhz91rT-TkneQ-XOFxjaZY9lze_-qESlwRXLoWpthFa0tPe4RyD5cNFn8HZP8j4/s1600/i+remember+you.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgus3wcWTy_-ngLnz2hm3xHRfIffSgTd9Fa9hJlMi_HpkO7zIHZ6JF3a0bBef0F1w_d0-YxOHK4QGWjQhz91rT-TkneQ-XOFxjaZY9lze_-qESlwRXLoWpthFa0tPe4RyD5cNFn8HZP8j4/s400/i+remember+you.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cha Ji Ahn che si nasconde dal capo </i>XD</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>avid però non è tornato solo per buon cuore. La missione che si è prefissato ha le sue radici in un lontano passato di bambino, quando David si chiamava ancora Lee Hyun e viveva con il fratellino Min e il padre, anche lui criminologo. Un giorno, andando a zonzo per la centrale di polizia in cui lavorava il padre, Lee Hyun si era ritrovato per caso in una sala interrogatori incustodita. Il detenuto che si trovava lì era un giovane gentile dal sorriso enigmatico, Lee Joon Young, che aveva preso subito in simpatia il bambino e aveva avuto con lui una breve ma significativa conversazione. Lee Hyun era stato ben presto ritrovato dal padre che, terrorizzato, lo aveva trascinato immediatamente fuori dalla sala e da quel momento in poi aveva iniziato a dubitare della normalità del suo stesso figlio, perché quel giovane sorridente non era un criminale da due soldi, bensì un serial killer la cui mente il criminologo proprio non riusciva a sondare. Il padre di Lee Hyun si fidava così poco del suo bambino (e dei suoi metodi educativi aggiungerei io) che arrivò al punto di rinchiudere il suo stesso figlio nel seminterrato di casa per timore che diventasse un assassino.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAxhcn5dS2sUnKR7SOemgTmsNhDK5ynT0i5uBUZ7JSkwBA1hNUPdJ3zO8vS66XrT-Cp-mMuHMQO0fj2_bXOr4l_W9NtGFob4bRDe-SyyTM06rNplLnT5ZWBtiSqfKfaEmhvYAqbkX3DU/s1600/IRY08-00074.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAxhcn5dS2sUnKR7SOemgTmsNhDK5ynT0i5uBUZ7JSkwBA1hNUPdJ3zO8vS66XrT-Cp-mMuHMQO0fj2_bXOr4l_W9NtGFob4bRDe-SyyTM06rNplLnT5ZWBtiSqfKfaEmhvYAqbkX3DU/s400/IRY08-00074.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>el frattempo Lee Joon Young aveva messo in atto un'evasione sanguinosa, giungendo ad irrompere in casa del criminologo per ucciderlo davanti agli occhi di Lee Hyun. Il killer fuggì impunito e Min, il fratellino minore, sparì senza lasciare traccia. Quel breve dialogo alla stazione di polizia aveva stravolto la vita di un bambino lasciandolo orfano e pieno di dubbi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>O</b></span>ra Lee Hyun, alias David Lee, vuole usare il suo ruolo di consulente per avere accesso a tutte le informazioni di cui è in possesso la polizia e ritrovare Lee Joon Young e suo fratello. Ma la strada per la verità è un sentiero tortuoso e buio che si inabissa nel profondo dell'animo umano.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYhwbODV75hUq-gy76MSsWuKXOzndzPL0JralpLmJi-RFIDNCPNtpnyiG2TeJC921wVDw-3E0Va5uvEhoP0429yX-3Y4ZHvzZiqMkk_KeC1ch3rK1UEOjlxlzsJ-R9e2ubDSoyjzqaYw/s1600/do-kyungsoo-i-remember-you-800x446.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYhwbODV75hUq-gy76MSsWuKXOzndzPL0JralpLmJi-RFIDNCPNtpnyiG2TeJC921wVDw-3E0Va5uvEhoP0429yX-3Y4ZHvzZiqMkk_KeC1ch3rK1UEOjlxlzsJ-R9e2ubDSoyjzqaYw/s400/do-kyungsoo-i-remember-you-800x446.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il sorriso inquietante del serial killer</i></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>n questa storia ci sono davvero tanti personaggi e tutti sono collegati a Lee Hyun o all'assassino. E' una partita a scacchi, un continuo gioco mentale tra i due. Non mancano però i momenti comici, offerti principalmente dai membri della squadra omicidi, e quelli romantici (rari ma presenti) tra Lee Hyun e Ji Ahn. Le musiche sono dolci o incanzanti, perfette nei momenti decisivi, e non mancano i colpi di scena (specie negli ultimi episodi). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>himè, il finale lascia a desiderare: SPOILER <span style="color: #45818e;">- di tutte le questioni irrisolte offerte dalla trama, quelle principali non trovano uno sbocco perché Lee Joon Young riesce a fuggire ed è nuovamente latitante, Lee Hyun torna a lavorare con la polizia per dargli la caccia (e fin qui si ripropone la situazione iniziale del drama), Min, davanti alla scelta se cambiare identità e vivere nascondendosi o se costituirsi ma mantenere il proprio nome e restare vicino al fratello, sembra scegliere la seconda opzione. Non tutti i poliziotti corrotti coinvolti nell'evasione di Joon Young e nell'insabbiamento delle prove vengono puniti secondo giustizia, né viene riabilitato il nome di coloro che erano stati infangati da queste mosse politiche. Inoltre la storia tra Lee Hyun e Ji Ahn è appena agli inizi, abbozzata e non riconosciuta dagli altri personaggi (sembra una storia segreta). Insomma, in sedici episodi si è appena scalfita la punta dell'iceberg e, volendo, ci potrebbe perfino stare una seconda stagione (anche se qui di carne al fuoco ce n'era davvero molta e le scene assurde e irrealistiche non mancavano, specialmente quando il medico legale e l'avvocato vengono "smascherati" dagli altri pg).</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipLma6tRwmVNzwq5mhTveT66UgLKrZnatAiFOvFnd4KhJ-6ulU6yLQewtNfX8rmKmYksWAnQjbGPbwOs2W7EbLHPbtlwyvnimHLIZaN1cuIHkuaFXZOvnWsYFjhfuq5oO8WHUeVVIur58/s1600/i+remember+you22.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipLma6tRwmVNzwq5mhTveT66UgLKrZnatAiFOvFnd4KhJ-6ulU6yLQewtNfX8rmKmYksWAnQjbGPbwOs2W7EbLHPbtlwyvnimHLIZaN1cuIHkuaFXZOvnWsYFjhfuq5oO8WHUeVVIur58/s400/i+remember+you22.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span> parte il finale insoddisfacente, la serie mi è piaciuta e non poco. Lungo tutta la serie, gli eventi del passato vengono introdotti in forma di flashback, rivelando l'antefatto un po' qui e un po' là. Molti episodi tengono col fiato sospeso e, se si supera la selva di nomi e personaggi, è interessante seguire l'evoluzione delle indagini. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>rima di iniziarlo avevo letto peste e corna su Cha Ji Ahn, sia sul personaggio che sull'attrice che la interpreta (Jang Na Ra), ma a me invece è stata simpatica (anche se all'inizio sembra un po' scemotta XD). Invece ho rivalutato Seo In Gook (Lee Hyun/David): l'avevo già visto in <i>Master's Sun</i>, dove non mi era piaciuto per niente, ma qui è scattato qualcosa che mi ha fatto smettere di guardarlo in cagnesco. Mi sono piaciuti una cifra gli attori che interpretano Lee Joon Young da giovane (cioè D.O. degli EXO) e Min adulto (Park Bo Geum). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY1fFtYUnZPx_0TqOmW-XfMHCGv0McK-hXySxRUVfLnm_mTZgPw_AUqlPyarOEA3aHOUHKZuEE6m3oviKySk1nCkxUXjLU1ii79nQm9nmMLit8YDTL7yE0_fQZr8SgTs8PIJf-bs9t2Q/s1600/Remember-You-Poster2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY1fFtYUnZPx_0TqOmW-XfMHCGv0McK-hXySxRUVfLnm_mTZgPw_AUqlPyarOEA3aHOUHKZuEE6m3oviKySk1nCkxUXjLU1ii79nQm9nmMLit8YDTL7yE0_fQZr8SgTs8PIJf-bs9t2Q/s640/Remember-You-Poster2.jpg" width="444" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>na bella visione :D</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-53617572340166038262015-10-25T00:59:00.000+02:002015-10-25T00:59:15.381+02:00Un periodo frenetico @_@<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a costanza non è una delle mie virtù. Me ne rammarico, perché mi tornerebbe davvero utile. Diciamo che faccio del mio meglio per mantenere un minimo di regolarità. Parlo di Bluebook: quando lo aprii, lo feci con l'intento di scrivere di più, di esprimermi di più, di non dimenticarmi tutto quello che sperimento e che mi passa per la testa, di avere una traccia di tutto questo fermento mentale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E</b></span> poi mi accorgo che sono quasi due mesi che non metto mano al blog. Un mucchio di idee, un sacco di bozze da sistemare prima della pubblicazione, ricerche da fare, immagini da scannerizzare... Ma il pc fisso a cui è collegato lo scanner ha deciso che vuole andare in pensione e io ho iniziato un nuovo lavoro che mi porta via davvero TANTO tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>M</b></span>i sembra di non riuscire a fare più niente. Non ho il tempo per godermi un film per intero, per dedicarmi almeno un'ora per volta alla lettura, per immergermi in un videogioco, per ascoltarmi una playlist come si deve, per sperlazzare, come lo chiamo io, cioè per lavorare con le perline per realizzare gioielli. Per cimentarmi nelle miniature e nell'uso delle paste polimeriche, come vorrei fare da mesi. Figuriamoci per scrivere sul blog, dove un post porta via molte ore di lavorazione. Durante la settimana riesco a malapena a fare il necessario (commissioni urgenti, visita ai parenti, una volta alla settimana do lezioni di inglese etc) e il weekend è tutto speso nel riprendermi dalla stanchezza generale e contemporaneamente nel non far morire la mia vita sociale quel tanto che basta per continuare ad averne una. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>evo trovare un nuovo ritmo, trovare il modo di conciliare tutto quello che mi piace fare e di cui si nutre Bluebook con la mia nuova vita. Ci sto ancora lavorando, ma intanto ho trovato qualche minuto per scrivere :)</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-5773873203435224562015-09-05T01:59:00.000+02:002017-02-05T18:46:05.565+01:00Presagio triste<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>S</b></span>e escludiamo gli anime che guardavo da bambina (quando ancora non ero in grado di distinguere l'animazione giapponese dagli altri cartoni animati), il mio rapporto col Giappone è iniziato con i manga quando avevo undici o dodici anni. Durante le scuole superiori ho iniziato a interessarmi anche di letteratura del Sol Levante ed è stato proprio in quel periodo che ho scoperto Banana Yoshimoto.</div>
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Ricordo che la mia professoressa di italiano propose un esperimento: tutti dovevamo portare a scuola un libro letto e poi prestarlo a un compagno, in modo da scambiarci libri e impressioni ed esporre i nostri commenti alla classe. Una mia compagna portò <i>Sly</i> e, anche se alla fine non lo scambiò con me, mi rimase la curiosità. Ridicolo pensare che tutt'ora non l'ho letto e che con la Yoshimoto ho fatto tutto un altro percorso. Sono partita leggendo <i>Kitchen</i>, e forse quella volta nemmeno sapevo che era la sua prima opera. A parte la sorpresa nello scoprire che era molto più breve del previsto (<i>Kitchen</i> è solo il primo di due romanzi brevi contenuti nel libro), mi piacque moltissimo e decisi di approfondire la scrittura di Banana.</div>
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Entro la fine della scuola avevo letto anche <i>N.P.</i>, <i>Amrita</i> e alcuni racconti di <i>Lucertola</i> e <i>Sonno profondo</i>. E poi basta. Non ho letto più niente di suo per anni, pur avendo qualche titolo a casa che aspettava solo di essere rispolverato. Non lo so, mi era passata la voglia. Quando pensavo di prendere in mano un suo libro mi dicevo: "Naaaaaaaaa! Sarà per la prossima volta".</div>
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Quest'estate, reduce da un periodo lunghissimo di blocco del lettore, spinta dalla disperazione avevo pensato di buttarmi per un po' su libri brevi e leggeri nella speranza di riprendere il ritmo. E così ho preso in mano <i>Presagio triste</i>. Lo scontrino conservato tra le pagine mi è testimone: l'avevo acquistato il 4 giugno del 2006 e il poverino ha dovuto aspettare nove lunghi anni che arrivasse il suo momento. Alla fine anche lui ce l'ha fatta ed ora eccomi qua a <strike>parlarne</strike> scriverne.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT-qWVgSt1xUPRevSRxyepGVCwqe4l86XOZbwobbEns3uBafbCiUmon_Wx0FJEbRrIFNbKVtMf4OQRbYEt9kDiPUdOyfmo83zQivq_92cYDsgtvQWXM3Nc0Wniyk11NSTUKofO-c_xrSE/s1600/presagio+triste.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT-qWVgSt1xUPRevSRxyepGVCwqe4l86XOZbwobbEns3uBafbCiUmon_Wx0FJEbRrIFNbKVtMf4OQRbYEt9kDiPUdOyfmo83zQivq_92cYDsgtvQWXM3Nc0Wniyk11NSTUKofO-c_xrSE/s400/presagio+triste.jpg" width="256" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"><b>Y</b></span>ayoi vive in una villetta con i genitori e un fratello minore che sta per diplomarsi. Sulla sua quotidianità apparentemente perfetta ("<i>La mia era una di quelle famiglie felici e sorridenti della classe media come in un film di Spielberg</i>" p.22) grava però un'ombra sottile: Yayoi non ricorda la sua infanzia e, quando ci prova, un senso di struggente nostalgia la assale. Per tanti anni è riuscita a ignorare quella perdita, ma sembra che ora, piano piano, stia diventando insostenibile.</div>
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E non è l'unica sua stranezza: Yayoi sa le cose. O meglio, le sapeva. Sua madre le racconta che da bambina indovinava sempre chi stava telefonando non appena squillava il telefono e aveva questa particolare sensibilità che le permetteva di vedere o sapere cose che gli altri non percepivano, dote però che è andata normalizzandosi crescendo.</div>
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Yayoi è anche l'unica della sua famiglia a sentire un legame speciale con la giovane zia Yukino, eccentrica insegnante di musica in un liceo. In passato, quando doveva affrontare un problema, Yayoi mollava tutto e andava dalla zia, che vive da sola in una grande casa trascurata, con le erbacce che invadono il giardino e la polvere che avanza in tutte le stanze. Yukino mangia quando ha fame, guarda la tv se vuole svagarsi, salta la scuola se ne ha voglia e dorme per la maggior parte del tempo, ma quella vita riservata e solitaria ben si adatta ai momenti delicati in cui Yayoi sente il bisogno di allontanarsi dalla sua famiglia per schiarirsi le idee. Ed è durante uno dei suoi soggiorni presso la desolata casa della zia che Yukino svanisce nel nulla senza lasciar detto niente a nessuno. </div>
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Yayoi parte, assieme al fratello Tetsuo, alla ricerca della zia per una gita che è più un viaggio alla riscoperta di sé e del passato e all'esplorazione dei segreti di Yukino e del legame che lei stessa ha con suo fratello.</div>
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<span style="font-size: large;"><b>D</b></span>opo tanti anni di lontananza dalle opere di Banana Yoshimoto e dopo averne spesso letto peste e corna da parte di molti lettori, mi ero quasi convinta che il mio bel ricordo dei suoi libri letti dipendesse dal fatto che da adolescente ero una lettrice meno smaliziata di adesso, che quella volta mi fossi fatta abbindolare dall'inesperienza e che a leggerla ora probabilmente non ci avrei trovato le stesse cose che mi erano già piaciute una volta. Quanto mi sbagliavo. Poche pagine dopo aver iniziato <i>Presagio triste</i>, di botto mi sono ricordata i motivi per cui avevo amato <i>Amrita</i> e <i>Kitchen</i> (<i>N.P.</i> lo ricordo di meno): la semplicità della scrittura, la familiarità delle atmosfere, la pacatezza dei personaggi. I suoi libri emanano pace e serenità, proprio quello che mi serviva dopo un periodo di letture burrascose. Mi è sembrato davvero di prendere una boccata di aria fresca e risanante. Un vero toccasana per menti travagliate.</div>
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<span style="font-size: large;"><b>I</b></span> suoi classici temi sono tutti qui ancora una volta. </div>
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Il soprannaturale: quasi sfiorato tanto è trattato in maniera vaga e indefinita; di solito c'è almeno un personaggio caratterizzato da una spiccata sensibilità che gli permette una visione del mondo un tantino differente da quella di tutti gli altri, questo pg sente un legame con le altre persone o con l'aldilà ma non ha pretese di inquadramento o etichettatura, è qualcosa di naturale come respirare, non è strano né viene percepito come anormale, è parte integrante del ciclo vitale e del mistero della natura; inoltre il soprannaturale è sempre abbozzato e non è mai invasivo, non monopolizza la scena o la trama fino a spingere il libro nei generi dell'horror o del fantasy, aleggia sulle vicende facendosi sentire di quando in quando.</div>
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La casa: la quotidianità e la ripetitività dei gesti, il conforto di ciò che è noto e l'universale riconoscerci come esseri umani che vivono al di fuori di eventi eccezionali per la maggior parte della vita. La casa è intesa come il focolare domestico, plasmata sui suoi abitanti ma uguale per tutti nelle nostre necessità elementari, è il luogo di conciliazione con se stessi, di ritiro mentale, di tranquillità, il luogo dove si può essere quello che si è senza finzioni. </div>
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Ma soprattutto la famiglia: famiglia intesa come legame coltivato tra le persone più che come fattore biologico. Banana Yoshimoto sceglie sempre di esplorare situazioni fuori dall'idea di famiglia che fa parte dell'immaginario comune, cioè quella di padre, madre, figli, nonni, zii, nipoti tutti legati dal sangue, dal dovere e dall'obbedienza. Banana fa sì che i suoi personaggi stiano insieme per motivi diversi dallo spoglio vincolo biologico, costruiscono ogni volta rapporti che si nutrono di affinità, di condivisione, di accettazione e sceglie relazioni che difficilmente si inquadrano nella società o nell'etica, spesso i suoi personaggi fanno parte di famiglie allargate. Non è intesa come una sfida o una critica all'ordine esistente, ma più come il prendere in considerazione ambiti affettivi che ancora non hanno definizione, è l'esplorazione delle sfaccettature dei legami tra le persone, nessuna relazione è uguale a un'altra perché non ci saranno mai due persone identiche.</div>
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<span style="font-size: large;"><b>M</b></span>i sono molto piaciuti i personaggi principali, la misteriosa e pigra Yukino in primis, ma anche il solare Tetsuo e l'energico e rassicurante Masahiko (non vi spiego chi è altrimenti spoilero). E ho amato la delicatezza con cui l'autrice tratta temi drammatici e problematici (la stessa con cui dipinge con vaghezza il soprannaturale e con tatto i legami tra personaggi). </div>
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Quindi niente di nuovo rispetto ai romanzi che avevo letto in precedenza (in particolare ci ho trovato molto di <i>Amrita</i>, o forse dovrei dire che ho trovato molto di <i>Presagio triste</i> in <i>Amrita</i>), forse anche perché sono tutti stati scritti in un arco di tempo non troppo ampio (<i>Kitchen</i> e <i>Presagio triste</i> nel 1988, <i>Sonno profondo</i> nel 1989, <i>N.P.</i> nel 1990, <i>Lucertola</i> nel 1993 e <i>Amrita</i> nel 1994), ma era proprio quello che volevo e comunque non sono una fanatica dell'originalità a tutti i costi. </div>
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Insomma, l'ho davvero apprezzato e ha decisamente migliorato la mia estate, temevo di andare incontro a una delusione e invece ho ritrovato una vecchia amica :)</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-69639902822200655322015-07-23T15:10:00.000+02:002015-07-23T15:10:06.786+02:00Books Everywhere! Part IXRieccomi con gli acquisti. L'ultimo <i>Books everywhere!</i> era di qualche mese fa, quindi ho di nuovo terreno da recuperare XD<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWBn_FmJ7uafJMODmtdaye8JHrUdKZmF1RbsWDPrtXuo3Wx1Fr3BQ5VDWGB-cejuDVv9nd8HZz-b3Od2YbnsekBgnDXSTo8QeL7prY8tlKXNfC3R45P2MA5gJzw5aLrjoOtFqZPMHIE4/s1600/_coproma40dc-1339500308.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWBn_FmJ7uafJMODmtdaye8JHrUdKZmF1RbsWDPrtXuo3Wx1Fr3BQ5VDWGB-cejuDVv9nd8HZz-b3Od2YbnsekBgnDXSTo8QeL7prY8tlKXNfC3R45P2MA5gJzw5aLrjoOtFqZPMHIE4/s320/_coproma40dc-1339500308.jpg" width="229" /></a></div>
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All'inizio ero decisa a scansarlo, ma poi ha cominciato a solleticarmi l'idea dell'ambientazione romana, abbastanza insolita tra i romanzi rosa, dove dominano il Medioevo e il periodo Regency. Poi l'ho trovato usato e insomma ho colto l'occasione.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj97XtJJ5udEcPoMFnU9dJq_Cph2A5efmncV80obJRIPdk1Ml_koiaMXGJKi_wx1eJ74p1RrLLCjRiFiOR_jFB2IUx7SfswbIreQCx7gWLPi5p2RrzOf1pL0Sb8f6PXb08fPDiztJr8JdQ/s1600/correzioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj97XtJJ5udEcPoMFnU9dJq_Cph2A5efmncV80obJRIPdk1Ml_koiaMXGJKi_wx1eJ74p1RrLLCjRiFiOR_jFB2IUx7SfswbIreQCx7gWLPi5p2RrzOf1pL0Sb8f6PXb08fPDiztJr8JdQ/s320/correzioni.jpg" width="195" /></a></div>
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L'aveva citato la mia professoressa di italiano delle superiori. Da allora ho continuato a sentirne parlare e ora sono dell'idea che prima o poi in un Franzen mi sarei imbattuta.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq2OnHBY7PNKE5UkdVV81W0gx7buIclemT5iCEftbVKDKyeV8_j9OGL01Ly2DH4JtjvmSOCz1F10XcD2lMZHIFKEirMYCGW5Mlk9YR2cXDbeip8IaO7BrTyBI3IVvVyMN6BUp9MSoUIVA/s1600/cop.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq2OnHBY7PNKE5UkdVV81W0gx7buIclemT5iCEftbVKDKyeV8_j9OGL01Ly2DH4JtjvmSOCz1F10XcD2lMZHIFKEirMYCGW5Mlk9YR2cXDbeip8IaO7BrTyBI3IVvVyMN6BUp9MSoUIVA/s1600/cop.jpg" /></a></div>
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Fantasy goticheggiante praticamente sconosciuto in Italia. Scoperto quando mi sono imbattuta nella miniserie BBC del 2000 con Jonathan Rhys Meyers come protagonista tratta dai primi due romanzi della serie di Gormenghast (che in totale sono tre).<br />
Per anni ho aspettato di comprarlo fino a quando il destino mi ha assistito e Adelphi ha deciso finalmente di ristamparlo e ad un prezzo decisamente inferiore. Thank you!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv41PUcqeaj-wgjdqrjk4NE_EvD3Lz_tMGVEI4EUDuDqmf40I859PvDqWV30eMHlYCSog5bhRDBhWqMcXQnDDm3Z3sX0fDgnZrj6eR9Uo7zNRtTY_xMEorWnAzLeZinxG5nA1eHK_7zMI/s1600/image_book+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv41PUcqeaj-wgjdqrjk4NE_EvD3Lz_tMGVEI4EUDuDqmf40I859PvDqWV30eMHlYCSog5bhRDBhWqMcXQnDDm3Z3sX0fDgnZrj6eR9Uo7zNRtTY_xMEorWnAzLeZinxG5nA1eHK_7zMI/s320/image_book+%25281%2529.jpg" width="197" /></a></div>
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Dopo aver letto <i>Lupo mannaro</i> e <i>Almost Blue</i>, continuo con le indagini dell'ispettrice Grazia Negro.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVNGKd0MhH1rdTcBUKcIWXohPgk4-VHa8VAnJhxzQAXpBbW93WTdDTu2XN7jdla8bw2iPtgjT1c9Tr-isVsZC2Eswmod8lfPb98c6Htw1FH5HKrtTgNod7XcRIOpOabioleVWGcJIDfGo/s1600/978-88-541-6972-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVNGKd0MhH1rdTcBUKcIWXohPgk4-VHa8VAnJhxzQAXpBbW93WTdDTu2XN7jdla8bw2iPtgjT1c9Tr-isVsZC2Eswmod8lfPb98c6Htw1FH5HKrtTgNod7XcRIOpOabioleVWGcJIDfGo/s320/978-88-541-6972-2.jpg" width="189" /></a></div>
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Perché Zweig mi ispira e lo voglio proprio provare. Poi non c'entrerà una mazza, ma un libro che parla di scacchi mi ricorda <i>La variante di Luneburg</i> di Maurensig. E infine me lo tiravano dietro a 1.90€.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDaKz_2BV7Uq9-3CbMsz15Ir6SwLuRd8nlFToffx5gz8h2HD7qxb608VoQYFKQvXshaKZZtzR5UJg9-RZEjpk_0KY12XR4H2AdbsEMeHO_YFzUjBbG0m7I0Fs4jeOC1fJ5TIflFnlAVL0/s1600/Il+mercante+di+libri+maledetti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDaKz_2BV7Uq9-3CbMsz15Ir6SwLuRd8nlFToffx5gz8h2HD7qxb608VoQYFKQvXshaKZZtzR5UJg9-RZEjpk_0KY12XR4H2AdbsEMeHO_YFzUjBbG0m7I0Fs4jeOC1fJ5TIflFnlAVL0/s320/Il+mercante+di+libri+maledetti.jpg" width="196" /></a></div>
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Non mi dispiacciono i thriller e ho già letto un libercolo di Simoni intitolato <i>I sotterranei della cattedrale</i>, che ho trovato piuttosto carino.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOUXiUkkX7fFBfnXURVZoeZ-iVrWvVlFATymlEcCoL4sCznMN0flJfOatQ3ocRK5AY8TOLalhwPq13jCS13QlHEqIrMf8b9r_dVd2qCy4jyH_CUoLE4b2qCfSJjDyBw41Rt-8GnCQLY9E/s1600/HeavenTexas_copy_1024x1024.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOUXiUkkX7fFBfnXURVZoeZ-iVrWvVlFATymlEcCoL4sCznMN0flJfOatQ3ocRK5AY8TOLalhwPq13jCS13QlHEqIrMf8b9r_dVd2qCy4jyH_CUoLE4b2qCfSJjDyBw41Rt-8GnCQLY9E/s320/HeavenTexas_copy_1024x1024.jpg" width="236" /></a></div>
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Secondo capitolo dei Chicago Stars. Il primo non era malvagio, ma questo volume, che ho già letto, mi ha conquistata. Bobby Tom era già un personaggio intrigante, sebbene secondario, nel primo libro, ma qui è il protagonista e non ho potuto fare a meno di trovarlo ancora più simpatico.<br />
Ho già letto anche il terzo volume che ho commentato <a href="http://bluebook77.blogspot.it/2015/05/e-se-fosse-lui-quello-giusto-chicago.html" target="_blank">qui</a>.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF-FTaRuK83KlA6F2lB4-YpeCF5alD3nEisM3eUnS-NuVux3gIw4nuW3xUheGx68HfVSXPj7Iuc9VbZbhTjOpPS1A5DsZlTlbwaMjuWdrVxogcy6W3Fj_aJ0nCrOhXtL-V5RdvpTueBp4/s1600/il_suggeritore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF-FTaRuK83KlA6F2lB4-YpeCF5alD3nEisM3eUnS-NuVux3gIw4nuW3xUheGx68HfVSXPj7Iuc9VbZbhTjOpPS1A5DsZlTlbwaMjuWdrVxogcy6W3Fj_aJ0nCrOhXtL-V5RdvpTueBp4/s320/il_suggeritore.jpg" width="208" /></a></div>
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Ampiamente elogiato nel gruppo di lettori di cui faccio parte su Facebook. Giallo-thriller di autore italiano e ristampato nella collana Super TEA (alla portata economica di ogni lettore). Quasi sicuramente non mi dispiacerà.<br />
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Presto nuovi aggiornamenti al listone degli acquisti :D</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-21495419156032818972015-07-15T19:41:00.000+02:002017-02-05T18:59:02.026+01:00E liberaci dal padre<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>E</b></span> liberaci dal padre</i> (titolo originale: <i>A Great Deliverance</i>) è il romanzo d'esordio, pubblicato nel 1988, di Elizabeth George, nonché la prima delle numerose indagini condotte dall'ispettore Lynley e il sergente Havers. La serie è composta ad oggi da sedici romanzi, a cui vanno aggiunti un prequel sempre con Lynley e un capitolo in cui devono risolvere il giallo dei personaggi secondari della serie madre.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEionpSnzFhkn8HJntQcQJaHa8Al1HJoIE51GYk9IpSyL_LXEEO8016JKFBqzKxfZruots3mPUNSaIGR3Y7XUji1DuwOef5VfPCqIH84K6P5i9PnQFHgeXU1dyb20lYxqozaRjSh0jrcwEc/s1600/E+liberaci+dal+padre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEionpSnzFhkn8HJntQcQJaHa8Al1HJoIE51GYk9IpSyL_LXEEO8016JKFBqzKxfZruots3mPUNSaIGR3Y7XUji1DuwOef5VfPCqIH84K6P5i9PnQFHgeXU1dyb20lYxqozaRjSh0jrcwEc/s400/E+liberaci+dal+padre.jpg" width="253" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>n un villaggio della pittoresca campagna inglese un uomo viene ritrovato decapitato nel suo fienile. Accanto al corpo siede la figlia con l'abito della domenica sporco di sangue. Le uniche parole che pronuncia sono: "Sono stata io. Non me ne pento" e poi settimane di silenzio. Il prete del paese vola a Londra a chiedere aiuto a Scotland Yard e il caso viene affidato a una coppia di investigatori che descrivere come male assortita sarebbe riduttivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lui, Thomas Lynley, uomo colto, affascinante, altolocato e ricco che, per qualche misterioso motivo, ha deciso di impiegare il suo tempo trattando con testimoni riottosi e marciume umano. Lei, Barbara Havers, bisbetica non ancora domata, rigida, astiosa, brutta e totalmente priva di senso estetico o di educazione superiore, è riuscita a farsi sbattere fuori dalla squadra investigativa dopo aver bruciato ben tre partner di indagini con la sua stizza per tornarsene con la coda tra le gambe alle volanti e alle pattuglie.</div>
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I due devono tentare di instaurare un qualche rapporto di fiducia o rispetto mentre si schiariscono le idee tra i vari e un po' loschi personaggi che abitano il paesino inglese, dove ovviamente tutti conoscono tutti e i pettegolezzi volano come palline in un campo da tennis.</div>
<div style="text-align: justify;">
Contemporaneamente, Deborah e St. James, amici di vecchia data di Lynley, si trovano per caso in una locanda nello stesso villaggio per trascorrere la loro breve luna di miele. Tra un bicchiere di brandy e il chiacchiericcio incessante di un invadente ospite americano, la padrona del posto racconta loro una vecchia leggenda locale per cui talvolta, di notte, si sentirebbe il pianto di un neonato provenire dalle rovine della vicina abbazia...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>U</b></span>n giallo che si legge bene. Non ho avuto fretta e me lo sono assaporato pian piano gustandomi l'inizio lento e i molti personaggi. Personaggi ben delineati, anche se ammetto di aver odiato Havers. L'infelicità della sua vita l'ha resa invidiosa nei confronti degli altri, specialmente verso Lynley, che ha l'unica colpa di vivere una vita apparentemente perfetta da titolato dell'alta società. Ovviamente anche lui ha le sue grane, belle pesanti a dire il vero, ma Barbara vede soltanto quel che vuol vedere. Per tutto il libro si crea un'idea degli altri senza alcuna prova e poi segue i suoi pregiudizi quasi fossero il vangelo, di solito andando incontro a disastri di epiche proporzioni. Che idiota. Io l'ho trovata assurdamente irritante, anche se capisco che la complessità del suo carattere possa essere interessante. Le ho nettamente preferito Lynley senza indugio, specialmente per i suoi sforzi di sembrare sempre sciolto e a suo agio anche in situazioni spinose.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E'</b></span> un giallo quindi spendo due parole anche sull'andamento delle indagini. Gli indizi sono tanti e tutti da interpretare. In questo Havers sa essere una brava detective, forse migliore di Lynley per certe trovate brillanti a cui lui non aveva minimamente pensato. D'altra parte però Thomas ogni tanto tira fuori dal cilindro deduzioni senza spiegazione, cioè capisce certe relazioni tra personaggi senza che al lettore fosse mai stato dato uno straccio di indizio in quel senso, o almeno io non ci sarei proprio arrivata. E la cosa mi stupisce, perché sono una che osserva i dettagli e quasi mi dispiace affermare che a metà libro avevo già capito la parte fondamentale del mistero (che NON è l'identità dell'assassino). </div>
<div style="text-align: justify;">
L'altra parte del mistero è stata per me nebulosa fin quasi al finale, soprattutto perché la cara Elizabeth butta qui e là alcune scene particolarmente fuorvianti, almeno una delle quali resta comunque senza spiegazione alla fine del libro (<span style="color: #45818e;">parlo dell'interludio tra Ezra e Danny, in cui lei piange e lui si incavola</span>). Tutte le altre hanno un rapido e doveroso chiarimento tra le pagine finali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>a Chiesa, sia cattolica che anglicana (non parlo di religione, parlo di Chiesa intesa come istituzione e come insieme dei suoi rappresentanti), in questo romanzo ci fa una ben magra figura e i personaggi che la incarnano finiscono, ognuno per motivi diversi, per venire schiacciati dai propri lati negativi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>O</b></span>ltre all'andamento pigro e lento che io ho molto apprezzato, il vero punto di forza del romanzo è la caratterizzazione dei personaggi. Il cambio di linguaggio a seconda del punto di vista e degli interlocutori nei dialoghi è riuscitissimo e dice molto anche dei personaggi a cui sono dedicate poche descrizioni: sono fantasticamente dipinti Hank, l'ospite americano della locanda, logorroico e kitsch, Olivia Odell, fragile e insicura madre sull'orlo di una crisi di nervi, miss Burton Thomas, la pragmatica e ciarliera padrona della locanda, Richard Gibson, il malizioso cugino della presunta assassina, Bridie Odell, la vivace figlia di Olivia che gira sempre con la sua anatra domestica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>on male anche le descrizioni del villaggio e della campagna inglese:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><b><span style="font-size: large;">C</span></b>'erano elementi contrastanti dappertutto. Nelle aree coltivate la vita germogliava da ogni fessura e da ogni cespuglio, una fitta vegetazione che in un'altra stagione avrebbe prodotto la bellezza variegata dei trifogli, della licnide, della veccia e della digitale. Era una terra in cui le macchine venivano fatte aspettare quando due cani conducevano un gregge di grasse pecore al di fuori dei pascoli, giù per la collina, lungo la strada per una passeggiata di qualche miglio fino al centro del villaggio, guidati soltanto dal fischio del pastore che veniva dietro, e che affidava il proprio destino e quello dei suoi animali all'abilità dei cani. E poi di colpo le piante, i villaggi, le magnifiche querce, gli olmi e i castagni sparivano nel nulla lasciando il posto alla selvaggia e primitiva bellezza delle brughiere.</i> (p. 107)</blockquote>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh1nlQEGfsCn4BLDPXFSSs83QBOCpzr0mqkv99chmUllRHpzqQklWY_G4o7iS6QbGlBvNb37pvjeelr3fytm8pxWz423rNfnbPARHcDoq40w4AxLTWMbeGTOATRukiKo4QdDhGgOLuqrI/s1600/yorkshire.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh1nlQEGfsCn4BLDPXFSSs83QBOCpzr0mqkv99chmUllRHpzqQklWY_G4o7iS6QbGlBvNb37pvjeelr3fytm8pxWz423rNfnbPARHcDoq40w4AxLTWMbeGTOATRukiKo4QdDhGgOLuqrI/s400/yorkshire.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Un veduta della campagna dello Yorkshire con tanto <br />di villaggio, chiesa e pecorelle al pascolo</i> :)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>T</b></span>irando le somme posso dire che non è stupendo, ma è decisamente una lettura piacevole e penso proprio che andrò avanti con il ciclo, se non altro per vedere l'evoluzione dei tesi rapporti tra Lynley, Havers e un'altra manciata di personaggi fissi.</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-42988587974584322012015-06-29T22:15:00.000+02:002017-02-05T19:00:10.899+01:00L'albero di Halloween<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>L</b></span>'albero di Halloween</i> è un romanzo breve (anzi brevissimo: 125 pagine) pubblicato da Ray Bradbury nel 1972. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'idea iniziale era quella di una sceneggiatura per un film d'animazione, che è poi stato realizzato nel 1993. L'edizione originale americana era accompagnata da una serie di illustrazioni di Joseph Mugnaini; visto che la mia Mondadori non ne ha, sono andata a cercarmele ed essendo particolari ne ho inserita qualcuna qui e là nella recensione :)</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqvf2sfCKfUKEwc-5OPciISUr2tAJrE2NqgzFz_eMW2PdbBrsW72MY7dhjjpdfatnXqf9TLA5Xmxi6ZSEjzN0MR-XNxWvyc4pXbi7MIjoOAeW6JoQhyakm2iniu0JVREmAGDSFvDDYf8/s1600/alberohallowen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqvf2sfCKfUKEwc-5OPciISUr2tAJrE2NqgzFz_eMW2PdbBrsW72MY7dhjjpdfatnXqf9TLA5Xmxi6ZSEjzN0MR-XNxWvyc4pXbi7MIjoOAeW6JoQhyakm2iniu0JVREmAGDSFvDDYf8/s320/alberohallowen.jpg" width="224" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>E'</b></span> il tardo pomeriggio dell'ultimo giorno di ottobre quando una manciata di ragazzini esce di casa e si incontra per la strada. Aspettano per oltre trecento giorni la serata più divertente dell'anno, quella per cui è lecito scavare tra le cianfrusaglie in soffitta e scoprire qualche oggetto impolverato o qualche costume tarlato da indossare. Il piano è quello di percorrere la città bussando porta dopo porta, pestando portico dopo portico, passando steccato dopo steccato per poi minacciare i noiosi adulti di tremende conseguenze se in cambio non sganciano il malloppo dolciario. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto sembra come al solito, solo che manca Pipkin! I ragazzi si fiondano a casa sua a chiamarlo, ma Pip è triste e si stringe la pancia, anche se si sforza di sembrare allegro per non impensierire i suoi amici. Li spedisce in missione nella cava ai margini della città, ad esplorare la vecchia villa diroccata per dimostrare il loro coraggio proprio nel giorno che fa più paura. Promette di raggiungerli però, più tardi dice, voi andate avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
E i ragazzi corrono entusiasti verso la casa abbandonata, guidati da Tom, vestito da scheletro, che li porta fino al grottesco batacchio e bussa all'ennesima porta della serata. Ma la villa non è disabitata: il suo proprietario, Mr. Moundshroud (cioè sudario), è pallido e ossuto. Nel giardino sul retro della villa troneggia un albero enorme, ai cui rami sono appese centinaia di zucche intagliate che illuminano la scena alla luce delle candele. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ecco comparire Pip in fondo alla cava. Non può correre, fa fatica e parla con un'esile vocina. Mentre arranca per raggiungere la casa, un'ombra lo porta via senza un fiato e Mr. Moundshroud propone ai ragazzi urlanti e preoccupati di volare a salvarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Inizia così un viaggio grottesco e surreale lungo i secoli alla ricerca delle origini della festa di Halloween, per poter capire come la paura della morte e il ricordo dei defunti sono cambiati nel tempo, ma soprattutto all'inseguimento di Pip, rapito da forze misteriose, sempre sfuggente e bisognoso di una mano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIZYcMZ0A7TB2yodyI8riq7t1WHi1TIK5PLGZ0BXIO1EFJzZnZ2YD8P6SG0n9SZZI6fVAtP9Tl1GpstKyGEJjlnV8ToDNCAKh5Vd0whmIY5qraiZUtKHh59d9od2NQ2ctT1z9_s1iw27g/s1600/MugnainiHalloweenTree.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIZYcMZ0A7TB2yodyI8riq7t1WHi1TIK5PLGZ0BXIO1EFJzZnZ2YD8P6SG0n9SZZI6fVAtP9Tl1GpstKyGEJjlnV8ToDNCAKh5Vd0whmIY5qraiZUtKHh59d9od2NQ2ctT1z9_s1iw27g/s1600/MugnainiHalloweenTree.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">E'</span></b> il primo Bradbury che leggo. Ho<i> Fahrenheit 451</i> in lista d'attesa, ma è un periodo in cui mi trascino dietro letture iniziate secoli fa (e per le quali non mi sono ancora arresa) e avevo bisogno di qualcosa di breve per tentare di uscire dal ristagno, così ho preso in mano questo libercolo che aspettava da tempo di essere letto.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' carino. E' una lettura veloce e divertente e ben si adatta ai suoi giovani, vivaci e curiosi protagonisti, però non mi ha entusiasmato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l linguaggio è espressivo e ricco di metafore. Talvolta ne vengono fuori periodi davvero ingegnosi e freschi, ad esempio:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>I</b></span>ntanto le assi di legno del portico gemevano e si curvavano sotto il loro peso, minacciando a ogni movimento di cedere e di precipitarli in chissà quale abisso sottostante infestato di scarafaggi. Le assi, intonate come le corde di un pianoforte, cantavano i loro misteriosi do-re-mi sotto le scarpe grosse dei ragazzi.</i> (p.20)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
oppure</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>I</b></span> ragazzi caddero. Coi piedi colpirono il suolo come una gragnuola di castagne.</i> (p.60)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
o ancora</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>S</b></span>coprirono di essere in mezzo a un cimitero abbandonato, senza luci. Solo lapidi, che sembravano grandi torte nuziali glassate dalla vecchia luna.</i> (p.109)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ltre volte la scelta dei vocaboli rende la descrizione degli eventi astratta e difficile da cogliere, ho dovuto rileggere le frasi di quando in quando perché non avevo ben capito cosa stava succedendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre la traduzione di Annalisa Mancioli (Fabbri Editori del 1994) mi è parsa un tantino datata e qualche volta discutibile: l'originale <i>gargoyle</i> è stato tradotto con <i>grottesca</i>, mentre <i>Thanksgiving</i> (la festa del Ringraziamento) è rimasto in inglese e la parola <i>polvere</i> ricorre fin troppo spesso in poco più di centoventi pagine; un nota chiarisce che la <i>Ballata di Natale</i> (<i>Christmas Carol</i>) è una novella di Charles Dickens, un'altra informa il lettore che Quasimodo è un personaggio di Victor Hugo, un'altra ancora spiega che le pinatas corrispondono in italiano <i>al gioco della "pentolaccia"</i> (p.108). Ma va'! </div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni tanto Bradbury inserisce delle canzoni o delle poesie che in originale sono quasi sicuramente in rima e purtroppo la musicalità del testo va a farsi benedire con la traduzione, ma per questo c'è davvero poco da fare :(</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUsT-4yKYZcfmRwGCxcS2M-gUa0QN-iubQv0Vf86qkNqxR8hSXDwnc82vvIYnjt72szqdux04XcIoRAJs4okVpj38-PpjA44e9PxVc2R1Yn6yT_uUmSfQYTP9zwe1noaZ1LdjxaqCdevE/s1600/IMG_0002.6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="334" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUsT-4yKYZcfmRwGCxcS2M-gUa0QN-iubQv0Vf86qkNqxR8hSXDwnc82vvIYnjt72szqdux04XcIoRAJs4okVpj38-PpjA44e9PxVc2R1Yn6yT_uUmSfQYTP9zwe1noaZ1LdjxaqCdevE/s400/IMG_0002.6.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>L</b></span>'albero di Halloween del titolo ha poco a che fare col resto della narrazione (e non è un titolo inventato dall'editore italiano perché in inglese è proprio <i>The Halloween Tree</i>), o meglio, compare all'inizio e alla fine ma è solo un simbolo di scarsa importanza ai fini della storia, che offre più che altro riflessioni sulla morte, anzi, sul modo in cui la morte è stata diversamente percepita dall'uomo nel corso del tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-88p2y2cWrFOzqNIKrbWkpYDsK41eq-kfrAkHtsxlVIbZCu9q71ZZUC-QHsxCsdoSTZZvueaom-QVz1ySbGUdT7CY7V98cWhPWiNPKLBQldO2-zERAazMfrmWRApQdEAWD2P1EHd9hII/s1600/Halloween4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="322" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-88p2y2cWrFOzqNIKrbWkpYDsK41eq-kfrAkHtsxlVIbZCu9q71ZZUC-QHsxCsdoSTZZvueaom-QVz1ySbGUdT7CY7V98cWhPWiNPKLBQldO2-zERAazMfrmWRApQdEAWD2P1EHd9hII/s400/Halloween4.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>ipkin fa un'entrata in scena stupenda. Viene introdotto con una bellissima descrizione:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>P</b></span>ipkin, caro Pipkin, il migliore, il più simpatico dei ragazzi.</i><i>Come facesse a correre così veloce nessuno lo ha mai saputo. Le sue scarpe da tennis erano vecchie, verdi delle foreste che aveva attraversato, brune dei lunghi percorsi fra le messi di settembre, incatramate sui moli e sulle spiagge dove attraccavano le chiatte di carbone, gialle delle intemperanze dei cani, piene di schegge di steccati. Gli abiti erano quelli dello spaventapasseri, su cui i cani di Pipkin dormivano o giocavano, consumati alle maniche e strappati sul sedere. I capelli? Un porcospino dalle setole biondo-scure, puntate come daghe in tutte le direzioni. Le orecchie? Pura peluria di pesca. Le mani? Impastate di polvere, del buon odore dei terrier, di caramelle di menta e pesche rubate in lontani frutteti. </i><i>Pipkin. Un connubio di odori, sapori, velocità, di tutti i ragazzi che mai corsero, caddero per rialzarsi e corsero ancora.</i> (p.12)</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>A</b></span>ll'introduzione di Pipkin è dedicato un intero capitolo (comunque breve, tre pagine scarse) e nessuno degli altri ragazzini del gruppo gode di una descrizione tanto minuziosa, anzi, quasi non godono di alcuna descrizione, a parte i riferimenti ai costumi di Halloween che indossano.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' l'inizio della storia e il lettore si aspetta che, dopo tanta abbondanza descrittiva, Pipkin sarà il protagonista della storia. Invece no. Pipkin compare per dire ai suoi amici di andare avanti nell'esplorazione, poi lo si intravede da lontano nella scena del rapimento e poi di lui si sa poco e niente. Ricompare come un lampo da lontano di quando in quando durante lo strano viaggio che i suoi amici fanno alla sua ricerca e sempre in altre vesti, una volta è un minuscolo cane, una volta è una mummia, una volta il suo nome si legge su un teschio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche se <i>il giorno in cui Joe Pipkin era nato tutte le bottiglie di Coca-Cola e di aranciata avevano spumeggiato di gioia</i> (p.11), in pratica lui è sempre assente e al suo posto il leader della compagnia di ragazzini diventa Tom Skelton, quello che dimostra un po' di coraggio e si fa avanti per primo quando la fifa dei suoi amici è evidente. Caro Pip, avresti potuto avere una storia tutta tua, ma il tuo creatore ha decretato altrimenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqjUwE08-WN-dkg4LUvS-y8tCa_PkrEVdCU7Ygb7JJkYrfGiUT2g1-pMmPFORccpWhWfkwXVq2KIZM0whY-eqwgbnawh_gUc5yt3HMtrncTFvKzkHe5WoJUAj8zhfehnoXSv-Z6bGdWHw/s1600/the-halloween-tree-ray-bradbury-illustration-3-001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqjUwE08-WN-dkg4LUvS-y8tCa_PkrEVdCU7Ygb7JJkYrfGiUT2g1-pMmPFORccpWhWfkwXVq2KIZM0whY-eqwgbnawh_gUc5yt3HMtrncTFvKzkHe5WoJUAj8zhfehnoXSv-Z6bGdWHw/s320/the-halloween-tree-ray-bradbury-illustration-3-001.jpg" width="220" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span> ragazzini sono tanti. Se si esclude Pipkin, che non porta alcun travestimento, i bambini sono ben otto e hanno circa dodici anni. Ognuno indossa un costume diverso: Tom è vestito da scheletro, Ralph da mummia, J.J. da cavernicolo, Wally da grottesca (alias gargoyle), Henry-Hank da strega, Fred da accattone e Georg da fantasma. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'abbondanza di bambini e di costumi è giustificata dal viaggio surreale: Mr. Moundshroud li catapulta in epoche e ambienti diversi che spiegano il legame tra i loro costumi, il culto dei morti e la festa di Halloween. E' un'idea carina, solo che, essendo il viaggio un'esperienza di gruppo e facendo i bambini tutti le stesse cose, compaiono spesso elenchi e ripetizioni, una sorta di etcetera virtuale continuato, che si sarebbe potuto evitare solo se i ragazzini avessero sviluppato un'individualità che gli permettesse di essere distinti gli uni dagli altri in maniera chiara anche per il lettore. In molti passaggi regna un generico plurale: in situazioni misteriose e spaventose come quelle legate alla notte di Halloween, il gregge segue il primo che si fa avanti, perciò quello che fa il primo fanno tutti, quello che dice il primo seguono tutti. Solo Tom risalta lievemente perché è il principale interlocutore di Moundshroud, nonché il ragazzino meno fifone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrMi8myxukU6qBey3d0zm6sNd1XXafaBCDLlJ7QE6V3IOBJet9QQi8t7Aeoron0IXoHBdHkGs2HX_lGRSavyP1wutDH9ZR5T-B2UcKd4xm83wnv0ZwCTaQYi3zXJdgEXQ83uzaf4XU5ZI/s1600/IMG_0006.22.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrMi8myxukU6qBey3d0zm6sNd1XXafaBCDLlJ7QE6V3IOBJet9QQi8t7Aeoron0IXoHBdHkGs2HX_lGRSavyP1wutDH9ZR5T-B2UcKd4xm83wnv0ZwCTaQYi3zXJdgEXQ83uzaf4XU5ZI/s320/IMG_0006.22.jpg" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>el complesso il libro è carino anche se mi è parso superficiale e un po' confusionario. La carne al fuoco c'era, ma si poteva arrostirla meglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vi lascio con un passaggio divertente dritto dritto da pagina 76:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>G</b></span>randi fuochi illuminavano l'Europa. A ogni crocicchio, a ogni fienile, ombre nere evocavano gatti dalle fiamme. I calderoni bollivano. Vecchie megere scagliavano maledizioni. I cani frugavano fra le braci. "Streghe, streghe dappertutto" disse Tom, annichilito "non credevo che ce ne fossero tante."</i><i>"A frotte e a schiere, Tom. L'Europa ne era invasa. Streghe nelle cantine, nei solai, sotto il letto, dappertutto."</i><i>"Caspita" si pavoneggiò Henry-Hank travestito da Strega. "Streghe autentiche! Potevano parlare ai morti?"</i><i>"No" disse Moundshroud.</i><i>"Evocare il diavolo?"</i><i>"No."</i><i>"Chiudere il diavolo fra gli stipiti delle porte e liberarlo a mezzanotte?"</i><i>"No."</i><i>"Volare a cavallo di una scopa?"</i><i>"No."</i><i>"Far starnutire le persone?"</i><i>"Spiacente."</i><i>"Uccidere le persone conficcando spilli in una bambola?"</i><i>"No."</i><i>"Accidenti! Ma allora cosa potevano fare?"</i><i>"Niente."</i><i>"Niente?" gridarono offesi i ragazzi.</i><i>"Oh, </i>credevano<i> di poterlo fare!"</i></blockquote>
</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-521037136768128392015-06-08T00:58:00.001+02:002017-02-05T18:32:01.703+01:00Un po' per volta: Dracula - Capitolo 2<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-size: x-large;">A</b>vevamo lasciato Jonathan quando era appena giunto nel cortile di un edificio nel bel mezzo della notte. Chissà chi sarà mai il padrone di casa? XD</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-size: large;"><b>D</b></span>al diario di
Jonathan Harker</i> (dal 5 all'8 maggio)<i>:</i></blockquote>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><b><span style="font-size: large;">L</span></b>'edificio è un castello e apre il grosso portone un uomo alto e vecchio. E qui c'è la prima vera entrata in scena del conte:</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><i><span style="font-size: large;"><b>W</b></span>ithin, stood a tall old man, clean shaven save for a long white moustache, and clad in black from head to foot, without a single speck of colour about him anywhere. He held in his hand an antique silver lamp, in which the flame burned without chimney or globe of any kind, throwing long quivering shadows as it flickered in the draught of the open door. The old man motioned me with his right hand with a courtly gesture, saying in excellent English, but with a strange intonation:-</i> etc. (p. 18)</span></blockquote>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>E</b></span>, poche pagine dopo, la descrizione si fa dettagliata:</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><i><span style="font-size: large;"><b>H</b></span>is face was a strong -a very strong- aquiline, with high bridge of the thin nose and peculiarly arched nostrils; with lofty domed forehead, and hair growing scantily round the temples but profusely elsewhere. His eyebrows where very massive, almost meeting over the nose, and with bushy hair that seemed to curl in its own profusion. The mouth, so far as I could see it under the heavy moustache, was fixed and rather cruel-looking, with peculiarly sharp white teeth; these protruded over the lips, whose remarkable ruddiness showed astonishing vitality in a man of his years. For the rest, his ears were pale and at the tops extremely pointed; the chin was broad and strong, and the cheeks firm though thin. The general effect was one of extraordinary pallor.</i></span><span style="text-indent: 1.03cm;"><i>Hitherto I had noticed the backs of his hands as they lay on his knees in the firelight, and they had seemed rather white and fine; but seeing them now close to me, I could not but notice that they were rather coarse-broad, with squat fingers. Strange to say, there were hairs in the centre of the palm. The nails were long and fine, and cut to a sharp point.</i> (p. 21)</span></blockquote>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>R</b></span>icapitolando: un uomo alto, vecchio, pallidissimo e vestito interamente di nero. Con capelli folti anche se stempiato, fronte ampia e sporgente, un grosso paio di baffi bianchi, profilo aquilino con un naso sottile e larghe narici. Con sopracciglia cespugliose che quasi si toccano sopra la radice del naso, una bocca decisa seminascosta dai baffi in una posa quasi crudele, con denti bianchi e aguzzi che sporgono sulle labbra rosse. Con orecchie pallide e appuntite, mento ampio e forte e zigomi sottili ma fermi. Mani anch'esse pallide, ma ampie, ruvide e forti, con dita tozze che terminano in unghie affilate e infine, ciliegina sulla torta, tanti bei peli sui palmi (disgustoso...). </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 1.03cm;">A questo punto lo strano accento con cui pronuncia l'inglese non è nemmeno la sua caratteristica più peculiare...</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;">Insomma, un intero capitolo di attesa ma poi i lettori vengono ripagati con una descrizione dettagliatissima del personaggio che dà il titolo al romanzo. Manca solo il numero di scarpe e poi si sa proprio tutto! Io ho trovato interessante il fatto che non ci sia alcun riferimento agli occhi, notoriamente lo specchio dell'anima e riflesso della verità.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;"><span style="font-size: large;"><b>A</b></span> questo punto è doverosa una rapida carrellata di foto per dare un'occhiata ai vari volti che ha assunto l'ormai celebre conte nel corso degli anni. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimgWX5yalanbCkzMaWw6eo2uyqOowdD-qVlDHLjBqEL7-bSErTNbw84Xk_Ep2T4clNiTBCr5x7el6QaeipChHxGAFXrHkZx16DHfzhOZWGQxrQ6YT-3POpQhMvaO4w5L6hR858qYejT80/s1600/nosferatu-1922.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimgWX5yalanbCkzMaWw6eo2uyqOowdD-qVlDHLjBqEL7-bSErTNbw84Xk_Ep2T4clNiTBCr5x7el6QaeipChHxGAFXrHkZx16DHfzhOZWGQxrQ6YT-3POpQhMvaO4w5L6hR858qYejT80/s1600/nosferatu-1922.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">P</span></b>er primo abbiamo Max Schreck <span style="text-align: center;">nei panni del conte Orlok</span><span style="text-align: center;"> (alias Dracula) in </span><span style="text-align: center;"><i>Nosferatu il vampiro</i></span><span style="text-align: center;"> del 1922.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Pallore, abiti neri, denti aguzzi, unghie affilate, orecchie a punta ci sono tutti.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig9mf6tunLz97NU9DpBflvm09QDdTSDYckZhUAyOpTlSoYh0NPd49EQ4EYJCbVVVLWJ0JGpIWxP-NQKc8JU7tq4E8nZB3Zk1jfACAcnnEX7JPgqFitFJXFpoLGQ3UUy0waLXIYlRXShaE/s1600/dracula+1931+-lugosi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig9mf6tunLz97NU9DpBflvm09QDdTSDYckZhUAyOpTlSoYh0NPd49EQ4EYJCbVVVLWJ0JGpIWxP-NQKc8JU7tq4E8nZB3Zk1jfACAcnnEX7JPgqFitFJXFpoLGQ3UUy0waLXIYlRXShaE/s1600/dracula+1931+-lugosi.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">B</span></b>ela Lugosi nel primo film Universal dedicato a Dracula (1931). Ormai una figura classica entrata nell'immaginario collettivo (i capelli brillantinati, il panciotto bianco e il colletto rialzato).</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Qui il conte ha l'aria di un uomo normale, seppure eccentrico. Giacca nera a parte, questo Dracula si discosta parecchio da quello del buon vecchio Bram.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeCBVCiv11rY9htSGRyWMgXiGpipDlBofjNVQz1Q5yWJ_xh3n30kbmFHeS7EbMRBdDgzEznzP-z1lfmTw-kuwAYaZSPFh0nR4bkOiqUZhC5wWVe-FFywN8hK8fj1RIMUiXMNh-UKLPn0I/s1600/dracula+1958-+Lee.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeCBVCiv11rY9htSGRyWMgXiGpipDlBofjNVQz1Q5yWJ_xh3n30kbmFHeS7EbMRBdDgzEznzP-z1lfmTw-kuwAYaZSPFh0nR4bkOiqUZhC5wWVe-FFywN8hK8fj1RIMUiXMNh-UKLPn0I/s1600/dracula+1958-+Lee.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">C</span></b>hristopher Lee ha interpretato Dracula in ben otto dei nove film Hammer dedicati al conte, in un arco di tempo che va dal 1953 al 1973 (vent'anni!), oltre a un altro paio di film in produzioni successive.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Quando non snuda le zanne ha l'aria di un uomo distinto, decisamente più orientato verso il Dracula di Lugosi che quello di Schreck.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-52P20r-F2_iN4eUcwk_e_hGNyBOrYTyd-HAIbg0ti_NPKg8OxLLPptqVOBzlm_Gp1GSCLEUCtg87fQ3GVI0-ZqS2cZvuPLVa1LyOhAH1JY1xmzTMN6snVfNDNcu54emk2HMytAZaUPM/s1600/nosferatu+1979+kinski.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-52P20r-F2_iN4eUcwk_e_hGNyBOrYTyd-HAIbg0ti_NPKg8OxLLPptqVOBzlm_Gp1GSCLEUCtg87fQ3GVI0-ZqS2cZvuPLVa1LyOhAH1JY1xmzTMN6snVfNDNcu54emk2HMytAZaUPM/s1600/nosferatu+1979+kinski.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">K</span></b>laus Kinski in <i>Nosferatu, principe della notte </i>del 1979. Non serve sottolineare che la pellicola è un remake del film del 1922 e che questo vampiro è quasi identico a quello di Schreck.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYRbBwNX_sUE39zWYLmy2DVE2KLxGXySqlgxEPNxH9tuDpfISTY2qPtW1oPNlokwQQuj-JzjzBTYOU8jVe7gyOVZc-RziFLDtspls6GK81COYOJaByBhAsYtzDz5h51cOxe8Dn0cfQVXk/s1600/dracula+1992+oldman.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYRbBwNX_sUE39zWYLmy2DVE2KLxGXySqlgxEPNxH9tuDpfISTY2qPtW1oPNlokwQQuj-JzjzBTYOU8jVe7gyOVZc-RziFLDtspls6GK81COYOJaByBhAsYtzDz5h51cOxe8Dn0cfQVXk/s1600/dracula+1992+oldman.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>l conte di Gary Oldman nel <i>Bram Stoker's Dracula</i> di Francis Ford Coppola (1992).</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E' vecchio, pallidissimo, capellone anche se stempiato e con una fronte bella ampia. Le unghie sono affilate e, anche se da questa foto non si vede, ricordo benissimo che nel film si vedono chiaramente i palmi pelosi delle mani (mi sa che è l'unico film in cui ci sono). </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Abbastanza fedele anche se non perfetto.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw4Mw_TQzIhTSgCkWoSPW52IogzIwHnkyLAvifwf_2i-3vu-W253Ryzsv-S9rxjXX-EO1c9AhItqUCM9PYQOhJ48vwXTsuq8zqZ61RVDYwxcEZMyOF7bUHmMYq65mQcn4HN3ES-nc7yNU/s1600/dracula-2000+gerard+butler.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw4Mw_TQzIhTSgCkWoSPW52IogzIwHnkyLAvifwf_2i-3vu-W253Ryzsv-S9rxjXX-EO1c9AhItqUCM9PYQOhJ48vwXTsuq8zqZ61RVDYwxcEZMyOF7bUHmMYq65mQcn4HN3ES-nc7yNU/s1600/dracula-2000+gerard+butler.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">G</span></b>erard Butler in <i>Dracula's Legacy</i> (2000) non è decisamente il conte che fa per noi anche perché il film è una trasposizione in chiave moderna. Ci tenevo lo stesso a metterlo per segnalare tutti i principali adattamenti.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQqwkr39Tc8DOvgiqYYlYP4UABxfjBRcI0pxygtNpTTg224a1bEVLTOpqx7TCbcfxeEPWiJIeYbZjAPQzTNDHZ7suJ-kdpiZN2lUrMqhz1Jw2XOGyfHSWYmdyEFPurLGblPXLWapGCEk/s1600/dracula+2006+marc+warren.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQqwkr39Tc8DOvgiqYYlYP4UABxfjBRcI0pxygtNpTTg224a1bEVLTOpqx7TCbcfxeEPWiJIeYbZjAPQzTNDHZ7suJ-kdpiZN2lUrMqhz1Jw2XOGyfHSWYmdyEFPurLGblPXLWapGCEk/s1600/dracula+2006+marc+warren.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>l <i>Dracula</i> di Marc Warren (2006) ha poco del vecchio di Stoker. E' anche vero che però non riguardo questo film per la tv da diversi anni e magari all'inizio compare in forma diversa. Appunto: rivedere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWA70tfbz9FLsNAf7xcqrfP6qevbacnp5KHNhxqaA1vz8dkolVAQKj_pBKX96aBdCS0EBTHBBvfsR81aJ_4o1xUv2thoSKrMhanw6gZZgYi0nt084M8yJgKY390CrdEd67zaKcp-G9bkA/s1600/Dracula-3D-thomas-kretschmann+2012.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWA70tfbz9FLsNAf7xcqrfP6qevbacnp5KHNhxqaA1vz8dkolVAQKj_pBKX96aBdCS0EBTHBBvfsR81aJ_4o1xUv2thoSKrMhanw6gZZgYi0nt084M8yJgKY390CrdEd67zaKcp-G9bkA/s1600/Dracula-3D-thomas-kretschmann+2012.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>l conte nell'ultima fatica di Dario Argento (<i>Dracula 3D</i> del 2012) è interpretato da Thomas Kretschmann, attore tedesco che adoro. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Devo ancora guardarlo, ma intanto l'abito nero c'è.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbEuoefBaWcLU1lilQGe1o3hDHt4pzvkYC8veeAGX4PXN4-Rokc_sVl3xt9Opsk-eE0o5_cFEJLWNSIoU0iisWuZI1iDo_ABzriDCZb6MrSrpzpVptzgaFeHS5F51QIQRVQBBRJ0jpiAw/s1600/Dracula+evans+2014+dragon-armor.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbEuoefBaWcLU1lilQGe1o3hDHt4pzvkYC8veeAGX4PXN4-Rokc_sVl3xt9Opsk-eE0o5_cFEJLWNSIoU0iisWuZI1iDo_ABzriDCZb6MrSrpzpVptzgaFeHS5F51QIQRVQBBRJ0jpiAw/s1600/Dracula+evans+2014+dragon-armor.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">A</span></b>nche questo c'entra poco visto che <i>Dracula Untold</i> (2014) è un prequel del romanzo ambientato nel XV secolo. Quindi Luke Evans interpreterebbe il conte da giovane.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidQNZIglMjnHuI50IjPliR_AVHaAl1xF3A1eTHheLS9jZrZKjgoGBITEowBYaOupanMoHIUY9NVBTBBDX6ta7PVEx46P9FhKrCkhUEd9XYunLclvCwzVi6u4ZBTBT1uhUWr12ev-aRl94/s1600/jonathan-rhys-meyers-dracula-review-nbc.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidQNZIglMjnHuI50IjPliR_AVHaAl1xF3A1eTHheLS9jZrZKjgoGBITEowBYaOupanMoHIUY9NVBTBBDX6ta7PVEx46P9FhKrCkhUEd9XYunLclvCwzVi6u4ZBTBT1uhUWr12ev-aRl94/s1600/jonathan-rhys-meyers-dracula-review-nbc.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: large;">I</span></b>nfine Jonathan Rhys Meyers nel telefilm del 2014. Qui il conte non compare mai vecchio e incontra Jonathan direttamente a Londra. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Troppo giovane per la nostra descrizione, ma finalmente è un Dracula con i baffi. Certo non baffoni bianchi e di sicuro non ha l'aria grottesca e sinistra che ha nel libro, ma meglio di niente.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">E</span></b>cco qua i principali conti della cinematografia a confronto con il personaggio di Stoker: certo il caro Bram infila così tanti dettagli che farlo davvero fedele sembra una bella impresa. Penso che aspetterò che compaiano finalmente i baffi bianchi e le sopracciglia cespugliose.<br />
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;"><br /></span>
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;"><br /></span>
<span style="text-indent: 38.9291343688965px;"><b><span style="font-size: large;">T</span></b>ornando a noi, Johnny entra nel castello, un edificio vecchio e sfarzoso: l'argenteria, i mobili, le decorazioni sono evidentemente lussuosi e </span><span style="text-indent: 38.9291343688965px;">antichi </span><span style="text-indent: 38.9291343688965px;">ma ottimamente conservati. </span><span style="text-indent: 1.03cm;">Jonathan
viene condotto nelle sue stanze, dove trova una cena già pronta; il
conte si siede vicino al camino mentre lui cena (il conte dice di
aver già mangiato). Jonathan va a letto dubbioso.</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;">Il
giorno seguente dorme fino a pomeriggio inoltrato e al risveglio trova un
biglietto del conte che dice che sarà assente per affari tutto il
giorno (ma va' là!). Esplorando i suoi appartamenti, Jonathan trova una porta che dalla sua stanza conduce a una biblioteca piena di volumi inglesi, un'altra porta è chiusa a
chiave. Dopo il suo ritorno, </span><span style="text-indent: 1.03cm;">il conte parla del suo vivo interesse per l'Inghilterra e per i
costumi inglesi (chiede a Jonathan di correggere la sua pronuncia).</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;">Segue una descrizione
minuziosa della proprietà che il conte sta comprando a Londra
grazie a Jonathan: </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><i><b><span style="font-size: large;">A</span></b>t Purfleet, on a by-road, I came across just such a place as seemed to be required, and where was displayed a dilapidated notice that the place was for sale. It is surrounded by a high wall, of ancient structure, built of heavy stones, and has not been repaired for a large number of years. The closed gates are of heavy oak and iron, all eaten with rust.</i></span><span style="text-indent: 1.03cm;"><i>The estate is called Carfax, no doubt a corruption of the old </i>Quatre Face<i>, as the house is four sided, agreeing with the cardinal points of the compass. It contains in all some twenty acres, quite surrounded by the solid stone wall above mentioned. There were many trees on it, which make it in places gloomy, and there is a deep, dark-looking pond or small lake, evidently fed by some springs, as the water is clear and flows away in a fair-sized stream. The house is very large and of all periods back, I should say, to mediaeval times, for one part is of stone immensely thick, with only a few windows high up and heavily barred with iron. It looks like part of a keep, and is closed to an old chapel or church. I could not enter it, as I had not the key of the door leading to it from the house, but I have taken with my kodak views of it from various points. The house has been added to, but in a very straggling way, and I can only guess at the amount of ground it covers, which must be very great. The are but few houses close at hand, one being a very large house only recently added to and formed into a private lunatic asylum. It is not, however, visible from the grounds.</i> (pp. 27-28)</span></blockquote>
<br />
<span style="text-indent: 1.03cm;"><b><span style="font-size: large;">S</span></b>e non è gotico questo... Un luogo isolato, un edificio grande, antico, disabitato, ammaccato dal tempo e architettonicamente eterogeneo, risalente con buona probabilità fino al medioevo e prossimo a un luogo sconsacrato non raggiungibile (perché sigillato). Il tutto circondato da elementi naturali quasi selvaggi (molti alberi ombrosi, un laghetto profondo e un ruscello) e chiuso entro i confini di un solido muro e di un cancello imponente. L'ospedale psichiatrico a due passi è giusto la ciliegina sulla torta :) Potrebbe essere tanto una dimora dal fascino secolare quanto una prigione o un forte, severo, maestoso e terribile. Carfax non ha niente da invidiare al castello del conte immerso nel rigoglio transilvano (appunto: trans-silvano) u.u</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span>
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>S</b></span>ubito dopo la chiacchierata su Carfax, Jonathan
trova segnata in rosso </span><span style="text-indent: 38.9291343688965px;">su un atlante </span><span style="text-indent: 1.03cm;">l'area della casa, assieme ad
altri cerchi rossi presso Exeter e Whitby. Ancora una volta il nostro amico passa la nottata parlando del più e del meno con il suo ospite (il conte è interessato a
ogni tipo di argomento) e i due si congedano all'alba.</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span>
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>N</b></span>OTA: </span><span style="text-indent: 1.03cm;">Ogni tanto Jonathan ha delle strane sensazioni: inquietudine, nausea,
rumori indistinti e un brivido quando si avvicina l'alba.</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><i><span style="font-size: large;"><b>I</b></span> was not sleepy, as the long sleep yesterday had fortified me; but I could not help experiencing that chill which comes over one at the coming of the dawn, which is like, in its way, the turn of the tide. They say that people who are near death die generally at the change to the dawn or at the turn of the tide; any one who has when tired, and tied as it were to his post, experienced this change in the atmosphere can well believe it.</i> (p. 29)</span></blockquote>
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>E</b></span> ancora:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;">[...]<i>there is something so strange about this place and all in it that I cannot but feel uneasy.</i> (p. 29)</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;">[...]<i>that vague feeling of uneasiness which I always have when the Count is near.</i> (p. 30)</span></blockquote>
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>S</b></span>i riferisce alle chiacchierate notturne e alla sua nuova routine "giornaliera" con i termini<i> this strage night-existence</i> (p. 30)</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;">Finalmente comincia a sospettare qualcosa (un po' lento il nostro Johnny): </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><i><span style="font-size: large;"><b>I </b></span>have only the Count to speak with, and he!- I fear I am myself the only living soul within the place.</i> (p. 30)</span></blockquote>
<br />
<span style="text-indent: 1.03cm;"><b><span style="font-size: large;">F</span></b>ino a qui la
descrizione del viaggio in treno e poi in carrozza, quella dei paesaggi naturali e </span><span style="text-indent: 38.9291343688965px;">anche la descrizione del castello sono</span><span style="text-indent: 1.03cm;"> fedeli nel film di Coppola, ma davvero fedelissima è la rappresentazione degli atteggiamenti del conte, addirittura certe battute sono prese
pari pari dal romanzo, lo dimostra la scena di cui parlo ora.</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span>
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l
mattino seguente, mentre si sta radendo, Jonathan, che non se ne accorge, è raggiunto dal conte
ma, non vedendolo riflesso nello specchietto da toilette, si spaventa
quando il suo ospite parla e si taglia con il rasoio. Per un attimo
l'atteggiamento di Dracula alla vista del sangue si fa selvaggio, ma
si blocca all'improvviso quando intravede il crocifisso al collo di
Jonathan. Gli prende il rasoio dalle mani e lancia fuori dalla
finestra lo specchietto con un pretesto (è un simbolo di vanità). </span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;">N.B. Esplorando un po' l'edificio, Jonathan si era accorto che non ci sono specchi in tutto il palazzo.</span><br />
<span style="text-indent: 1.03cm;">Behold!:</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/GG-TwX5A49g/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/GG-TwX5A49g?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><b><span style="font-size: large;">Q</span></b>uando Jonathan si dedica ancora una volta all'esplorazione del castello, trova moltissime porte ma tutte chiuse (il conte
gli aveva detto che poteva entrare in ogni stanza del castello purché
la porta non fosse chiusa a chiave). Le uniche vie d'uscita sono le
finestre, ma il castello sorge sopra a un precipizio e uscire dalla
finestra è sinonimo di morte certa. Oltre il precipizio ci sono solo
boschi. Nessuna porta del castello conduce a un'uscita. Jonathan si
rende conto di essere prigioniero (no, non sei in Matrix, cicci, non è tutto nella tua testa...).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="text-indent: 1.03cm;"><span style="font-size: large;"><b>E</b></span>cco qua. Ci ho messo un po' a scrivere di questo secondo capitolo ma c'era davvero tanto da dire! Stay tuned per continuare a seguire le avventure del giovane Harker in Horrorland :D</span></div>
</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-8993344897191874532015-05-22T16:40:00.000+02:002015-09-05T16:11:24.404+02:00Piccole storie<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7hYyJHCjc1Z6Tt5TQHV3lmqLDoqQ2diQ_BzPInzb4ruyOXgQZGLx7s_rA2AWW1jWb05-XZp6X7JfZpXSdgfyXM-RLLRNgoZ7NUZ16DBquAzRLyofJEUW5ZIExrwb-efHJAsnvwQH8zAM/s1600/Piccole+storie+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7hYyJHCjc1Z6Tt5TQHV3lmqLDoqQ2diQ_BzPInzb4ruyOXgQZGLx7s_rA2AWW1jWb05-XZp6X7JfZpXSdgfyXM-RLLRNgoZ7NUZ16DBquAzRLyofJEUW5ZIExrwb-efHJAsnvwQH8zAM/s320/Piccole+storie+copertina.jpg" width="230" /></a></div>
<br />
<i>Piccole storie</i> è una raccolta di one-shot di Mohiro Kitoh pubblicata in Italia da Star Comics nel marzo 2006. Il volume propone sette storie brevi che seguono la maturazione dell'autore a partire dagli esordi negli anni '80 fino a una decina di anni fa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. <b>Gli ultimi caldi</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' l'opera di debutto di Mohiro Kitoh, pubblicata nel 1987. Le linee sono ancora incerte e il disegno è grezzo, il suo stile non è ancora quello particolare e definito che conosciamo oggi. Parla di un ragazzo che riesce a vedere la sorella deceduta di recente in un incidente d'auto. I due trascorrono insieme una giornata che sembra quasi un primo appuntamento.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA_qQVNszJvivDWI1ohirkOpFPdV2ETVQZ66Zxw-saOxRep8oqQBN8mxWXS7SmWVPmmlNJ4o8CohU05cVrUSik-XEln8EhkXbBdTEmT3PwIl_nW3jymrs75yJzpDulJ1qX12QjiA74hKw/s1600/017+%25281%2529+vuota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA_qQVNszJvivDWI1ohirkOpFPdV2ETVQZ66Zxw-saOxRep8oqQBN8mxWXS7SmWVPmmlNJ4o8CohU05cVrUSik-XEln8EhkXbBdTEmT3PwIl_nW3jymrs75yJzpDulJ1qX12QjiA74hKw/s320/017+%25281%2529+vuota.jpg" width="219" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2.<b> La ragazza sul palo della luce</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa one-shot è del 1994 e, sebbene il tratto di Kitoh non sia ancora del tutto maturo, il suo stile è già riconoscibile. Racconta di Hideto, uno spirito bloccato in prossimità di un incrocio dove ha perso la vita nel tentativo di salvare una ragazza. Giorno dopo giorno, Hideto, appollaiato su un palo della luce, impara la routine di quelle strade, ma a salvarlo dalla noia arriva Sumiko, studentessa liceale, che, chissà per quale motivo, riesce a vederlo. I due fanno presto amicizia.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieSTKMGcPjK3MsVag3DpM9JFTgwvisKW0ldUjAr2q-pK_RZuwjUjxa7sGKdXfx2liTQQQGg02z801HHnHi9s7x8ZYzI-AgT6fW_z6Bho282kI7dcqRImsFQEm87WiwMrQDYG_IOjU2544/s1600/010+vuota.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieSTKMGcPjK3MsVag3DpM9JFTgwvisKW0ldUjAr2q-pK_RZuwjUjxa7sGKdXfx2liTQQQGg02z801HHnHi9s7x8ZYzI-AgT6fW_z6Bho282kI7dcqRImsFQEm87WiwMrQDYG_IOjU2544/s320/010+vuota.png" width="219" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. <b>Coi fiori in mano</b> (2000)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La telefonata di una vecchia amica che lo invita a un raduno di classe spinge Kyoji a ripensare alla sua infanzia, agli amici delle elementari, all'intraprendente Shinako, al primo amore, alla prima perdita. L'ultimo addio all'infanzia prima di entrare nell'età adulta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieZpS-zRGm2TeUSFcZFWliqccOtevplM5pkIwjih19VSdj_4HGcSdEqu7cC__WItQbLp3VDpr3CBv16ddtUdDIpiMl4su6CNfJwAM0TsJOLnxjlcSJyFigawAKkrwz0lpM2X007GziG1I/s1600/006+vuota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieZpS-zRGm2TeUSFcZFWliqccOtevplM5pkIwjih19VSdj_4HGcSdEqu7cC__WItQbLp3VDpr3CBv16ddtUdDIpiMl4su6CNfJwAM0TsJOLnxjlcSJyFigawAKkrwz0lpM2X007GziG1I/s320/006+vuota.jpg" width="218" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. <b>Sporca ma pulita</b> (2002)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante caratteri e condizioni familiari molto diversi, due ragazzi si avvicinano dopo essere stati vittime di bullismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsDOAqJ2bTQ_A9a2qQnI9fvttoqHyUOmAj8pUJT05_XGqEnxLoIq6VOPogt1SenSGhNNTavhENEZ7Gvv28_vi-5KjAIWMrro-GLUKdX2lY5UFc_RiziBy6mRds2iFW_qFh1G7aKHyIxdM/s1600/017.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsDOAqJ2bTQ_A9a2qQnI9fvttoqHyUOmAj8pUJT05_XGqEnxLoIq6VOPogt1SenSGhNNTavhENEZ7Gvv28_vi-5KjAIWMrro-GLUKdX2lY5UFc_RiziBy6mRds2iFW_qFh1G7aKHyIxdM/s320/017.png" width="219" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5.<b> A&R</b> (2002)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un giovane commesso viaggiatore ricorda di quando, da studente, portò sulla sua moto una strana compagna di scuola. Da allora tante cose sono andate diversamente da come sperava.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_T2t6YzkHOFTsmZR1HoGTQi-gLAghrJly7nxqkMWqBxTfdtLPiFxfu2uh0OLwu2VyN6HNfjsIIgRO7e38_s2mRvA52Ha_rU7Mn6TSxtkjwfRptXOctxa__ZXTpx3DMX1A0A43Iap3l0/s1600/012+vuota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_T2t6YzkHOFTsmZR1HoGTQi-gLAghrJly7nxqkMWqBxTfdtLPiFxfu2uh0OLwu2VyN6HNfjsIIgRO7e38_s2mRvA52Ha_rU7Mn6TSxtkjwfRptXOctxa__ZXTpx3DMX1A0A43Iap3l0/s320/012+vuota.jpg" width="219" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
6. <b>La canzone di papà</b> (2003)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Due giovani che presto saranno genitori parlano delle rispettive famiglie e di come cambierà la loro vita con il lieto evento.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDqJ7i_lP7Cd3Glz9MZttKO3z-7brLA1NYrnsoSeIShapy_RhzIdFbNivDWduF9olqzBN04nKVsN3kim3tztkCqaMntlBQcRwrUC1u9kyh3wWtVHlo8r9MbWulvGU55YctQ7_3NyltixU/s1600/014+vuota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDqJ7i_lP7Cd3Glz9MZttKO3z-7brLA1NYrnsoSeIShapy_RhzIdFbNivDWduF9olqzBN04nKVsN3kim3tztkCqaMntlBQcRwrUC1u9kyh3wWtVHlo8r9MbWulvGU55YctQ7_3NyltixU/s320/014+vuota.jpg" width="220" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
7. <b>Un posto per Pochi</b> (2004)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'infanzia spensierata di alcuni bambini delle elementari, tra la scuola e i pomeriggi passati a mangiare dolcetti presso la pasticceria di quartiere di un vecchino.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD1A_ht727T4-vpcfFu-k9sHeyZPFUUjqh31Akb-8ulVaZhYQiACSOdQRxAPlSt5C6vcm_ptQy1Bg-TiqX5mJMpEIlEyDmD7kDQHqbXoAg4SneAfBqaZMUF-MFqepE_M42x69IGEjBGvA/s1600/015+vuota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD1A_ht727T4-vpcfFu-k9sHeyZPFUUjqh31Akb-8ulVaZhYQiACSOdQRxAPlSt5C6vcm_ptQy1Bg-TiqX5mJMpEIlEyDmD7kDQHqbXoAg4SneAfBqaZMUF-MFqepE_M42x69IGEjBGvA/s320/015+vuota.jpg" width="220" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quelle di queste one-shot sembrano davvero piccole storie, storie insignificanti, ma tutte raccontano di alcuni momenti che hanno profondamente cambiato la vita dei protagonisti. Tutte parlano di giovani o bambini e di perdita. Perdita di persone amate, dell'innocenza, delle certezze, del senso di colpa. Eventi che visti da fuori o raccontati a qualcun altro non sembrano granché se si tratta di fatti nudi e crudi, ma che stravolgono il punto di vista dei personaggi sulla vita, il loro modo di interpretare il mondo. Sono piccole rivoluzioni personali, perlopiù amare, nonostante si pensi sempre che la giovinezza e l'infanzia siano il periodo dei ricordi felici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le one-shot che mi sono piaciute di più sono sicuramente l'ultima, <i>Un posto per Pochi</i>, e la terza, <i>Coi fiori in mano</i>. Le ho trovate anche un tantino disturbanti: i finali lasciano proprio l'amaro in bocca e trovo che questo tipo di conclusioni siano quelle che poi ti fanno riflettere per giorni su quello che hai letto. Tristi, ma belle proprio nella loro tristezza. Mi aveva fatto lo stesso effetto anche <i>Le ali di Vendemiaire</i>, una serie in due volumi sempre di Mohiro Kitoh (magari avrò occasione di parlarne più ampiamente quando lo rileggerò).</div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi, non tutte le one-shot sono dello stesso livello, ma nel complesso è un gran bel volume, da tenere da conto nella propria collezione per rispolverarlo di tanto in tanto, ma solo se si è in vena di nostalgia e di un gusto dolceamaro.</div>
Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-31266165682870275722015-05-05T17:26:00.000+02:002017-02-05T19:01:00.763+01:00E Se fosse lui quello giusto? Chicago Stars volume 3<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>N</b></span>elle trame incentrate su una love story e che prevedono un lieto fine, talvolta i protagonisti passano attraverso una fase di rabbia e rifiuto, in pratica per un certo periodo si detestano. Può accadere all'inizio (i due non si sopportano e poi pian piano dall'odio imparano a conoscersi e nasce l'amore) oppure a metà strada tra l'innamoramento e il lieto fine (i due si innamorano e, proprio quando sembra che tutto vada a gonfie vele, succede qualcosa che li fa allontanare. Dovranno risolvere i loro conflitti per giungere al lieto fine).</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa fase di scontri e litigi io la chiamo "i giorni dell'odio".</div>
<div style="text-align: justify;">
Prendiamo qualche esempio famoso per chiarire cosa intendo.<i> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Orgoglio e pregiudizio</i> e derivati (come <i>Il diario di Bridget Jones</i> e <i>Matrimoni e pregiudizi</i>), <i>Ricatto d'amore</i> o <i>Two weeks notice </i>appartengono alla prima categoria: chi meglio di Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy passa dall'odio all'amore con un processo lento e graduale? </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi prendiamo <i>Le pagine della nostra vita</i> di Nicholas Sparks (c'è anche il film), <i>Jane Eyre</i> e <i>Mai stata baciata</i> (mi fa rotolare dal ridere tutte le volte XD) come esempi della seconda categoria: i protagonisti si innamorano e, al momento di massima felicità, ha luogo un evento catastrofico che rovina il rapporto (don't worry, è temporaneo). Si tratti di famiglia o di amici che si intromettono, di segreti svelati, di problemi personali, prima o poi i protagonisti li risolvono per librarsi verso il classico "per sempre felici e contenti".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>F</b></span>atto sta che i giorni dell'odio in genere occupano una parte contenuta (seppur rilevante) della trama, anche perché, se proprio uno cerca la storia d'amore, che amore è se i protagonisti non fanno altro che detestarsi? Ecco perché sono rimasta un attimo perplessa leggendo <i>E se lui fosse quello giusto?</i> di Susan Elizabeth Phillips.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>I</b></span>l libro in questione costituisce il terzo volume della saga pubblicata da Leggereditore dedicata ai Chicago Stars, fittizia squadra di football americano. In ogni volume un membro della squadra (o comunque un personaggio che ha a che fare con i Chicago Stars) trova la sua anima gemella in un modo o nell'altro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRJtfkfNhpJG-JwOXFi93jGDRqQ62ihVmXkXHwxZtdx03wlmr4F68mOLR3vLohU7rrnAbmc8bpwn1astUmiKSDMKfppMX0Da4yh4-ETdp0_QV932h-Bzy6j9Gsp2vdfq2ATqjT4XFoGdY/s1600/sefossegiusto-1361868122.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRJtfkfNhpJG-JwOXFi93jGDRqQ62ihVmXkXHwxZtdx03wlmr4F68mOLR3vLohU7rrnAbmc8bpwn1astUmiKSDMKfppMX0Da4yh4-ETdp0_QV932h-Bzy6j9Gsp2vdfq2ATqjT4XFoGdY/s1600/sefossegiusto-1361868122.jpg" width="217" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">M</span></b>aniaca delle cronologie quale sono, avevo giustamente iniziato il ciclo leggendo <i>Il gioco della seduzione</i> (<a href="http://bluebook77.blogspot.it/2014/09/books-everywhere-part-iv.html" target="_blank">qui</a>, verso la fine del post, avevo spiegato perché l'ho comprato), per poi proseguire con <i>Heaven, Texas. Un posto nel tuo cuore</i>. Il primo non mi era dispiaciuto, nonostante i continui tira e molla dei protagonisti che avevo trovato un tantino irritanti, e il secondo l'avevo adorato, pur avendo iniziato a leggerlo con preoccupazione dopo aver letto diversi commenti che lo ritenevano il volume più debole della saga.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;">N</span></b>on c'è due senza tre, e così, dopo averlo cercato a lungo per librerie senza trovarlo, appena comprato questo terzo capitolo mi sono tuffata nella lettura. Purtroppo per me l'ho trovato deludente. In parte perché qui di football non c'è neanche l'ombra. Sembra un'affermazione strana detta da una che legge romanzi rosa e che non è per niente sportiva. Invece le descrizioni delle partite e i dettagli sportivi erano una delle cose che mi era piaciuta di più de <i>Il gioco della seduzione</i>: le lettrici di narrativa rosa fanno spesso passare contesto e dettagli in secondo piano a favore di una maggiore concentrazione sulla storia d'amore, sul suo sviluppo, sulla psicologia dei personaggi che sono sempre il cuore di un romanzo rosa, ma io avevo apprezzato quest'incursione in un campo generalmente maschile, ancor più visto che il football è uno sport poco seguito in Italia e che fa parte di quella cultura cinematografica filoamericana di cui negli ultimi decenni sono piene le nostre televisioni. Essendo uno sport che conosco poco ma di cui sento spesso parlare, ero curiosa e ritrovarlo in un libro mi è piaciuto.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Anche in <i>Heaven, Texas</i> di sport ce n'era veramente poco, ma lì il protagonista maschile, Bobby Tom, è irresistibile. Simpatico, divertente e generoso con tutti, agisce sempre in buona fede (anche se qualche casino lo crea...) e mi è stato impossibile non affezionarmi.</div>
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<i><b style="font-size: x-large;">E </b>se fosse lui quello giusto?</i> non ha nessuno di questi due punti di forza, con l'aggravante che quasi l'intero libro è costituito da soli giorni dell'odio. </div>
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La trama in breve. Jane è una brillante ricercatrice e professoressa di fisica. Bambina prodigio, laureata adolescente, invidiata dai colleghi, ha sempre fatto fatica nei rapporti con l'altro sesso, prima con un padre freddo e affatto amorevole e poi con un fidanzato rigido e noioso che l'ha mollata per un'altra tempo addietro. Più di ogni cosa Jane vorrebbe un figlio, una famiglia, dei legami, ma di sposarsi e trovare marito non se ne parla. E' più che pronta ad essere una madre single in carriera se sarà ripagata con una vita da proteggere e da allevare. </div>
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Il problema è che Jane è cresciuta sola e allontanata dai suoi coetanei a causa della sua intelligenza (che ridicolmente fa cilecca in ogni campo che esula dalla fisica, ma adesso vedremo perché) e non ha nessuna intenzione di condannare il suo bambino a un destino simile, quindi il suo obiettivo è trovare un uomo stupido che riequilibri geneticamente il suo ingombrante cervello. Ma non va bene uno stupido qualsiasi, ne serve uno di cui possa conoscere anche l'anamnesi familiare per andare sul sicuro. Le banche del seme non vanno bene (tutti i donatori sono studenti di medicina, quindi intelligentoni, almeno secondo quello che afferma Jane più volte nel romanzo). </div>
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Per caso sente l'intervista pre-partita alla tv di un giocatore dei Chicago Stars, Cal, e decide che non c'è candidato migliore di lui: un energumeno di bell'aspetto, molto fesso e di cui può recuperare le cartelle mediche. Come incontrarlo? Una giovane groupie della quadra, nonché vicina di Jane, organizza un incontro: Jane dovrà spacciarsi per prostituta come regalo di compleanno del povero Cal, generosamente donato dai compagni di squadra preoccupati dalla sua attuale castità (begli amici, che ti regalano una notte di sesso perché pensano che i tuoi problemi si limitino al fatto che non fai abbastanza ginnastica sotto le lenzuola! Vabbè...). </div>
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Jane (ricordiamoci che è un fisico di fama mondiale, nonché donna rispettabile e decisamente timida e impacciata con gli uomini) accetta, si fa infiocchettare e spedire da Cal e, dopo una scena penosa in cui è palese che lei non potrebbe mai essere una prostituta e che è decisamente negata nell'arte della seduzione, i due consumano. Dopo un secondo incontro ridicolo quasi quanto il primo, Jane resta incinta, ma Cal lo viene a sapere e, essendo un uomo vecchio stampo, fortemente legato a quelli che sente come doveri morali, costringe Jane a sposarlo e se la trascina in montagna nel suo paese natale al fine di tenere segreta la gravidanza e assolvere ai suoi doveri di padre. Il piano è quello di divorziare dopo la nascita del bambino e fare in modo che Jane non entri a far parte della sua famiglia.</div>
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<b><span style="font-size: large;">U</span></b>na premessa lunghissima per far capire per quale motivo i due si detestano a morte fin dall'inizio. E questa situazione di tensione, di litigi, di urla, di rispostacce, di rappresaglie, di scontri continua per tre quarti del romanzo. Leggendo mi chiedevo che fine avesse fatto la storia d'amore. Si fa attendere ma alla fine arriva, assieme alla simpatica famiglia di Cal (nonna Annie, un mito!), a un altro giocatore di football venuto a rimpere le scatole a Cal e a un altro po' di litigi e prese di posizione radicali (stavolta risolutive, però).</div>
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<b><span style="font-size: large;">I</span></b>l resto del libro è ambientato nel paesino di montagna in cui vive la famiglia di Cal. Le location sono principalmente tre: l'orribile villone kitsch che Cal compra per salvare le apparenze e fingere di aver traslocato con la nuova mogliettina, la semplice e accogliente casetta fatiscente di nonna Annie e il ristorante/tavola calda principale della cittadina. Tutto si svolge tra un tira e molla infarcito di litigi e più di questo davvero non c'è da dire. Anzi, posso aggiungere che ci sono alcune brevi parentesi che seguono la crisi matrimoniale dei genitori di Cal e che raccontano con dei flashback i loro primi anni insieme.</div>
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<b><span style="font-size: large;">I</span></b>nsomma, ho letto di peggio, si tratta comunque di una lettura scorrevole che sono riuscita a terminare in un giorno, ma l'ho trovato deludente rispetto ai capitoli precedenti e abbastanza bruttino rispetto ad altri romance che ho letto. Dimenticabile ma non terribile.</div>
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Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-41841414854109135882015-04-27T01:53:00.001+02:002015-04-27T01:53:38.113+02:00Into the woods<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>remettiamo che amo Meryl Streep, che adoro le fiabe e il folclore e che mi piacciono i musical. Sono andata a vedere <i>Into the woods</i> (sì, anche quella nomination di Meryl a Miglior attrice non protagonista durante gli Oscar di quest'anno mi aveva incuriosita) e mi è piaciuto.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTqGi8O1zjh7hPuAfxKkEdDUSb2sNSgyyOKJKcvdYyJCDxcBQX76LFngW39LDIWt429Swn-QtxjwGezFzL7xTEwYB9DTNF0MJmoDuwA4aGWQ-3KcqIaUx19Q6DT1f6wHwkYNOdzXUM_PQ/s1600/into-the-woods.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTqGi8O1zjh7hPuAfxKkEdDUSb2sNSgyyOKJKcvdYyJCDxcBQX76LFngW39LDIWt429Swn-QtxjwGezFzL7xTEwYB9DTNF0MJmoDuwA4aGWQ-3KcqIaUx19Q6DT1f6wHwkYNOdzXUM_PQ/s1600/into-the-woods.jpg" height="225" width="400" /></a></div>
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<b><span style="font-size: large;">I</span></b>l film racconta la storia del fornaio e di sua moglie che vorrebbero tanto avere un figlio. Quando la strega della porta accanto racconta loro di aver lanciato anni fa una maledizione sulla loro famiglia, acconsentono ad aiutarla a spezzare l'anatema che pesa su di lei e che la rende brutta e in cambio la strega annullerà la maledizione dell'infertilità. Per fare ciò bisogna raccogliere quattro ingredienti entro tre giorni: un mantello rosso come il sangue, capelli biondi come il grano, una mucca bianca come il latte e una scarpa pura come l'oro.<br />
Il fornaio e sua moglie si inoltrano nella foresta alla ricerca di questi oggetti, lo stesso bosco in cui, chi per un motivo e chi per l'altro, si trovano anche Raperonzolo, Cappuccetto Rosso, il giovane Jack, Cenerentola e un paio di principi.<br />
Pur restando piuttosto fedeli alle fiabe originali, le vicende di tutti questi personaggi si intrecciano in maniera casuale fino alla notte di luna blu di lì a tre giorni. Da quel punto in poi (circa metà pellicola) il musical si sviluppa indipendentemente dalle storie popolari che conosciamo tutti.<br />
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<span style="font-size: large;"><b>P</b></span>artiamo dal cast. Johnny Depp, che interpreta il lupo cattivo, ha una parte minuscola, sì e no dieci minuti sullo schermo, praticamente un cameo. Di sicuro è stato inserito nel trailer in quanto nome di richiamo per il pubblico. Sia lui che Meryl Streep si erano già cimentati in film musicali (lei in <i>Mamma mia!</i> e lui in <i>Sweeney Todd</i>), quindi sapevo che sono intonati e di cosa sono capaci.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwWJja_LmIvJUGQs7ucKtrUbtznUK4v5cPd5NLZQo5jI29rnUSedvRwMMwkxR2nAmX_y6QYcyn_rGG54QFQwrqG5rIuXtSLLv6P3A7BV9qYpNdO0QcI4nQqQfGVUWbwTz61h8PJ5iXX9s/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwWJja_LmIvJUGQs7ucKtrUbtznUK4v5cPd5NLZQo5jI29rnUSedvRwMMwkxR2nAmX_y6QYcyn_rGG54QFQwrqG5rIuXtSLLv6P3A7BV9qYpNdO0QcI4nQqQfGVUWbwTz61h8PJ5iXX9s/s1600/download.jpg" height="224" width="320" /></a></div>
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In ogni caso Meryl, la strega, è riuscita a stupirmi ancora una volta, perché nel brano che canta a Raperonzolo, <i>Stay with me</i>, passa attraverso momenti di rabbia, di disperazione, di amarezza, di incredibile dolcezza destreggiandosi con grazia.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGCzXJUGwHXNaozZBssKtiP1OrNa-3xvWbP2oTc9i9GynjpWeiiBgO0Oosj418FWV1sG8a-HPpDYbuhNIZu3cYGdLeV4FdEgPGQ4mF40Z32wLkXE471tiODKMUB09nlhGKwqZVXNVN70o/s1600/283f9a93-5e09-4bed-8c7f-a02f0f91bdbe_meryl_streep_witch_into_the_woods.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGCzXJUGwHXNaozZBssKtiP1OrNa-3xvWbP2oTc9i9GynjpWeiiBgO0Oosj418FWV1sG8a-HPpDYbuhNIZu3cYGdLeV4FdEgPGQ4mF40Z32wLkXE471tiODKMUB09nlhGKwqZVXNVN70o/s1600/283f9a93-5e09-4bed-8c7f-a02f0f91bdbe_meryl_streep_witch_into_the_woods.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
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Chris Pine interpreta il principe di Cenerentola. A me questo attore non piace per niente. Sicuramente sa cantare ma pronuncia in maniera strana certi suoni (show, she, speech, reach, each...) e io l'ho trovato irritante (sì, probabilmente sono prevenuta ma, come si dice, de gustibus etc).<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZjgSk_9rsUCogQV_lOLmgZFt0TNCW5_teRb2mlGBb0gHfgv3EPr0hDxt9E0gzcWfdUqL11ZEJl-wHgrJRgfMfkPgNQNQTpF4-rci05DwU7z8Lgvjkeoh9U2Kk1VmfvFlrkhGtnD4rAaw/s1600/rs_560x415-140731161628-1024.chris-pine-into-the-woods.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZjgSk_9rsUCogQV_lOLmgZFt0TNCW5_teRb2mlGBb0gHfgv3EPr0hDxt9E0gzcWfdUqL11ZEJl-wHgrJRgfMfkPgNQNQTpF4-rci05DwU7z8Lgvjkeoh9U2Kk1VmfvFlrkhGtnD4rAaw/s1600/rs_560x415-140731161628-1024.chris-pine-into-the-woods.jpg" height="237" width="320" /></a></div>
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Nonostante le mie riserve, è protagonista, assieme a un altro principe, quello innamorato di Raperonzolo, del brano più divertente del musical: <i>Agony</i>, nel quale i due principi (fratelli) fanno a gara comparando le loro pene amorose (uno è innamorato di una ragazza misteriosa che continua a fuggire e l'altro di una bloccata in cima a una torre).<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1PLh2tc9uCGKX_-lvJ88hf2rk128wcNQjelPeP8BUvHTDLrxdVBfjOQUhyUVtii9fJpSF1BiGHmxXAp2ap-ZEnFF2b8w8A0M5dwHoSl78tsfFnfUgAACzX-BOL2u4Stkh4-tjAUrs4dk/s1600/tumblr_nguxm7bZwU1tbqcf6o1_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1PLh2tc9uCGKX_-lvJ88hf2rk128wcNQjelPeP8BUvHTDLrxdVBfjOQUhyUVtii9fJpSF1BiGHmxXAp2ap-ZEnFF2b8w8A0M5dwHoSl78tsfFnfUgAACzX-BOL2u4Stkh4-tjAUrs4dk/s1600/tumblr_nguxm7bZwU1tbqcf6o1_500.jpg" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il principe cadetto innamorato di Raperonzolo.</i></td></tr>
</tbody></table>
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Le vere sorprese, musicalmente parlando, sono state per me Anna Kendrick ed Emily Blunt. La prima fa una Cenerentola poco convinta del suo principe con una voce potente e vivace che mi ha colpita subito. Sta rapidamente superando il personaggio con cui l'ha conosciuta il pubblico italiano, Jessica, amica logorroica e rompiscatole di Bella in <i>Twilight</i>; l'avevo già vista anche in altri ruoli ma le sue prodezze vocali non erano ancora arrivate sui nostri grandi schermi.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlDQunOhJ5Braopr_r41pthFXJg8o3dMHQAl2ISPJEW7r5rWA-SH8uJQcurR0WkX6lLZa0LCO-fgPe3s61ONNBdlQLsBL1bfThf4lBwu-4G7ONb_elMkBWl-qigZJgDmLYH0L_fO0L8Fk/s1600/woods01_2991544b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlDQunOhJ5Braopr_r41pthFXJg8o3dMHQAl2ISPJEW7r5rWA-SH8uJQcurR0WkX6lLZa0LCO-fgPe3s61ONNBdlQLsBL1bfThf4lBwu-4G7ONb_elMkBWl-qigZJgDmLYH0L_fO0L8Fk/s1600/woods01_2991544b.jpg" height="199" width="320" /></a></div>
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La seconda interpreta la moglie del fornaio, donna gentile e pragmatica che ha dedicato la sua vita al marito e alla famiglia. Ha una voce dolce ma decisa che calza alla perfezione al suo personaggio; canta alcune tra le canzoni che più si avvicinano al discorso parlato e che ho davvero apprezzato, in particolare <i>Moments in the woods</i> (che riflette una sorta di dibattito interiore) e <i>It takes two</i>, in duetto col marito fornaio.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-AankNYzwS2rTW0GAhyphenhyphen5vwdF7vi4WibohKjH32YgTA09arzgcrdGc_8E6247Bv0l2X2RMGBbjOLWdNhhDb5huyegweJ8UgwkTOELz-7QbmtK00LZGc60TraCCY2_Sm4-2xF04chMrdLk/s1600/e10892d041ac4eaf76778da4c7730d8f.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-AankNYzwS2rTW0GAhyphenhyphen5vwdF7vi4WibohKjH32YgTA09arzgcrdGc_8E6247Bv0l2X2RMGBbjOLWdNhhDb5huyegweJ8UgwkTOELz-7QbmtK00LZGc60TraCCY2_Sm4-2xF04chMrdLk/s1600/e10892d041ac4eaf76778da4c7730d8f.jpg" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Fornaio e consorte</i></td></tr>
</tbody></table>
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Tra gli attori che già conoscevo figura anche Christine Baranski, alias la matrigna di Cenerentola. L'avevo già conosciuta grazie al telefilm <i>The Good Wife</i> (e forse anche a qualcosina d'altro che al momento non ricordo), serie che adoro senza riserve e nella quale la Baranski interpreta Diane Lockhart, avvocatessa con le palle. Chi diavolo si aspettava che sapesse anche cantare? La sua parte è comunque esigua nel totale del film, ma mi ha fatto piacere vederla interpretare un personaggio diverso.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ7iRSfkXY1gh390LdTW1t2RKpfv63EFDAnNsSG5RkrWqEdmUwGNRadignoCbp346ZofOvTNAbNWbaqTKr00xNVjS_VPwXloLBm2lt4vxjTjswRPU3jXgNA0wZESPZyrgUvzDNdgq1vyo/s1600/Into-The-Woods-07150_R.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ7iRSfkXY1gh390LdTW1t2RKpfv63EFDAnNsSG5RkrWqEdmUwGNRadignoCbp346ZofOvTNAbNWbaqTKr00xNVjS_VPwXloLBm2lt4vxjTjswRPU3jXgNA0wZESPZyrgUvzDNdgq1vyo/s1600/Into-The-Woods-07150_R.jpg" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La matrigna al centro affiancata dalle sorellastre di Cenerentola</i></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fantastici i ragazzini che interpretano Jack e Cappuccetto Rosso, lei in particolare ha delle sequenze davvero divertenti, come quando all'inizio sgraffigna pane e dolci al fornaio parlando della nonna e più avanti quando si rammarica di essersi fidata del lupo e giura di aver imparato la lezione.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvSS6VQ7MbxJen62__hML4DGeycDOcNAuEO-uco2TtfW_zpgcf3UgcDZDe2Sn8aQhXHMOP4YklKpeZc3Tj-79Eg0sQ8ifayjGsAjDgNzFXIgXojflD-O8D-l_z7eUKt03WM5xYRTEmUus/s1600/Into-the-Woods-Jack.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvSS6VQ7MbxJen62__hML4DGeycDOcNAuEO-uco2TtfW_zpgcf3UgcDZDe2Sn8aQhXHMOP4YklKpeZc3Tj-79Eg0sQ8ifayjGsAjDgNzFXIgXojflD-O8D-l_z7eUKt03WM5xYRTEmUus/s1600/Into-the-Woods-Jack.png" height="320" width="222" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCqX2h0DgN8GeOKl_-vJiH9zdTnbEA3o6UL5NK1Rb7r20oghyFcFFjlsBxvVWB6WmZhER0sfkEJ4_mCJ4F9sjtciwh5toQC2gbdgkM7oySvHi-deGqTHSsYABfP68dARFaC5Dq3T5bVog/s1600/into-the-woods-movie-screenshot-lilla-crawford-red-riding-hood-5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCqX2h0DgN8GeOKl_-vJiH9zdTnbEA3o6UL5NK1Rb7r20oghyFcFFjlsBxvVWB6WmZhER0sfkEJ4_mCJ4F9sjtciwh5toQC2gbdgkM7oySvHi-deGqTHSsYABfP68dARFaC5Dq3T5bVog/s1600/into-the-woods-movie-screenshot-lilla-crawford-red-riding-hood-5.jpg" height="204" width="320" /></a><br />
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Il personaggio che ho trovato meno interessante pur avendo un ruolo centrale è quello del fornaio. Un uomo che vive una vita mediocre trascinato dall'inerzia, che si affida costantemente al buonsenso femminile della moglie, che scopre di avere una briciola di carattere appena verso la fine della pellicola. Pur cantando bene è il personaggio con il timbro di voce più ordinario e, per mia fortuna, canta esclusivamente in duetti o brani di gruppo.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlIv_pJKLySXOEe4m6bibCaJnloQyxw0BGqzQRd8TDl6EwdwpMkS7CUGz5B78wzlR9KdGeW-98_uHuT7IQqNzIF0-AKIhgS5DXzXmNZj-TDY1cbMKaaPGwSGih4JonSDoIupJa-bFXvI/s1600/into-the-woods-movie-teaser-screenshot-baker-james-corden.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlIv_pJKLySXOEe4m6bibCaJnloQyxw0BGqzQRd8TDl6EwdwpMkS7CUGz5B78wzlR9KdGeW-98_uHuT7IQqNzIF0-AKIhgS5DXzXmNZj-TDY1cbMKaaPGwSGih4JonSDoIupJa-bFXvI/s1600/into-the-woods-movie-teaser-screenshot-baker-james-corden.jpg" height="200" width="320" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"><b>A</b></span> livello di trama le vicende sono ben intrecciate pur restando fedeli il più possibile alle fiabe originali. Anche la netta divisione dell'opera in due parti non mi è dispiaciuta. Quello che mi ha deluso un pochino è che un paio di personaggi escono di scena prima del tempo e in maniera imprevista (don't worry, non rivelerò quali) e soprattutto il ruolo di Raperonzolo, che, pur essendo la protagonista di una fiaba nota e avendo un suo principe nel film (quindi si poteva raccontare la storia di non uno, ma ben due personaggi), non ha una parte davvero rilevante nella vicenda, né canzoni importanti, inoltre costituisce l'unico frammento di informazione che gli sceneggiatori decidono di non sviluppare: infatti, proprio durante il primo quarto d'ora del musical, la strega fa sapere agli spettatori che Raperonzolo è la sorella del fornaio (sorella che lui non sapeva di avere) e ci si aspetta per tutto il film che la famiglia prima o poi si riunisca, invece non accade mai lasciando la questione in sospeso. Peccato.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVC2pY_dEWSZjZl6i3wdv1O-6dvAyKQ9gd-LntDyx1QTa-f__SXAxhcFtYI8TecTMc7xtlrH1VEl-ZMqYa9FUZHgnRNO3OERl_dKO-y1FtMutn2w_TO9DdY_DCx8w2qy8tZ_a4R6wS5DM/s1600/into-the-woods-corden-blunt-huttlestone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVC2pY_dEWSZjZl6i3wdv1O-6dvAyKQ9gd-LntDyx1QTa-f__SXAxhcFtYI8TecTMc7xtlrH1VEl-ZMqYa9FUZHgnRNO3OERl_dKO-y1FtMutn2w_TO9DdY_DCx8w2qy8tZ_a4R6wS5DM/s1600/into-the-woods-corden-blunt-huttlestone.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
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<b><span style="font-size: large;">D</span></b>a un film del genere non mi aspettavo niente di serio o profondo, ma qualcosina c'è. Vengono toccati temi più cari alla contemporaneità che all'epoca in cui nacquero le varie fiabe: si affronta il rapporto di coppia (nei brani <i>It takes two</i>, <i>Any moment</i> e <i>Moments in the woods</i>), si parla della relazione tra genitori e figli e dell'educazione morale (nei brani <i>Stay with me</i> e <i>No one is alone</i>) e anche dell'indecisione sul proprio destino e sulla strada da prendere (ancora una volta in <i>Moments in the woods</i> e poi in <i>A very nice prince</i> e <i>On the steps of the palace</i>). Per me l'etica è uno dei temi principali dell'opera.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOjmEoykmF5oIhut8Tw3nCO-H4nchJRk5OeTXUu62vizNBdmf1VvgxUL3na9QTq4-eQQlChW9ouy6iPbCFky-yhdhYRq3Ejw-ti3fywgnJJo4DDEx0lt9SxwdE8JuFW9oJXN3hpfOEpC4/s1600/into_the_woods_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOjmEoykmF5oIhut8Tw3nCO-H4nchJRk5OeTXUu62vizNBdmf1VvgxUL3na9QTq4-eQQlChW9ouy6iPbCFky-yhdhYRq3Ejw-ti3fywgnJJo4DDEx0lt9SxwdE8JuFW9oJXN3hpfOEpC4/s1600/into_the_woods_2.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
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<b><span style="font-size: large;">L</span></b>'ironia non manca e il musical abbonda di momenti divertenti. Ho già accennato alla canzone dei principi e alle scene di Cappuccetto Rosso, ma fanno la loro parte anche la strega che racconta del suo amato orto e del furto di alcuni fagioli all'inizio del film, il fornaio e sua moglie cui toccano le più strane disavventure nel tentativo di recuperare gli ingredienti per spezzare la maledizione, i principi, fratelli vanitosi, egocentrici e irresponsabili (specie quello di Cenerentola: "<i>I was raised to be charming, not sincere</i>" cit.), Jack che ha una mucca per migliore amico, per non parlare della moglie del fornaio che gioca con la narrazione e l'immaginario collettivo fiabesco quando esclama: "<i>This is ridicolous! What am I doing here? I'm in the wrong story!</i>".<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg6o3i01b9D4zM5meJfjQwDZiz_aaw7CdDJ6wKlRZdbVz-iJjbiJyXjiuCszKlcheBh4SYtWBWZbtNsTBF2JKMEF0Dwemdp6CVRVSkGLWVsXIlyG8xlZIsxXaJYbjICaq_lobQKPYcKL0/s1600/Cinderella-and-the-Bakers-Wife-into-the-woods-03292015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg6o3i01b9D4zM5meJfjQwDZiz_aaw7CdDJ6wKlRZdbVz-iJjbiJyXjiuCszKlcheBh4SYtWBWZbtNsTBF2JKMEF0Dwemdp6CVRVSkGLWVsXIlyG8xlZIsxXaJYbjICaq_lobQKPYcKL0/s1600/Cinderella-and-the-Bakers-Wife-into-the-woods-03292015.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
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<b><span style="font-size: large;">I</span></b>nsomma, io mi aspettavo qualcosa di carino e basta, invece, oltre all'ambientazione (folclore, mon amour!), mi sono piaciute tantissimo le musiche e non ho fatto che sorridere guardando il film. Consigliato in particolare agli amanti dei musical e ai fan di <i>Once upon a Time</i> :D<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJyg_WBIBI-OHoAdF4SD9IWgit-Xhx5dB_jTWvFQBWRj1uvwTeo2bRh6I_5038b36OmIvrlo-U8XS06OjhrKlkea3Xdtu3q9nbXB-GYBkFRONJ7Ru6KoBL70j5smmf52hdDm-i7X4JD8w/s1600/into-the-woods14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJyg_WBIBI-OHoAdF4SD9IWgit-Xhx5dB_jTWvFQBWRj1uvwTeo2bRh6I_5038b36OmIvrlo-U8XS06OjhrKlkea3Xdtu3q9nbXB-GYBkFRONJ7Ru6KoBL70j5smmf52hdDm-i7X4JD8w/s1600/into-the-woods14.jpg" height="225" width="400" /></a></div>
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Fargashttp://www.blogger.com/profile/11607080188778675653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4054125387621443495.post-8113900631079126452015-04-25T20:28:00.000+02:002015-04-26T02:51:12.302+02:00Books Everywhere! Part VIII<div style="text-align: justify;">
Solita routine: il listone degli acquisti di alcuni mesi fa (ma piano piano stiamo recuperando terreno XD).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeSyOBBdCOSRUslg5NFVabEGoogIE_4hdIg2FmXUSXDrDx93ZUPIxfIzXWEMpe6fa_h6ElljDFET_0R9BK9tkOBKtaf_jg9cyjnyupa4w3LNqlo164cm084CLxsDu5qf39yOlbG5mNJCE/s1600/un+signor+gentiluomo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeSyOBBdCOSRUslg5NFVabEGoogIE_4hdIg2FmXUSXDrDx93ZUPIxfIzXWEMpe6fa_h6ElljDFET_0R9BK9tkOBKtaf_jg9cyjnyupa4w3LNqlo164cm084CLxsDu5qf39yOlbG5mNJCE/s1600/un+signor+gentiluomo.jpg" height="320" width="191" /></a></div>
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Nessuna strana storia su questo acquisto. Gran ripescaggio dal cestone degli invenduti presso la mia edicola di fiducia. Leggendo la trama sul retro mi ha solleticato l'idea che la protagonista fosse una lavoratrice. O meglio, una giovane donna di una famiglia altolocata che lavora come redattrice presso una rivista di moda. Oggi non suonerebbe per niente strano, ma vista l'ambientazione ottocentesca la cosa mi aveva incuriosita. </div>
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Dopo averlo tenuto a prender polvere per qualche settimana, alla fine l'ho letto e l'ho trovato carino, mi aspettavo qualcosa di molto meno interessante e, sebbene le questioni di lavoro femminile ed editoria facciano giusto da contorno alle vicende sentimentali (come quasi sempre nei romanzi rosa), ho comunque apprezzato i brevi momenti in cui se ne parla. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFvx4hfLa2JdloiazwW0SbmMgJunB9_YI3Qi3yOWMWgGLILFfEbONg9Kk18lu715Q-h3CbnYGLVknQJYrWDt1YEDNsquzhj-QOasHbcG9goSQQRwEbt1Vs_iLfD5dqAO8PiPkXXH6BOLI/s1600/ROMANZI_1087.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFvx4hfLa2JdloiazwW0SbmMgJunB9_YI3Qi3yOWMWgGLILFfEbONg9Kk18lu715Q-h3CbnYGLVknQJYrWDt1YEDNsquzhj-QOasHbcG9goSQQRwEbt1Vs_iLfD5dqAO8PiPkXXH6BOLI/s1600/ROMANZI_1087.jpg" height="320" width="186" /></a></div>
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Ambientazione celticheggiante, elementi paranormal (almeno da quel che sembra dal retro di copertina) e ancora una volta il prezzo scontato del sopracitato cestone dei remainders. Chiaro?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfSvZUoSgKw7yfTmyOHVrIe6yziT4aSAnVmS0F_j3IoApP6gfft_VSV7WWHah1ZX587MzdkRPIZzgsdAOjEijFq2Sj4gAR0U3_nVpUbLSoGSx_aGOUPvjQrNwjI0IREnZjTUrvQGtxk2A/s1600/57680k-JJPQI33F.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfSvZUoSgKw7yfTmyOHVrIe6yziT4aSAnVmS0F_j3IoApP6gfft_VSV7WWHah1ZX587MzdkRPIZzgsdAOjEijFq2Sj4gAR0U3_nVpUbLSoGSx_aGOUPvjQrNwjI0IREnZjTUrvQGtxk2A/s1600/57680k-JJPQI33F.jpg" height="320" width="204" /></a></div>
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Quando ho visto che in libreria c'erano le offerte sui libri Giunti ho ben pensato di approfittarne. Avevo visto la pubblicità di un libro di Maddie Dawson intitolato <i>Non c'è niente che non va, almeno credo</i> e non mi sembrava malvagio. Quindi sono tornata in libreria con l'idea di prenderlo e invece poi ho optato per tutt'altro (mi pare logico XD). Ne sono uscita con questo che è della stessa autrice.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicrKnyzC0VVKSU7xlRXCXlaJdmCnl2r7KcutwyGA7aXbPO5BxTNNGdNEaWzUfk8TPpSUI3hJmkuIP7bYv3dpRk8Cg3bNe38AwzbCAFPGnMTLdDegwkX0ubHPN0hzOc2XXTNqfOHB_kizk/s1600/dreamless-9LVQX596.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicrKnyzC0VVKSU7xlRXCXlaJdmCnl2r7KcutwyGA7aXbPO5BxTNNGdNEaWzUfk8TPpSUI3hJmkuIP7bYv3dpRk8Cg3bNe38AwzbCAFPGnMTLdDegwkX0ubHPN0hzOc2XXTNqfOHB_kizk/s1600/dreamless-9LVQX596.jpg" height="320" width="204" /></a></div>
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Ecco che, a proposito di Giunti scontati, ho preso pure questo. Lo aspettavo da un po'. Non tanto perché ami alla follia la saga di Josephine Angelini, quanto piuttosto perché ho letto tempo fa il primo volume, che non mi era dispiaciuto (neanche capolavoro, eh...), ma il finale restava in sospeso e per un mucchio di tempo era disponibile solo l'edizione cartonata, che mi sembravano un po' troppi soldi (per non parlare dello spazio in casa) per questa serie. Continuo più per curiosità che per vera passione. Ma urge rilettura del volume precedente (ecco perché adesso ho <i><a href="http://bluebook77.blogspot.it/p/un-po-per-volta.html" target="_blank">Un po' per volta</a></i>. Prendere nota: aggiungiamo <i>Starcrossed</i> alla lista).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoJ3mBPW3Bs49ySLAVmK94T40q4M5tskUFk1NGk3quBBoCM_QZBqBPZS2faD3pnSm6361g-BQNa6MT5cyrKAFtb6zzjr-WilLm8xveAKWtEaecQJS3lEg3MPp8hUK9-7hgXmTp9_RcF4U/s1600/universo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoJ3mBPW3Bs49ySLAVmK94T40q4M5tskUFk1NGk3quBBoCM_QZBqBPZS2faD3pnSm6361g-BQNa6MT5cyrKAFtb6zzjr-WilLm8xveAKWtEaecQJS3lEg3MPp8hUK9-7hgXmTp9_RcF4U/s1600/universo.jpg" height="320" width="209" /></a></div>
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Mondadori inaugura una collana per ripubblicare dei classici della fantascienza di difficile reperibilità e io non dovrei approfittarne?</div>
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Ero davvero indecisa tra <i>Universo </i>e <i>Il giorno dei Trifidi</i>, ma alla fine mi sono buttata su Heinlein. E grazie a Franco Brambilla per le sue copertine, perché spesso mi piacciono un sacco.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh050UgIW1xxlItRZgA5uAEOPdVyt4a2nWE6wM1exckYrd0ewXqxmjWzdekwsOGUjQ1nX5wBAtQvC6XLB6BvFu6MbIYfdzfY7v7VhyG6YLYNwDgjyxz4dnkBgbB6XTCLsBfsrSm0uYdFyg/s1600/EMOZIONI_31.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh050UgIW1xxlItRZgA5uAEOPdVyt4a2nWE6wM1exckYrd0ewXqxmjWzdekwsOGUjQ1nX5wBAtQvC6XLB6BvFu6MbIYfdzfY7v7VhyG6YLYNwDgjyxz4dnkBgbB6XTCLsBfsrSm0uYdFyg/s1600/EMOZIONI_31.jpg" height="320" width="189" /></a></div>
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C'è poco da dire: il solito titolo smieloso stava per farmelo saltare a piè pari, ma poi ho visto la scrittina<i> Mary Balogh</i> che mi ha convinto a leggere la trama. Il protagonista cieco mi intriga. O meglio, mi intrigano i personaggi che permettono di esplorare il mondo da una prospettiva diversa da quella dei soliti cinque sensi. Sarà chiaro? Mah. Comunque a me era molto piaciuto anche <i>Almost Blue</i> di Lucarelli proprio per questo motivo (chiariamo che i due libri non c'entrano un tubo l'uno con l'altro...).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEStnvlLX9GxczZ8P0BWBhiLalUjnPQfEUhWdXCEmSpXwiOmo8vGSUXVrkqTWSOmD0iQHxtEnaKXCadHDKRj5rciyeDhtXTpDWeVHPMLi0LW0i6X4k0My5HGvummeB3hNonInP1EcKHVM/s1600/IL-SEGRETO-DI-LADY-X_hm_cover_big.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEStnvlLX9GxczZ8P0BWBhiLalUjnPQfEUhWdXCEmSpXwiOmo8vGSUXVrkqTWSOmD0iQHxtEnaKXCadHDKRj5rciyeDhtXTpDWeVHPMLi0LW0i6X4k0My5HGvummeB3hNonInP1EcKHVM/s1600/IL-SEGRETO-DI-LADY-X_hm_cover_big.jpg" height="320" width="191" /></a></div>
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Senza sapere che fosse il secondo volume del ciclo di Hadley Green, la scorsa estate ho letto <i>La vendetta di un lord</i> e l'ho AMATO. Ci sono i soliti elementi classici: nobili decaduti, un mistero irrisolto, una coppia che passa dall'odio all'amore, bambini che fungono da voce dell'innocenza, dolci ricordi in un misero presente, ricevimenti, balli, pettegolezzi, cavalcate. In teoria niente di nuovo. Solo che io ho adorato il protagonista: bello, ricco, orgoglioso e testardo (il solito), ma ha una debolezza che non riesce a spiegarsi né ad estirpare. Ed è proprio questo che me l'ha fatto piacere: che sia stato in grado di rimangiarsi l'orgoglio ed offrirsi così com'è, acciaccato e incurabile, alla protagonista. Il libro riporta la scena con una delle dichiarazioni d'amore che mi hanno più colpito, ero davvero emozionatissima mentre la leggevo e mi sentivo come lui, abbattuto e insieme un briciolo anche speranzoso.</div>
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Ecco perché, quando ho visto che usciva il volume successivo, DOVEVO prenderlo. Senza contare che qui il protagonista sembra trovarsi tra l'incudine e il martello e voglio proprio vedere come ne verrà fuori.</div>
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Potrei andare avanti per un bel pezzo ancora, ma lascio il resto ai prossimi <i>Books everywhere!</i></div>
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