lunedì 20 giugno 2016

Novella degli scacchi

A bordo del piroscafo in viaggio da New York verso Buenos Aires, l'anonimo protagonista della Novella degli scacchi di Stefan Zweig fa la conoscenza di due personalità totalmente opposte, accomunate dal solo interesse per il gioco.
Da una parte c'è Mirko Centovic, semplice e illetterato, lento e silenzioso al punto da risultare irritante nella sua ostinazione, riscattato solo dall'inspiegabile talento scacchistico (campione del mondo in carica) che sfoggia con spregio; dall'altra c'è il Dr. B., affabile e cortese, ciarliero e nervoso, si immischia per caso in una partita iniziata da altri.
Neanche a dirlo, i due finiranno a battersi, bianco contro nero, in una partita che non passerà mai alla storia.
"[...] ma quant'era difficile, anzi, impossibile immaginarsi la vita di un essere umano intellettualmente attivo per il quale il mondo si riduce all'angusto binario del bianco e nero, che nella propria esistenza ricerca i suoi trionfi in un semplice avanti e indietro, destra e sinistra di trentadue pezzi, un essere umano per il quale, in una nuova apertura, muovere prima il Cavallo anziché il Pedone rappresenta già una grande impresa e un misero cantuccio di immortalità nell'angolino di un libro di scacchi - un uomo, un uomo che per dieci, venti, trenta, quarant'anni, senza impazzire, dedica sempre e di continuo tutta la potenza della propria capacità di riflessione al ridicolo compito di mettere all'angolo un re di legno su una tavola di  legno!" (pp.46-47).


E' una novella breve (un centinaio di paginette) e apparentemente priva di equilibrio.
Si può dividere in due parti: nella prima e più breve il narratore introduce Centovic, riportando di seconda mano le informazioni acquisite da un altro passeggero della nave che riassume la vita del campione di scacchi dall'infanzia alla fama; nella seconda il Dr. B. racconta in prima persona il suo incontro con gli scacchi, limitandosi a parlare di una sola stagione della sua vita, però con gran dovizia di dettagli e inaspettata intensità.
Rozzo contro raffinato, terza contro prima persona, summa superficiale contro particolari e pathos. Il tutto si risolve in un finale quasi anticlimatico, non privo, però, di ironia.

Non è esattamente una storia di scacchi. Di scacchi ce ne sono, e parecchi, ma non sono il fulcro della storia, sono un mezzo. Anche se le regole sono quelle che tutti conoscono e lo spazio per giocare si limita pur sempre a sole sessantaquattro caselle, ogni cervello agisce in maniera differente di fronte al gioco degli scacchi e in questo racconto Zweig usa gli scacchi per mettere a nudo due diversi modi di interpretare il mondo, di interagire con la realtà, che più che personaggi diventano tipi umani, emblematici della psicologia di un'intera specie. Centovic rimane l'altro, distante e distaccato; il Dr. B. stimola invece l'empatia del lettore, e alla fine si ha quello che io chiamo l'"effetto alla Dosto" (quando è il libro a leggere il lettore, come capita leggendo, o facendosi leggere, da Dostoevskij): il ritrovare se stessi in personalità totalmente diverse, per il solo fatto di essere umani, di essere fatti e di pensare tutti allo stesso modo (ed è un po' come come la conferma di ciò che già si conosce a cui accennava Calvino parlando del perché i classici della letteratura sono classici).

Probabilmente a suo tempo (composta nel 1942, pubblicata nel 1944) il linguaggio della novella sarà parso ai lettori moderno e un tantino esotico, dato che non mancano termini inglesi come self made man, deck-show, deckchair o remember, già sintomo dell'americanofilia del nostro tempo.
Oggi, dove ci si confronta con un vocabolario zeppo di computer, basket, e-book, snorkeling, T-shirt, quelle poche parole inglesi all'interno della novella mi sono sembrate ancora più moderne, soprattutto se inserite nel linguaggio di Zweig, che suona classico e misurato.

Insomma, a me Zweig è piaciuto :D

P.S. riguardo alla mia edizione, la brevissima introduzione a cura della traduttrice è solo fuffa inutile e la scritta EDIZIONE INTEGRALE in copertina fa davvero ridere per un'opera che non arriva neanche a 130 pagine XD

Buone letture!

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